Fandom: Persona 4
Ship: Naoto x Kanji
Warning: Hurt/comfort
Missione: M4 - Hurt/comfort
Parole: 323

Lei era lì, seduta a testa china sull'ultimo gradino delle scale. Le spalle le sussultavano ogni pochi secondi, ma nessun suono proveniva dalla sua figura.
«Naoto, ti prego, dimmi cosa ti è successo.»
E fu in quel momento che Naoto esplose.
Le lacrime che fino a quel momento era riuscita di nascondere ricominciarono a uscire dai suoi occhi, senza accennare a volersi fermare.
Un piccolo singhiozzo uscì dalle sue labbra e la ragazza abbassò nuovamente lo sguardo, portandolo via dall’espressione sempre più preoccupata di Kanji che, adesso, non aveva chiaramente idea di cosa fare.
«Naoto...?»
«Cosa ho io di sbagliato?! Cosa ho io che non va?!»
Prima ancora di riuscire a fermarsi, quelle parole sfuggirono dalle sue labbra, con molta più aggressività di quella che lei aveva voluto.
«Naoto, ascol–»
Kanji provò a risponderle, ma oramai lei non poteva più fermarsi.
«Cosa ho fatto di male, Kanji-kun?! Perché non posso essere amata per quello che sono?!» urlò, ancora più forte di prima, mentre le lacrime le rigavano con ancora più velocità il viso.
«Naot–»
«Cosa ho fatto per meritarmi que—»
«Naoto!»
Il volume con cui Kanji aveva pronunciato il suo nome, questa volta, era così elevato che la ragazza rimase completamente in silenzio, gli occhi puntati sul ragazzo di fronte a lei.
Prima che la ragazza potesse cominciare nuovamente a parlare, Kanji la afferrò per le spalle e lei sussultò visivamente.
«L’unica cosa sbagliata in te è il ragazzo di cui ti sei innamorata.– le disse lui, stringendole così forte le braccia da farle quasi male –Tu sei perfetta, Naoto. Nessuno è come te. Non conosco nessuna ragazza che sia come te!»
Naoto non poteva far altro che ascoltare, mentre le lacrime continuavano ad uscire dai suoi occhi.
Una parte di lei faticava a credere a quelle parole. Un'altra, invece, voleva abbandonarvisi senza remore.
Così, la detective si lasciò abbracciare dal ragazzo che, in quel momento, era la sua unica fonte di consolazione.

Magic

Apr. 1st, 2020 11:35 pm
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Sonia x Gundham
Note: -
Missione: M4 - Magic
Parole: 258

Fin da quando era piccola, Sonia aveva da sempre creduto nella magia.
Non era raro che passasse le sue giornate a leggere enormi libri che parlassero di incantesimi e pozioni, nascosta tra le diverse librerie della biblioteca del suo castello.
Era diventata così fissata con quell'argomento che, addirittura, era arrivata a creare il suo stesso tomo di magia, dove annotava tutto ciò che aveva scoperto nei suoi studi.
E, nonostante tutti le dicessero che quella era solo una perdita di tempo, Sonia non aveva mai smesso di cercare "piante miracolose" nel suo immenso giardino, oppure di inventarsi parole e frasi impossibile da pronunciare, convinta che, un giorno, avrebbe dimostrato a tutti di essere una vera e propria maga.
Aveva anche fatto un incantesimo d'amore, una volta.
A ripensarci adesso, la principessa si poteva rendere conto di quanto quell'idea potesse essere stupida.
Anche se all'epoca le sembrava di aver creato l'incanto più potente del mondo, l'unica cosa che aveva fatto era aver utilizzato dei petali di rosa rossa per creare uno strano profumo; poi, urlando la parola "amore" in ben trenta lingue diverse, aveva fatto una strana danza intorno ad un cerchio disegnato con un gessetto a terra.
Aveva cinque anni quando quell'incantesimo era stato lanciato.
E adesso che ne erano passati ben più di dieci, la principessa si vergognava terribilmente ogni volta che il suo maggiordomo e i suoi genitori le ricordavano quell'evento.
Quando incontrò Gundham, però, Sonia pensò che quella magia, che aveva fatto ormai tanti anni prima, avesse, anche se in ritardo, portato i risultati voluti.
Fandom: Danganronpa, Persona 4
Personaggi scambiati: Junko Enoshima (DR) e Izanami (P4)
Altri personaggi presenti in questa parte: Mukuro
Note: SPOILER per entrambi i fandom
Missione: M7
Parole: 262

