Magic

Apr. 1st, 2020 11:35 pm
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Sonia x Gundham
Note: -
Missione: M4 - Magic
Parole: 258

Fin da quando era piccola, Sonia aveva da sempre creduto nella magia.
Non era raro che passasse le sue giornate a leggere enormi libri che parlassero di incantesimi e pozioni, nascosta tra le diverse librerie della biblioteca del suo castello.
Era diventata così fissata con quell'argomento che, addirittura, era arrivata a creare il suo stesso tomo di magia, dove annotava tutto ciò che aveva scoperto nei suoi studi.
E, nonostante tutti le dicessero che quella era solo una perdita di tempo, Sonia non aveva mai smesso di cercare "piante miracolose" nel suo immenso giardino, oppure di inventarsi parole e frasi impossibile da pronunciare, convinta che, un giorno, avrebbe dimostrato a tutti di essere una vera e propria maga.
Aveva anche fatto un incantesimo d'amore, una volta.
A ripensarci adesso, la principessa si poteva rendere conto di quanto quell'idea potesse essere stupida.
Anche se all'epoca le sembrava di aver creato l'incanto più potente del mondo, l'unica cosa che aveva fatto era aver utilizzato dei petali di rosa rossa per creare uno strano profumo; poi, urlando la parola "amore" in ben trenta lingue diverse, aveva fatto una strana danza intorno ad un cerchio disegnato con un gessetto a terra.
Aveva cinque anni quando quell'incantesimo era stato lanciato.
E adesso che ne erano passati ben più di dieci, la principessa si vergognava terribilmente ogni volta che il suo maggiordomo e i suoi genitori le ricordavano quell'evento.
Quando incontrò Gundham, però, Sonia pensò che quella magia, che aveva fatto ormai tanti anni prima, avesse, anche se in ritardo, portato i risultati voluti.

Wings

Mar. 29th, 2020 08:58 pm
Titolo: Wings
Fandom: Bravely Default
Ship: Tiz x Agnès
Note/Warnings: Soulmate!AU, Wing!fic
Missione: M2 – Wing!fic
Parole: 250
 
Per quale stupido motivo incontrare la propria anima gemella doveva farti crescere delle ali?
Quella domanda affliggeva la mente di Tiz da sempre, fin da quando, da bambino, il ragazzo era venuto a conoscenza di quella strana mutazione.
Non riusciva a vederne il senso.
Anche se le ali erano sicuramente qualcosa di bellissimo da vedere, questo non significava che fossero comode.
Tiz non riusciva minimamente ad immaginare come potesse condurre la sua vita con quelle due enormi appendici attaccate alla sua schiena.
Insomma, la vita di tutti i giorni sarebbe stata decisamente limitata.
Per questo, anche se anche lui sapeva quanto fosse illogico, Tiz aveva seriamente iniziato a sperare di non incontrare la sua anima gemella.
Insomma, che senso aveva quella ricerca se l'unico risultato era rendere la vita meno libera di prima? Quanto tempo gli ci sarebbe voluto per abituarsi?
Ma, nel momento in cui i suoi occhi incrociarono quelli di Agnès e il ragazzo sentì le sue ali iniziare a crescere dietro la sua schiena, tutti quei pensieri negativi scomparvero.
Non gli importava più di tutto quello che non avrebbe potuto fare.
Non gli importava più quanto la vita sarebbe diventata limitante.
Non gli importava più del tempo che ci avrebbe messo per abituarsi a quell'improvviso e assurdo cambiamento.
L'unica cosa che voleva fare era afferrare la mano di quella bellissima ragazza e volare via con lei, godendosi a pieno quella stupenda libertà che gli era stata appena donata e che, solo in quel momento, Tiz aveva compreso.
Titolo: 365+1 Days (#Fiori)
Fandom: Persona 4
Ship: Kanji x Naoto
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Kanji non aveva mai regalato dei fiori prima di allora.
A dire la verità, il ragazzo non sapeva neanche quale fosse il fiore più adatto da donare ad una ragazza per dichiararsi e non si era neanche mai posto il problema.
Eppure adesso era lì, di fronte a così tante tipi di piante da fargli girare la testa, da più di tre ore, ormai rassegnato all'idea di doverci passare l'intero pomeriggio.
Ma, quando vide l'espressione felice sul volto di Naoto nel momento in cui lui le dette il mazzo, Kanji pensò che tutta la sua fatica era stata completamente ripagata.
 
