A robot can't die of loneliness
Mar. 12th, 2019 11:45 am![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
QUESTA STORIA PARTECIPA AL COW-T9 INDETTO DA LANDE DI FANDOM
Prompt: Solitudine
Fandom: Nier:Automata
Personaggi: 9S
Note: canon del romanzo ufficiale "Long Story Short"
"Un robot non può morire di solitudine."
Chiunque leggendo questa frase, dicendola, sentendola o anche solo pensandola, crederebbe immediatamente nella sua veridicità.
Dopotutto, come poteva un essere senza cuore, incapace di provare qualsiasi emozione, sentirsi anche minimamente solo al mondo? Come poteva un involucro contenente solo un gran numero di ingranaggi e chip soffrire un qualcosa come la mancanza di affetto di altri? Come poteva un androide, seppur con sembianze umane, provare un sentimento che era unico per quella razza che era così simile in aspetto ma tanto lontana emotivamente da lui?
Già, quel pensiero era più che logico.
Ed era anche quello che 9S aveva sempre pensato.
Un robot non può morire di solitudine.
Questa era stata una delle frasi che 21O gli aveva detto in passato, quando lui aveva azzardato porle quella domanda durante una delle sue missioni.
E anche lui pensava che lei avesse sicuramente ragione.
Per questo, inizialmente, non ci aveva dato poi così tanto peso.
9S aveva sempre portato avanti la sua vita in solitaria, svolgendo le sue missioni da Scanner così come gli era stato assegnato e ignorando la fitta di gelosia che provava ogni volta che vedeva i vari androidi di tipo B fare squadra per portare avanti missioni insieme.
Sempre se quella poteva essere chiamata “gelosia”.
Se un androide non poteva provare emozioni come la solitudine, non poteva neanche essere geloso, no?
Era un qualcosa di completamente irrazionale anche il solo pensare che quel sentimento fosse minimamente possibile per uno come lui.
Nonostante avesse accettato la sua condizione, però, 9S non era ancora del tutto convinto di quella terribile sensazione che lo coglieva ogni volta che, portata a termine una missione, si guardava intorno, cercando qualcuno con cui congratularsi... invano.
Certo, aveva sempre il suo fedele Pod con sé, ma non era esattamente la stessa cosa.
Il Pod era programmato per seguirlo, per combattere al suo fianco e non lasciarlo mai solo.
Non poteva valere come un "amico", utilizzando uno dei termini che aveva letto in uno dei tanti libri scritti dagli umani presenti nell’Archivio.
Per questo, quando anche a lui fu assegnata una compagna, 9S non potè far a meno di essere al settimo cielo.
Insomma, nonostante sapesse che gli androidi di modello Battaglia non fossero poi così amichevoli, a lui bastava avere qualcuno con cui passare del tempo.
E 2B era perfetta per questo suo scopo.
Anche se inizialmente lo aveva trattato in modo freddo, 9S si era reso conto del modo in cui l'androide si era mano mano aperta a lui.
Adesso aveva qualcuno che lo ascoltasse ogni volta che scovava qualcosa.
Adesso aveva qualcuno che parlasse con lui.
Adesso aveva qualcuno che lo camminasse al suo fianco, combattendo con lui.
Adesso aveva finalmente qualcuno che lo capisse e che impedisse che lui si sentisse, anche se solo per poco, solo...
...o almeno così credeva.
9S sapeva benissimo che quella era tutta una messinscena, messa in atto dal loro Comandante.
Sapeva fin troppo bene che 2B era in realtà un tipo di androide completamente diverso da quello di Battaglia.
Lei era un tipo E.
Un Esecutore.
Un tipo di androide nascosto, che era designato solo ed unicamente per diventare alleato con un androide che poteva diventare problematico, per poterlo uccidere e resettare nel caso in cui ci fosse qualcosa che non andasse.
E il tutto aveva perfettamente senso.
Lui era un tipo Scanner di ultima generazione.
Molto probabilmente, anche se con l'ausilio del tempo, non gli ci sarebbe voluto niente per arrivare a capire qualcosa che il Comandante e il Consiglio dell'Umanità volevano nascondere.