Izanami era contenta di aver fatto quello scambio.
Mentre guardava l'edificio della Hope's Peak Academy venire completamente avvolto dalle fiamme e gli studenti che si uccidevano a vicenda, la dea – o, per essere precisi, l'ex-dea – non poteva far altro che complimentarsi con se stessa per la scelta che aveva preso poche ore prima.
Sapeva che non avrebbe avuto alcuna speranza nella riuscita del suo piano, a Inaba.
Era una dea, certo, ma l'animo degli esseri umani era fin troppo difficile da poter manipolare utilizzando un potere sovrannaturale.
Per questo, aveva usato i suoi poteri per poter osservare realtà parallele alla sua, universi lontani e vicini, e comprendere come si potesse davvero riuscire a vincere contro una mentalità così complessa da poter sopraffare addirittura una divinità.
E finalmente l'aveva trovata.
Anche se ciò che aveva visto era molto diverso da quel che Izanami aveva ricercato, la dea non poteva certo non riconoscere l'enorme potenziale di Junko Enoshima.
Quella ragazza era riuscita a farsi seguire da così tante persone che, sicuramente, non avrebbe avuto problemi a convincere un piccolo paesino a desiderare l'arrivo delle Shadow.
E, in più, Izanami sapeva che quella liceale non si sarebbe tirata indietro.
Dopotutto, ciò che Junko cercava era la disperazione.
Darle quei poteri poteva solo rendere le cose più divertenti e semplici da quel punto di vista.
Ma quello non avrebbe giovato solo quella ragazza.
Izanami si passò una mano tra i capelli, sorridendo.
Lei non sarebbe stata da meno.
«Andiamo Mukuro.– disse voltandosi verso la ragazza al suo fianco –Dobbiamo riempire il mondo di disperazione.»
Fandom: Danganronpa, Persona 4
Personaggi scambiati: Junko Enoshima (DR) e Izanami (P4)
Altri personaggi presenti in questa parte: Adachi
Note: SPOILER per entrambi i fandom
Missione: M7
Parole: 325

Junko non era sicura del perché si fosse ritrovata in quel luogo.
Insomma, possibile che una come lei, la fortissima e la potentissima Junko Enoshima, colei che aveva ottenuto il titolo di Ultimate Despair si ritrovasse in quello che sembrava essere un paesino sperduto tra le montagne?
La ragazza si guardò intorno, passandosi una mano tra i capelli e sussultando quando sentì il modo in cui erano unti e sporchi.
“Ma cosa...?”
Junko guardò la sua mano per capire cosa le desse quella strana sensazione, ma fu in quel momento che qualcosa di completamente assurdo attirò la sua attenzione.
La manica della maglia che stava indossando fino ad un momento prima era completamente diversa.
La ragazza esaminò i suoi vestiti, mentre sempre più domande si formavano nella sua mente.
Tutto era cambiato nel suo vestiario e, sicuramente, in peggio.
Il bellissimo capo firmato che si era messa quella stessa mattina, per celebrare il primo giorno di Disperazione nel mondo, era completamente svanito.
Al suo posto si trovava una... una...
«Una tuta da benzinaio?!» esclamò, non riuscendo a nascondere il suo stupore quando capì cosa avesse indosso e facendo voltare verso di lei una signora che stava passando lì accanto.
Ok, la situazione era decisamente sfuggita di mano.
Quello doveva essere un sogno, un sogno terribile, un incubo sicuramente “da disperarsi”.
Ma, per quanto la disperazione fosse ciò che la ragazza aveva cercato fino a quel momento, quella situazione non era proprio ciò che voleva.
Doveva tornare indietro.
Non sapeva in che modo, ma doveva riuscire a tornare.
«Mi scusi, devo chiedere a lei?»
Ma, quando lo sguardo di Junko incontrò gli occhi dell'agente di polizia che aveva appena fermato l'auto accanto al distributore il suo istinto le disse che, forse, la disperazione che avrebbe incontrato in quel luogo sarebbe stata comunque all'altezza delle sue aspettative.
Un sorriso si formò sulle sue labbra.
«Certo, è nuovo di qui?– disse, tendendogli la mano –Le do il benvenuto.»
Fandom: Bravely Default
Personaggi: Tiz
Note: SPOILER
Missione: M6 - Ritornare dove tutto è finito
Parole: 270
 
