Shooting Star
Feb. 26th, 2020 11:39 pm1.
Fandom: Persona 3
Coppia: Akihiko x Mitsuru
Tipo di storia: raccolta di pure drabble
Numero di drabble: 15
POV: Mitsuru
Missione: M2 - L'Imperatrice
Nota: Mitsuru rappresenta l'arcano de L'Imperatrice in Persona 3.
QUESTA STORIA PARTECIPA SIA AL COW-T10 (INDETTO DA LDF) SIA A "IL WALTZER DI FIORI" (INDETTO DA PIUME D'OTTONE)
1. Alloro – Vittoria
Mitsuru non si era mai sentita così tanto bene in vita sua.
Avevano vinto.
Non appena il Tartarus era scomparso e loro si erano ritrovati di fronte alla loro scuola, la ragazza aveva sentito tutta la tensione di poco prima dileguarsi, mentre alcune lacrime di commozione iniziavano a farsi strada lungo le sue guance.
Quella storia aveva finalmente raggiunto una fine.
Avevano battuto Nyx. Erano riusciti a salvare il mondo.
E, adesso...
Una sensazione di calore la invase quando Mitsuru si voltò verso Akihiko e si lanciò contro di lui, stringendolo con forza.
...adesso niente poteva impedirle di essere felice.
2. Arancio – Matrimonio
Quello sarebbe sicuramente diventato il giorno più bello della sua vita.
Mitsuru lanciò uno sguardo al grandissimo portone che aveva davanti agli occhi e che avrebbe segnato, sicuramente, un nuovo inizio.
Mancava poco, davvero così poco.
Presto l'ingresso si sarebbe aperto e lei avrebbe dovuto iniziare a camminare in quella chiesa che aveva scelto con tanta cura.
Quella canzone, che da settimane era in testa, avrebbe iniziato a risuonare intorno a lei.
Tutti si sarebbero voltati a guardarla e avrebbero ammirato il suo meraviglioso abito bianco.
E, finalmente, sarebbe successo: avrebbe abbandonato il suo nome e sarebbe diventata Mitsuru Sanada.
3. Viola del pensiero – “Ti penso”
Ultimamente Mitsuru non sapeva cosa le stesse succedendo.
Nonostante continuasse a cercare di concentrarsi sul suo lavoro, Akihiko continuava ad apparire nella sua mente, distraendola.
Aveva provato di tutto. Aveva tentato di ascoltare musica a tutto volume; aveva provato a fare altro invece che lavorare; aveva anche cercato di sforzarsi di pensare a qualcosa, qualsiasi cosa, che non fosse il ragazzo.
Ma bastava un attimo di distrazione e Akihiko appariva: i suoi capelli dal colore insolito, i suoi occh–
...
Mitsuru sospirò, chiudendo il libro che stava leggendo e rassegnandosi all'idea che non pensare a quel ragazzo fosse praticamente impossibile.
4. Potentilla – Protezione
«Sì può sapere cosa ti è preso?!»
Neanche lei lo sapeva con certezza. La sua calma che aveva da sempre dominato nel suo carattere era completamente scomparsa nel momento in cui Akihiko era entrato nel suo campo visivo, la ferita sul fianco ben visibile. Era stato in quel momento che Mitsuru si era ritrovata tra lui e il nemico.
«Potevi morire, Mitsuru!»
E per questo adesso si trovavano lì, lui con le mani sulle spalle di lei.
«Lo so, Akihiko...»
«E allora perché lo hai fatto?!»
Le labbra della ragazza si mossero prima che lei potesse fermarle.
«Perché volevo difenderti.»
5. Lobelia – Ostilità
Mitsuru era sempre stata ostile nei confronti delle altre persone.
Non poteva farci niente: quel suo atteggiamento faceva parte di lei fin da quando era una bambina.
Suo padre l'aveva sgridata più volte per il modo in cui si rivolgeva alle persone che la approcciavano, ma lei non era mai riuscita a cambiare, neanche di una virgola.