 
 
Titolo: 365+1 Days (#Messaggio)
Fandom: Persona 4
Ship: Kanji x Naoto
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Kanji non aveva il coraggio di inviare quel messaggio.
Non importava quante volte prendesse il telefono tra le mani, la forza di premere il tasto "invio" non arrivava mai, nonostante fossero passate delle ore.
Come poteva chiedere a Naoto di uscire?
Sapeva che non era difficile, bastava un "Ti va di uscire con me?", ma in realtà quell'azione si stava rivelando la più complicata della sua vita.
Così, quando il telefono gli vibrò tra le mani, Kanji non riuscì a credere ai suoi occhi quando lesse che Naoto gli aveva inviato un messaggio identico a quello che lui voleva scriverle.
 
 
 
Titolo: 365+1 Days (#Bigliettino)
Fandom: Persona 4
Ship: Kanji x Naoto
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Naoto odiava ricevere bigliettini d'amore.
Ogni volta che apriva il suo armadietto, una numerosa pila di lettere l'attendeva al suo interno e la ragazza non poteva fare a meno di domandarsi per quale motivo più di metà scuola si fosse fissata con una come lei.
E, quel giorno, non era un'eccezione: anzi, questa volta i bigliettini sembravano essere addirittura aumentati in numero.
La detective sbuffò e iniziò a prendere in mano le lettere per lanciarle nel bidone.
Ma, quando tra i bigliettini che teneva tra le mani, lesse il nome "Kanji", Naoto decise che almeno quello meritava di essere letto.
 
 
Titolo: 365+1 Days (#Matrimonio)
Fandom: Persona 4
Ship: Kanji x Naoto
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Naoto era sempre stata convinta che non si sarebbe mai sposata.
Il suo intero progetto di vita si era, da sempre, basato sulla riuscita della sua carriera, senza che altro potesse interferire. Lei doveva diventare il detective numero uno della famiglia Shirogane; doveva portare avanti il nome di famiglia; doveva passare la sua vita a risolvere casi sempre più impossibile. Non aveva tempo per nient'altro.
Insomma, sarebbe stato praticamente impossibile riuscire a conciliare un matrimonio con il suo stancante lavoro.
Però, quando Kanji si inginocchiò davanti a lei, chiedendole di sposarlo, la ragazza accettò prima ancora che potesse rendersene conto.
 
 
 
Titolo: 365+1 Days (#Pranzo)
Fandom: Persona 4
Ship: Kanji x Naoto
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
«Tieni.»
Naoto guardò Kanji che, in piedi davanti al suo banco, teneva tra le mani un piccolo box per il pranzo.
«Prego?» domandò, non capendo.
Kanji arrossì e distolse lo sguardo.
«P-Prendilo.– disse poi, facendo di tutto per non guardarla negli occhi –Ne ho fatto troppo stamattina, così ho pensato di portarne in p-più per te... Ah insomma, prendilo e basta!»
Naoto osservò incredula il ragazzo poggiare con forza il bento sul suo banco e voltarsi, correndo letteralmente fuori dall'aula. E, mentre tutti in classe la fissavano, la ragazza non poté far a meno di pensare quanto Kanji fosse carino.
 
 
 
Titolo: 365+1 Days (#Stress)
Fandom: Persona 4
Ship: Kanji x Naoto
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Kanji non sapeva come migliorare la situazione.
Era qualche giorno che Naoto era terribilmente nervosa per il lavoro ma, adesso, il suo stress aveva raggiunto livelli elevatissimi.
E adesso non aveva davvero idea di come comportarsi.
Aveva provato di tutto: le aveva cucinato il suo piatto preferito, aveva proposto di guardare un film investigativo insieme, le aveva comprato il nuovo libro della saga che lei adorava... ma niente.
Ma, quando vide l'espressione di Naoto addolcirsi immediatamente dopo il tenero bacio che le aveva dato, Kanji si rese conto che la soluzione che stava cercando era molto più facile del previsto.
 