Quello era il posto in cui la sua vita era finita.
Tiz osservò l'enorme voragine che si trovava di fronte a lui, nel punto esatto in cui pochi mesi prima sorgeva Norende.
La città che da sempre aveva conosciuto e in cui aveva vissuto fin da bambino era scomparsa, non lasciando nessuna traccia dietro di sé, come se fosse stata viva solo in un sogno, come se non fosse stata reale, come se non fosse mai esistita.
E, adesso, Tiz era l'unica prova della vita di quella cittadina.
Senza che neanche avesse avuto possibilità di scelta, il ragazzo si era ritrovato a essere l'unico sopravvissuto di quella tragedia che, nonostante fosse ormai passato tempo, continuava a tormentarlo.
Perché lui era ancora vivo?
Se lo era chiesto più volte durante il suo viaggio.
Aveva continuato a viaggiare, sperando di ottenere giorno una risposta a quella domanda che lo stava perseguitando.
Poi, si era finalmente ricordato cosa era accaduto quel giorno.
Lui era morto lì, insieme a tutti gli altri.
La vita che stava vivendo non era altro che quella di qualcun altro, di quell'anima che non sapeva né come né perché si era impossessata del suo corpo.
Il ragazzo sapeva che poteva far finta di niente, che poteva continuare a vivere...
...ma non poteva lasciare le cose andassero così.
Ed era per questo che, adesso, si trovava lì.
Perché aveva giurato che, qualsiasi quella fosse, avrebbe accettato la verità.
Tiz chiuse gli occhi, lasciando che quell'anima a lui estranea lo abbandonasse definitivamente.
Nel momento in cui il suo corpo tocco terra, non era rimasto altro di lui che un guscio vuoto.

Wings

Mar. 29th, 2020 08:58 pm
Titolo: Wings
Fandom: Bravely Default
Ship: Tiz x Agnès
Note/Warnings: Soulmate!AU, Wing!fic
Missione: M2 – Wing!fic
Parole: 250
 
Per quale stupido motivo incontrare la propria anima gemella doveva farti crescere delle ali?
Quella domanda affliggeva la mente di Tiz da sempre, fin da quando, da bambino, il ragazzo era venuto a conoscenza di quella strana mutazione.
Non riusciva a vederne il senso.
Anche se le ali erano sicuramente qualcosa di bellissimo da vedere, questo non significava che fossero comode.
Tiz non riusciva minimamente ad immaginare come potesse condurre la sua vita con quelle due enormi appendici attaccate alla sua schiena.
Insomma, la vita di tutti i giorni sarebbe stata decisamente limitata.
Per questo, anche se anche lui sapeva quanto fosse illogico, Tiz aveva seriamente iniziato a sperare di non incontrare la sua anima gemella.
Insomma, che senso aveva quella ricerca se l'unico risultato era rendere la vita meno libera di prima? Quanto tempo gli ci sarebbe voluto per abituarsi?
Ma, nel momento in cui i suoi occhi incrociarono quelli di Agnès e il ragazzo sentì le sue ali iniziare a crescere dietro la sua schiena, tutti quei pensieri negativi scomparvero.
Non gli importava più di tutto quello che non avrebbe potuto fare.
Non gli importava più quanto la vita sarebbe diventata limitante.
Non gli importava più del tempo che ci avrebbe messo per abituarsi a quell'improvviso e assurdo cambiamento.
L'unica cosa che voleva fare era afferrare la mano di quella bellissima ragazza e volare via con lei, godendosi a pieno quella stupenda libertà che gli era stata appena donata e che, solo in quel momento, Tiz aveva compreso.
Fandom: Bravely Default
Pairing: Edea x Ringabel
Prompt: M3 – Cioccolateria Dieta
Avvertimenti: fluff
Parole: 271
 