E quello le faceva male. La convinzione che quel lato del suo carattere potesse non venire accettato dagli altri era qualcosa che la terrorizzava.
Così, quando Akihiko le disse che amava il suo sguardo ostile, Mitsuru si sentì, per la prima volta, accettata.
6. Papavero – Consolazione
Mitsuru sapeva di non avere il diritto di essere felice.
Doveva solo portare avanti il suo compito: sconfiggere le Shadow, nient’altro.
Non aveva avuto tempo di divertirsi.
Eppure, se chiudeva gli occhi, anche lei riusciva a ricordare dei momenti in cui, seppur inconsciamente, era stata felice.
E tutti avevano un solo perno centrale: Akihiko.
Ogni volta che Mitsuru stava con lui, non sapeva cosa le prendesse: era come se la sua presenza riuscisse a cancellare il ruolo loro assegnato; come se solo un suo sorriso fosse in grado di farle sperimentare cosa fosse la felicità.
E questo bastava a consolarla.
7. Petunia – Difficoltà
Da quando aveva iniziato le sue ricerche sul Tartarus, Mitsuru si era ritrovata più volte in difficoltà anche se, ovviamente, il suo orgoglio era troppo grande per farglielo ammettere.
Ogni volta che qualcosa non andava, infatti, la ragazza era sempre riuscita a nasconderlo, rimanendo così il perno centrale del suo gruppo, la guida che tutti i suoi compagni più giovani potevano seguire.
Quella era la verità che aveva raggiunto: lei non poteva permettersi di essere in difficoltà.
Eppure, quando Akihiko le disse che era lì per aiutarla, per la prima volta, Mitsuru non riuscì a fingere che tutto andasse bene.
8. Sambuco – Guarigione
«Come va la ferita?»
Quando Akihiko le rivolse quelle parole, Mitsuru alzò lo sguardo.
«Bene.»
Lei tentò di mettersi a sedere, ma il ragazzo le mise una mano sulla spalla e la spinse nuovamente sul letto.
«Akihiko.» iniziò Mitsuru, la rabbia che già si faceva strada dentro di lei.
Non aveva tempo da perdere. Doveva tornare subito al lavoro, altrimenti ci sarebbero state diverse complicazioni.
«Io resto qui con te.» la interruppe lui, il tono più deciso del solito.
E, nonostante la ragazza avrebbe voluto ribattere nuovamente, l’idea di stare da sola con lui era troppo allettante per poter rifiutare.
9. Cipresso - Lutto
Mitsuru non era mai stato il tipo da cercare consolazioni.
Fin da bambina, la ragazza aveva da sempre affrontato i suoi problemi da sola e, anche nei momenti più difficili, si era chiusa nella sua stanza e aveva nascosto al mondo ciò che provava.
Per questo, la ragazza non riusciva a capire cosa passasse per la testa ad Akihiko in quel momento.
Suo padre era morto. Quella era una verità che lei doveva accettare, da sola, come aveva sempre fatto.
Eppure, quando Akihiko la strinse a sé, sussurrandole in un'orecchio che sarebbe restato con lei, Mitsuru non riuscì a rifiutare.
10. Salice piangente – Lacrime
Mitsuru non aveva mai visto Akihiko piangere.
Il ragazzo si era sempre mostrato forte di fronte a lei e ai loro compagni di squadra, lasciando da parte ogni singolo accenno di debolezza che potesse compromettere il suo ruolo.
Ma, in quel momento, le cose erano diverse.
Nonostante Akihiko stesse cercando di nasconderle le lacrime avevano iniziato a rigargli le guance, mentre i suoi occhi osservavano il vuoto.
Mitsuru sapeva cosa stava provando.
Entrambi stavano soffrendo. Dopotutto, Shinji era il migliore amico di entrambi.
Per questo, senza dire niente, la ragazza abbracciò il ragazzo, lasciando che lui singhiozzasse sulla sua spalla.
11. Non ti scordar di me – Vero amore
Il vero amore non esisteva.
