sofytrancy (
sofytrancy) wrote2019-03-09 09:04 pm
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Pink Penguin
QUESTA STORIA PARTECIPA AL COW-T9 INDETTO DA LANDE DI FANDOM
Prompt: Piangere senza riuscire a fermarsi
Parole: 663
Fandom: Persona 5
Personaggi: Ann
Ann non avrebbe mai pensato di potersi trovare in una situazione del genere.
Prompt: Piangere senza riuscire a fermarsi
Parole: 663
Fandom: Persona 5
Personaggi: Ann
Ann non avrebbe mai pensato di potersi trovare in una situazione del genere.
Seduta su una delle sedie della sala d'attesa di uno dei più grandi ospedali di Tokyo, la ragazza non poteva far altro che stringere con forza il suo portachiavi rosa a forma di pinguino, aspettando con ansia che uno dei dottori uscisse da quella maledetta stanza di fronte a lei.
Erano ormai passate ore da quando era in quell’ospedale.
Fuori era diventato buio, le persone in quel corridoio avevano iniziato a diminuire, mano mano.
Ma lei era rimasta lì, gli occhi puntati sulle sue mani.
Si era anche addormentata un paio di volte e, ad ogni risveglio, pensava che quello che aveva vissuto quella stessa mattina era stato solo un incubo.
Ma poi, con suo enorme dolore, ricordava che non lo era stato.
Quella mattina, a scuola, Shiho si era buttata dal tetto, proprio davanti ai suoi occhi.
La scena di molte ore prima continuava a ripetersi nella sua testa, come se non potesse pensare ad altro.
Non sapeva perché, ma, ogni volta che chiudeva gli occhi, se la ricordava diversa da come era realmente accaduta.
Nei suoi ricordi (e nei suoi sogni nel momento in cui si era addormentata) Ann era lì, su quello stesso tetto, e le sarebbe bastato in realtà allungare solo una mano per potere fermare la sua amica e salvarla.
Beh, dopotutto, quella era la verità, anche se solo in parte.
Anche se lei non era stata su quello stesso tetto, infatti, non si poteva dire che lei non avesse mai avuto il modo di prevenire quello che era accaduto.
Sapeva che tipo era Kamoshida.
Sapeva che se lei non avesse fatto quello che lui voleva, Shiho sarebbe stata in pericolo.
Sapeva che lei non poteva essere l'unica ad essere abusata da quell'uomo.
Sapeva che Shiho stava passando un brutto periodo...
Ma non aveva fatto niente per salvarla.
Anzi, l'aveva lasciata completamente in balia di quell'uomo.
E adesso...
La vista di Ann si offuscò e una delle tante lacrime che stava trattenendo fino a quel momento cadde di fronte a lei, colpendo il piccolo pinguino che la ragazza continuava ad osservare da un tempo che le sembrava infinito.
Ricordava perfettamente quando lo aveva comprato.
Era stato ben sei anni prima, quando era uscita per la prima volta con quella che sarebbe diventata la sua migliore amica.
Non avrebbe mai potuto dimenticare la gioia che l’aveva pervasa mentre compravano i due pinguini che facevano una coppia perfetta, quello di Ann rosa e quello dell’altra ragazza di un celeste pastello.
Avevano giurato che il avrebbero tenuti per sempre con loro, in segno della loro amicizia.
Ed era proprio quello che avevano fatto.
O, almeno, quello che Ann aveva fatto.
Non sapeva se anche Shiho avesse davvero mantenuto quella stupida promessa per tutti quegli anni.
In realtà, non aveva neanche avuto modo di chiederglielo.
Forse perché fino a quel momento non le era neanche passato per la testa di farlo.
Aveva sempre pensato che avrebbe avuto tutto il tempo del mondo per farle quella domanda, o per vedere lei stessa con i suoi occhi se Shiho continuava ad avere quel piccolo portachiavi.
E invece ora non poteva più farlo.
Come avrebbe potuto?
Non sapeva neanche se la ragazza sarebbe riuscita a sopravvivere, dopo la caduta che aveva subito.
Ann si rannicchiò maggiormente sulla sedia e singhiozzò con più forza, piegandosi in avanti e portando il suo pinguino al petto.
Dopotutto in quel momento, non poteva far altro che quello.
Non poteva far altro che lasciare che le lacrime, che fino a poco prima non avevano neanche la forza di uscire dai suoi occhi, rigassero adesso le sue guance, senza che lei riuscisse più a fermarle.
E resto così, tutta la notte, su quella scomoda sedia della sala di attesa di quell’ospedale, aspettando che qualcuno finalmente venisse a darle buone notizie, mentre stringeva con forza quel piccolo e rovinato dal tempo pinguino; l’unica cosa che Shiho le aveva lasciato.