 
«Ringabel! Ringabel entriamo!»
Ringabel si fermò non appena sentì Edea afferrargli il braccio e esclamare il suo nome, neanche fosse una bambina di fronte al più grande parco giochi del mondo.
Il ragazzo guardò alla sua destra, posando lo sguardo sul punto che la guerriera continuava a indicare.
E fu in quel momento che sentì il sangue gelarglisi nelle vene.
Una cioccolateria.
Quella che si trovava di fronte a lui era sicuramente il negozio di cioccolata più grande che lui avesse mai visto.
Il ragazzo si fermò immediatamente a fare mente locale, cercando di capire dove avesse sbagliato.
Sapeva che Edea era a dieta e, per questo, aveva passato l'intera mattinata a scegliere un percorso "sicuro": delle strade, cioè, che non presentassero alcun tipo di golosità che potessero in qualche modo stuzzicare l'appetito della sua ragazza.
Come aveva potuto quel negozio passargli sotto il naso in quel modo, senza che lui se ne accorgesse?
«Edea...»
Ringabel si voltò nuovamente verso di lei.
No, non potevano entrare.
Ne andava della sua incolumità.
Anche se il ragazzo non comprendeva come fosse possibile, ogni volta che Edea mangiava più del dovuto la colpa era sempre di lui. Non poteva lasciare che anche questa volta la ragazza lo accusasse di non averla fermata e di averle lasciato compiere (l'ennesimo) sgarro alla sua dieta.
Ma, quando vide il modo in cui gli occhi di lei stavano brillando alla vista di tutto quel cioccolato, Ringabel non trovò il coraggio di rifiutare.
Così, entrò nel negozio, seguendo una Edea decisamente più su di giri del solito e preparandosi mentalmente a quello che sarebbe stato poi il suo destino.
Fandom: Persona 4
Personaggi: Naoto, Rise
Prompt: M3 – La signora in Verde Pistacchio Investigazioni
Avvertimenti: Demenziale
Parole: 316
 
Naoto non sapeva neanche perché si era lasciata sfuggire l'idea di voler aprire un'agenzia investigativa, pochi minuti prima.
E, soprattutto, non riusciva proprio a capire cosa le fosse venuto in mente quando, tra tutte le persone a cui poteva dirlo, lo aveva raccontato proprio a Rise.
Da quel momento, la idol aveva iniziato a non parlare d'altro.
Di come doveva essere l'arredamento, di dove doveva essere collocata l'agenzia in città, di chi assumere come segretaria, come doveva essere il suo abbigliamento...
Rise sembrava essersi completamente incantata sull'argomento.
E fu in quel momento che, un'altra questione uscì dalle sue labbra:
«Devi trovare anche un nome adatto, Naoto!»
La detective si voltò verso la sua amica, per una volta sapendo cosa rispondere.
«La chiamerò semplicemente Shirogane, Rise.– le disse Naoto –Il mio cognome è abbastanza famoso da essere adatt...»
«No, no e ancora no!»
La idol sbatté le mani sul tavolo a cui erano sedute e si piegò verso di lei, alzando un sopracciglio.
Naoto la osservò, interdetta.
«Ehm... prego?»
«Ho detto di no!– ripetè Rise, continuando a guardarla come se avesse detto qualcosa di inaccettabile –Con un nome del genere non attirerai mai i clienti Naoto!»
“Ma c'è davvero bisogno di attirare clienti in un'agenzia investigativa?”
Nonostante quella domanda le ronzasse in testa, la detective sospirò.
«Allora tu cosa proponi?» domandò poi, già pronta a sentire un'altra delle assurdità della sua migliore amica.
Un piccolo sorriso si formò sulle labbra di Rise.
«Ovviamente, un nome particolare e che faccia venire immediatamente curiosità a chi passa davanti all'insegna.– rispose, con un tono fiero –Ad esempio: "La signora in Verde Pistacchio Investigazioni"»
...Cosa?
«Rise, io non mi vesto mai di verde.»
«Appunto!– esclamò la idol, il sorriso sulle sue labbra non ancora svanito –Dà un'aria di mistero adatta alla tua attività, non trovi?»
...
Fu in quel momento che Naoto decise che avrebbe continuato a lavorare per la polizia.
Fandom: Danganronpa 2
Personaggi: Hajime, Sonia, Gundham
Prompt: M3 -  Amici a Sei Zampe Negozio di animali
Avvertimenti: Demenziale
Parole: 250
 