Mitsuru aveva sempre creduto che tutte le storie sul trovare la propria anima gemella e vivere il resto della sua vita con lei non fossero altro che delle fiabe; delle inutili, frivole fiabe.
Nella crudele vita reale, un qualcosa di così bello non poteva esistere.
Per questo, ogni volta che sentiva le ragazze della sua età parlare di cose del genere, Mitsuru non poteva far altro che alzare gli occhi al cielo.
Quando però le sue labbra sfiorarono quelle di Akihiko per la prima volta, la ragazza capì di avere, fino a quel momento, sbagliato.
12. Ibisco – Bellezza
Mitsuru si era da sempre considerata una bella ragazza.
E, nonostante le altre persone odiassero quasi questo suo lato, lei non ci dava peso, anzi, continuava a mostrarsi sicura di sé.
Questo aveva portato però a delle situazioni che la ragazza non riusciva più a sopportare.
Le ragazze avevano iniziato a odiarla, arrivando a evitarla pur di non stare insieme a lei.
I ragazzi, invece, cercavano in tutti i modi di conquistarla, nonostante non fossero realmente innamorati di lei.
Così, quando Akihiko le disse che lui l’amava indipendentemente dalla sua bellezza, Mitsuru si sentì la ragazza più felice del mondo.
13. Gladiolo – Infatuazione
Mitsuru non era mai stata il tipo da prendersi delle cotte.
La ragazza era sempre stata convinta che l'amore era un qualcosa che non aveva senso di esistere nella sua vita, figuriamoci un'infatuazione! Quelle sì che le aveva da sempre considerate inutili.
Anzi, non solo, ma anche terribilmente fastidiose.
Quando vedeva le ragazze della sua età arrossire o ridacchiare in quel modo assurdo, Mitsuru si vergognava per loro.
Per questo, lei era sicura che niente l'avrebbe ridotta in quello stato.
Ma, quando Akihiko le sorrise, la ragazza non fu capace di fermare il rossore che si diffuse sulle sue guance.
14. Campanula – Perseveranza
Nonostante Mitsuru avesse tentato più volte di reprimere i suoi sentimenti per Akihiko, il suo stato d'animo non sembrava volerla lasciare in pace.
La ragazza non sapeva come fosse possibile, ma ogni volta che credeva di aver finalmente messo un freno a quelle emozioni che lei considerava frivole e senza senso, bastava uno sguardo del diretto interessato ed ecco che quei sentimenti riprendevano ad ardere in lei, ancora più forti di prima.
E quello per lei era assolutamente inaccettabile.
Non poteva cedere alla loro perseveranza, per nessun motivo.
Ma, quando Akihiko la baciò, la ragazza non fece niente per allontanarlo.
15. Asfodelo – Rimpianto
Se c'era una cosa che suo padre le aveva insegnato, era che, nella vita, era meglio non avere alcun rimpianto.
Dopotutto, con tutti i rischi che correva ogni notte, nel Tartarus, era meglio fare subito ciò che si voleva, senza rischiare di non poterlo fare in un secondo momento.
Ma, nonostante ciò, c'era qualcosa che la ragazza aveva rimandato per tutto quel tempo.
Qualcosa che lei aveva desiderato da tanto e che, adesso che dovevano combattere Nyx, avrebbe davvero rischiato di non ottenere più.
Per questo, quando Akihiko andò a chiamarla, come faceva ogni volta, Mitsuru non esitò a baciarlo.
If you were a woman and I was a man
Would it be so hard to understand?
That a heart's a heart and we do what we can
If you were a woman and I was a man
«Dovresti dormire, Akihiko.»
Mitsuru non poté far a meno di sorridere quando vide il ragazzo sussultare leggermente e voltarsi verso la direzione da cui lei aveva parlato.
«Scusa, non volevo spaventarti.» aggiunse, uscendo dalla porta a vetro e chiudendosela alle spalle.
Per un attimo, il silenzio notturno calò nuovamente tra di loro.