E per questo lo avevano affidato ad un altro androide che lo tenesse d'occhio e gli impedisse di scoprire qualcosa di troppo.
E, in tutto questo, 9S non era neanche sicuro di quante volte quel ciclo si stesse ormai ripetendo.
Se era stato già ucciso da 2B in passato, se alcuni delle missioni e dei ricordi che aveva con lei fossero in realtà repliche di ciò che era già successo, se lui avesse capito altre volte la sua identità... tutte queste restavano incognite che gli impedivano di avere un quadro completo della situazione.
Ad essere sinceri, quando aveva capito cosa si stava nascondendo dietro quel suo volto impassibile e freddo, 9S non aveva escluso la possibilità di fuggire.
Aveva pensato sul serio di uccidere quell'androide che era diventato il suo boia e che avrebbe prima o poi calato la sua falce su di lui, resettandolo.
Ci aveva anche provato a dire la verità.
Non gli ci sarebbe voluto molto; essendo lui un tipo Scanner di ultima generazione, era in grado di hackerare qualsiasi essere robotico si trovasse davanti, mandandolo completamente in corto circuito.
Se ne erano presentate tante di occasioni in cui lui avrebbe potuto farlo.
Bastava solo che lei abbassasse la guardia per un momento e lui avrebbe agito.
Si era sempre ripetuto quelle parole, convinto sul da farsi...
Eppure, ogni volta che ne aveva l'occasione, 9S si tirava indietro.
"Ancora un po'." pensava "Voglio stare con qualcuno per ancora un po'."
"Non voglio restare solo di nuovo."
E questo lo aveva portato in quella condizione.
In quella spirale infinita di vita e morte che continuava a tornare sui suoi passi, facendo ripetere eventi che già erano accaduti e aggiungendone di nuovi ogni volta che lui veniva resettato.
Ma a 9S questo non importava.
L'unica cosa che per lui era importante era poter ancora stare al fianco di quell'androide che era la sua più temibile nemica ma, allo stesso tempo, anche la sua più fedele amica.
Per questo aveva stretto i denti e aveva accettato quella situazione.
Per questo aveva fatto finta di non rendersene conto.
Per questo aveva continuato a comportarsi come niente fosse, continuando a stare al fianco di 2B.
Se quello voleva dire che non sarebbe stato più solo, gli sarebbe bastato.
Di questo era certo.
Però...
...non immaginava certo che le cose potessero prendere una tale piega.
Era successo tutto così in fretta, che neanche gli sembrava un qualcosa di reale.
Il Quartier Generale era crollato.
2B era morta.
E lui era di nuovo solo; completamente solo.
E, per quanto finalmente si sentisse libero da quel controllo continuo a cui era stato sottoposto per un tempo che lui non era in grado di calcolare, 9S non riusciva più ad andare avanti in quel modo.
In un istante aveva perso tutto quello a cui più teneva.
In un solo, singolo, secondo tutto quello su cui aveva fatto affidamento in quei mesi, se non in quegli anni, era scomparso.
Non sapeva quante volte gli era capitato di svegliarsi e pensare che tutto quello era un incubo, che, quando avrebbe aperto gli occhi, 2B sarebbe stata nuovamente al suo fianco, pronta per un'altra missione.
Non sapeva quante volte si era voltato alla sua destra, per parlarle, per poi ricordarsi che lei non c'era più.
Non sapeva più neanche quante volte si era ritrovato al buio, rannicchiato in qualche angolo della stanza che la Resistenza aveva preparato per lui.
E, mentre lacrime che non sentiva neanche appartenere più a lui gli rigavano il viso, bagnandogli la pelle sintetica, 9S non poteva far altro che pensare a quelle dure parole che continuavano a ronzargli in testa.
"Un robot non può morire di solitudine."
Lo sapeva.
Lo sapeva fin troppo bene.
Ma, nonostante questo, non poteva far altro che desiderare che potesse accadere, così da poter finalmente porre fine a quel dolore incessante che continuava a logorargli quel cuore che non possedeva.