«Gundham, questo sì che è un nome perfetto!»
Hajime Hinata alzò lo sguardo quando sentì la voce di Sonia esclamare quelle parole, e lo puntò sul tavolo poco lontano dal suo, dove la principessa si trovava insieme a Gundham.
«Lo so, Dark Lady. E' per questo che lo ho scelto. Ma apprezzo i tuoi complimenti.»
Questa volta era stato il ragazzo a parlare.
Entrambi stavano osservando un foglio che si trovava sul tavolo davanti a loro, poggiato sul tavolo di legno.
Gundham teneva in mano un lapis e continuava a scribacchiare qualcosa sul foglio, mentre Sonia guardava quello che il ragazzo stava facendo con i suoi occhi che brillavano come al solito.
Hajime, d'altro canto, aveva quasi paura di scoprire di cosa stessero parlando.
Non era la prima volta che quei due iniziavano a fare dei discorsi assurdi, che solo loro due riuscivano a capire.
Ma la curiosità era troppa per trattenersi.
«Il tuo negozio di animali avrà sicuramente successo con questa insegna!» esclamò Sonia.
Facendo finta di niente, il ragazzo si alzò dalla sedia con il vassoio del suo pranzo tra le mani e si avvicinò al loro tavolo.
«Esattamente, dà un'aria di mistero che chiunque troverebbe affascinante.» rispose Gundham.
Quando passò dietro di loro, Hajime buttò uno sguardo al foglio su cui i due stavano scrivendo.
Ma, quando lesse il nome "Amici a Sei Zampe Negozio di animali", il ragazzo decise che era meglio non farsi domande e di fare finta di non aver visto e sentito niente.
Fandom: Persona 4
Pairing: Kanji x Naoto
Prompt: M3 – Virgola Libreria
Parole: 285
 
La libreria era un posto che Kanji non era solito visitare più di tanto.
Il ragazzo non era assolutamente interessato nella lettura di libri e, quindi, molto spesso passava davanti a quel negozio senza neanche lanciare uno sguardo alla vetrina.
Quella volta, però, qualcosa attirò la sua attenzione e il ragazzo si era fermato immediatamente davanti alla vetrina del negozio.
Fino a quel momento, non aveva neanche visto il nome di quel luogo, nonostante ci fosse passato davanti tantissime volte in quegli anni.
"Virgola".
Chissà da dove lo avevano tirato fuori.
Ma non era certo quello che aveva catturato il suo sguardo.
Era stato un cappello blu.
Quello era ciò che era entrata nel suo campo visivo e che si trovava adesso oltre il vetro della vetrina.
Dopo poco, anche il resto della figura divenne chiara ai suoi occhi: Naoto Shirogane.
La ragazza per cui Kanji aveva una cotta si trovava lì, solo ad un vetro di distanza da lui.
E, nonostante sapesse che quello che stava facendo poteva essere considerato stalking, il ragazzo non riusciva più a muoversi.
Era lì, immobile, ad osservare lo sguardo concentrato della detective che, chiaramente in difficoltà, stava scegliendo quale libro comprare da quelli che si trovavano sullo scaffale davanti a lei.
Era bellissima.
Non c'erano altri aggettivi per descriverla.
Tutto di lei era perfetto.
Kanji era così immerso nei suoi pensieri che non si rese conto neanche che Naoto aveva notato la sua presenza e si era adesso voltata verso di lui.
"Oh no."
Lo avrebbe preso per un pazzo.
Totalmente per un pazzo.
Ma, quando la detective gli sorrise e agitò leggermente la mano per salutarlo, il ragazzo decise che poteva prendere coraggio e entrare nel negozio.
QUESTA STORIA PARTECIPA AL COW-T9 INDETTO DA LANDE DI FANDOM
Prompt: Dimenticarsi di qualcosa/qualcuno
Parole: 521
Fandom: Persona 4
Personaggi/Coppie: Kanji/Naoto
Note: raccolta di tre flashfic