Akihiko rivolse lo sguardo verso il cielo, contornato di così tante stelle che era pressoché impossibile riuscire ad osservarle tutte.
Ma Mitsuru sapeva che non erano le stelle ciò a cui Akihiko era interessato.
Gli occhi del ragazzo erano fissi sulla luna.
In effetti, chiunque in quella situazione l’avrebbe guardata: un enorme disco dorato che spiccava nel cielo notturno, nascondendo all’occhio umano tutte le stelle che gli stavano più vicine.
«Da quanto sei qui?»
Quando lui le pose quella domanda, la ragazza dovette pensarci un attimo prima di rispondere.
Da quanto era lì?
Da tanto, da quando lui era uscito dalla sua stanza a dire la verità.
E poteva dirglielo?
No, certo che non poteva.
Ammettere di essere stata ad osservarlo fino a quel momento era sicuramente una delle dichiarazioni che Mitsuru non avrebbe mai voluto rilasciare in vita sua.
«Non da molto. Sono appena arrivata.» mentì, mettendoci forse troppo tempo a rispondere.
Akihiko sembrò crederle o, se non lo fece, non ne dette alcun segno.
Poi, silenzio.
Mitsuru mise le braccia sulla ringhiera del terrazzo, portando anche lei gli occhi al cielo e osservando le numerose stelle che si trovavano sopra di loro.
O, almeno, questo era quello che avrebbe voluto fare.
Nonostante ogni singolo neurone nel suo cervello le stesse ordinando di volgere lo sguardo in alto, la ragazza era rimasta immobile, con gli occhi fissi sul ragazzo accanto a lei.
Dopotutto, cosa poteva farci?
Akihiko era bellissimo.
La sua pelle brillava sotto la luce della luna piena, .
I suoi capelli albini erano tirati indietro, facendo sì che la ragazza potesse osservare ogni minimo dettaglio del suo viso.
Le sue labbra rosee, già particolarmente invitanti durante il giorno, sembravano adesso più gonfie e carnose; così tanto che Mitsuru ebbe quasi l'impulso di sfiorarle con le proprie...
«Dovresti dormire anche tu, Mitsuru.»
La ragazza tornò con i piedi per terra non appena Akihiko le rivolse la parola, portando avanti una conversazione che lei, oramai, credeva fosse già finita.
Con uno scatto fulmineo, si voltò, sperando con tutta se stessa che il ragazzo non si fosse reso conto del modo in cui lo stava osservando fino a pochi secondi prima.
“Torna sulla Terra, Kirijo.”
No, quello non era assolutamente il momento per lasciarsi andare.
Lei lo sapeva, lo sapeva fin troppo bene.
«Non riesco a dormire.» rispose, la voce diventata un sibilo.
A mezzanotte, la Dark Hour – la loro ultima Dark Hour – sarebbe giunta e loro sarebbero dovuti intervenire immediatamente per salvare il mondo da Nyx.
“Salvare...”
Quella parola era così strana.
Era strana proprio perché lei sapeva che non avrebbero mai potuto salvare proprio un bel niente.
Sarebbero andati a morire.
«Questa sarà la nostra ultima battaglia.» disse poi, continuando a tenere lo sguardo fisso sulle stelle sopra di lei.
Anche se non lo stava guardando, Mitsuru sapeva che Akihiko stava annuendo.
Lo aveva osservato così tanto in quegli anni che poteva sempre immaginare cosa lui avrebbe fatto.
Per questo quella notte aveva aspettato che lui uscisse dalla sua stanza, per dirigersi sul terrazzo: perché era a conoscenza che lui lo avrebbe fatto. Ma questo non lo avrebbe mai ammesso.
Dopotutto, non avrebbe mai potuto.
«Questa sarà probabilmente anche la nostra ultima notte insieme, Mitsuru.»
La voce con cui Akihiko aveva pronunciato quelle parole era completamente diversa dal solito.
I look at you, you look away
Why do you say we're night and day?