Naoto non aveva mai dimenticato il pranzo.
Solitamente si svegliava molto presto, per poter preparare con tutta la calma di cui aveva bisogno il suo cestino che poi si sarebbe portata a scuola, così come faceva la maggior parte dei suoi compagni.
Quella mattina però, le cose non erano andate come previsto e, dopo che si era svegliata in ritardo, era dovuta correre alla stazione del bus, dimenticandosi completamente del fatto che, ad una certa ora, avrebbe pur dovuto mangiare qualcosa.
Si era resa conto di questo solo quando era oramai a scuola, seduta al suo banco, senza che potesse oramai fare più niente per rimediare.
Non che quello fosse un problema. Dopotutto, quel giorno sarebbero usciti prima del solito e quindi avrebbe potuto mettere qualcosa sotto i denti appena tornata a casa. Doveva solo resistere fino ad allora e sperare che il bus per tornare al suo appartamento non arrivasse troppo in ritardo.
Ma, quando Kanji la invitò a dividere il suo pranzo con lei, dandole così l’opportunità di rimanere da soli, Naoto pensò che forse non era poi una così brutta idea approfittare di quell’occasione e che, forse, poteva dimenticare più spesso di farsi il pranzo, se questo voleva dire poter passare la pausa pranzo in compagnia del ragazzo.
 
Kanji non pensava fosse possibile dimenticarsi una cosa del genere.
Seduto al suo banco, non poteva far altro che osservare la data che era stata scritta sulla lavagna, sentendosi un completo idiota.
Era il 14 marzo, il White Day, giorno in cui, a regola, sarebbe toccato a lui regalare qualcosa a Naoto dopo che lei gli aveva portato quella scatola di cioccolatini per San Valentino.
Ma lui se ne era dimenticato.
Non di fare il regalo, ovviamente.
A quello aveva pensato oramai da settimane.
Anzi, aveva anche rischiato che la sua ragazza lo trovasse in anticipo, visto quante volte avevano passato del tempo in camera sua in quell’ultimo mese.
E ora che era arrivato il giorno, era stato così cretino da lasciarlo a casa.
Ora sì che la detective non gliel’avrebbe fatta passare liscia...
Quando però Naoto gli chiese se potesse passare il pomeriggio da lui, il ragazzo capì di essere salvo.

Naoto non era poi così tanto disperata per aver dimenticato "accidentalmente" la propria tuta da ginnastica a casa, quella mattina.
Infatti, non aveva mai avuto particolarmente voglia di sostenere quell’attività e, quel giorno in particolare, si era svegliata con un umore per niente adatto per affrontare quelle tre ore di tortura che la aspettavano e che l’avrebbero mandata sicuramente al tappeto.
In realtà, non riusciva neanche a capire la vera utilità di quella materia.
L’unica cosa che facevano durante quelle ore era correre intorno al campo, competendo l’uno contro l’altro.
E come poteva lei, che aveva le gambe che erano nemmeno la metà di quelle della maggior parte dei suoi compagni, trovare quest’attività minimamente utile e divertente?
Ma, quando Kanji le propose di prestargli la sua maglia da usare come "tuta alternativa", sostenendo che lui sarebbe rimasto per tutta la lezione a torso nudo, Naoto pensò che forse quelle ore potevano essere meno pesanti di quel che sembravano.

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