Mitsuru abbassò lo sguardo, distogliendolo dalle stelle.
Aveva ragione.
Quella era sicuramente la loro ultima notte insieme.
La ragazza sussultò leggermente quando Akihiko fece scivolare delicatamente la sua mano su quella di lei.
«Mitsuru, guardami.»
“No.”
I'd like to try another way
Oh, baby, for just one day!
Prima ancora che quel suo pensiero potesse propagarsi nella sua mente, però, Mitsuru aveva già alzato lo sguardo e lo aveva puntato sul ragazzo accanto a lei.
Akihiko era così diverso, in quel momento.
La luce nei suoi occhi, il sorriso triste sulle sue labbra, il modo in cui le stava stringendo la mano... lo rendevano quasi un'altra persona.
«Cosa vuoi fare, Mitsuru?»
Quella domanda l'aveva presa completamente alla sprovvista.
«Akihiko...»
«Mitsuru, cosa vorresti fare?– la interruppe lui, la voce che gli tremava leggermente –Lo sai che io farei come vuoi tu. Qualsiasi cosa tu decida.»
La ragazza serrò le labbra, lasciando andare ogni sua difesa e osservando Akihiko che, lentamente, aveva iniziato ad avvicinarsi.
Cosa voleva fare?
Aveva davvero il coraggio di chiederlo?
Lei avrebbe voluto baciarlo.
Avrebbe voluto che lui fosse il suo ragazzo.
Avrebbe voluto poterlo sbattere contro il muro e poter unire le loro labbra, senza che mai più si staccassero.
Avrebbe voluto sentire le sue mani accarezzarle le braccia, la schiena, la vita.
Avrebbe voluto che lui le baciasse il collo, mentre lei gemeva il suo nome.
Avrebbe voluto chiudersi in camera con lui.
Avrebbe voluto svegliarsi la mattina seguente, ancora abbracciati.
Avrebbe voluto potersi sposare con lui, avere una vita con lui.
Avrebbe voluto avere dei figli, magari due gemelli.
Avrebbe voluto poter stare con suo marito per il resto dei loro giorni.
Avrebbe voluto avere una famiglia felice.
Avrebbe voluto portare i bambini a scuola, aiutarli con i compiti, andare a lavoro.
Avrebbe voluto tornare a casa e trovare suo marito lì, ad aspettarla.
Avrebbe voluto invecchiare con lui.
Avrebbe voluto avere dei nipoti.
Avrebbe voluto avere una vita normale.
Avrebbe solo voluto essere una ragazza qualunque, senza nessun compito da portare a termine.
Avrebbe solo fottutamente voluto poter vivere una vita normale con il ragazzo che amava.
We're just two people trying to love
Ma lei sapeva...
Il cielo sopra di loro si schiarì di colpo e il nero di poco prima fu sostituito da un verde scuro.
...ma lei sapeva che questo non era possibile.
Oh, but how...
La luna divenne più grande e minacciosa.
La ringhiera su cui le loro mani erano poggiate si colorò di rosso.
La Dark Hour era arrivata.
Mitsuru distolse lo sguardo da Akihiko e lui si fermò ad un millimetro dal suo volto.
Per un attimo rimasero così, in completo silenzio, senza che nessuno dei due riuscisse a muovere neanche un muscolo.
Infine, Mitsuru fu la prima ad allontanarsi.
La ragazza face scivolare la sua mano sulla ringhiera, liberandola dalla presa dell’altro.
Akihiko non si mosse ma la ragazza sapeva cosa doveva star provando in quel momento.
Odio, rabbia, tristezza.
Tutti sentimenti che anche lei sentiva fin troppo bene.
«Andiamo, Nyx non ci aspetterà.» disse, prima di camminare verso la porta a vetri.
E, mentre si allontanava dal ragazzo che amava, Mitsuru non poté far a meno di notare che, in cielo, il numero delle stelle era sceso a zero.
Lo stesso numero delle possibilità che i suoi sogni si avverassero.
...how can we love?