 
 
 
 
Titolo: 365+1 Days (#Regalo)
Fandom: Persona 4
Ship: Kanji x Naoto
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Naoto non sarebbe mai venuta a capo di quel mistero.
La detective si lasciò andare sulla scrivania, completamente esausta.
Non aveva idee.
E no, nessun caso passato si era rivelato più difficile di quello che aveva adesso in testa.
Insomma, lei risolveva casi di omicidio, non si poteva pretendere che fosse anche brava a capire quale fosse il regalo adatto per Kanji per San Valentino, no?
Forse, l'unica soluzione era chiederglielo.
Ma, quando il ragazzo le rispose che l'unica cosa che voleva era passare il giorno con lei, Naoto decise che avrebbe fatto di tutto per rendere quel giorno bellissimo.
 
 
 
Titolo: 365+1 Days (#Nascondere)
Fandom: Persona 4
Ship: Kanji x Naoto
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Kanji sapeva che lui non avrebbe mai avuto una possibilità con Naoto.
Quel fatto era sempre stato chiaro nella sua mente, fin da quando aveva parlato per la prima volta con lei.
Per questo, Kanji aveva fatto di tutto per nascondere l'amore che provava per lei.
«Kanji, sei innamorato di Naoto, vero?»
...evidentemente senza successo.
«Rise, fa silenzio!»
La idol ridacchiò.
«L'amore non si può nascondere, Kanji.– continuò poi –Dovresti dichiararti.»
...era impazzita?
«Io? A Naoto?»
«Beh, le piaci no? E' palese!» rispose immediatamente lei.
No, era impossibile.
Eppure, nonostante tutto, Kanji sentì che, in fondo, Rise poteva avere ragione.
Titolo: 365+1 Days (#Appuntamento)
Fandom: Persona 4
Ship: Kanji x Naoto
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Se glielo avessero detto anche solo tre giorni prima che si sarebbe ritrovata in quella situazione, Naoto sarebbe scoppiata a ridere.
Naoto Shirogane che passava un intero pomeriggio a decidere cosa mettersi? Non poteva succedere, mai.
...Eppure, stava succedendo.
La detective sospirò, posando nuovamente lo sguardo sui vestiti che aveva messo sul letto.
Come poteva essere così difficile scegliere un capo d'abbigliamento? Lo faceva tutti i giorni!
Eppure, adesso, il solo pensiero che quello sarebbe stato il vestito da indossare durante il suo primo appuntamento con Kanji la bloccava.
Ma, nonostante il panico, Naoto non poteva negare di sentirsi felice.
Titolo: The princess and the dark mage (Pikit Mata)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Pikit Mata (Filippino)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
«Sonia...»
La ragazza sussultò, non appena Gundham la chiamò per nome.
«Un atto così poco regale come fermare un uomo dall'andare verso la sua morte, non si addice ad una nobile come te.»
«G-Gundham...»
Sonia allungò una mano per afferrare il braccio del ragazzo che amava, ma si bloccò non appena il suo sguardo si posò sul volto di lui.
I suoi occhi non lasciavano spazio a nessun dubbio: lui voleva andare fino in fondo.
Per questo, Sonia abbassò il braccio e chiuse gli occhi, facendo finta di non sentire i passi di Gundham che, lentamente, si allontanava da lei.
 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Raxeira)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Raxeira (Gallego)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
«Sonia...»
Quando Gundham sussurrò quel nome, la sua voce era così diversa dal solito che neanche lui la riconobbe.
La classe era buia, se non per le linee di luce sul pavimento che filtravano dalla finestra che si trovava sopra di loro. Ed era proprio una di quelle linee che Gundham stava osservando adesso, per non posare lo sguardo sulla ragazza contro il suo petto.
Poco prima, Sonia era inciampata e lui aveva provato a prenderla al volo...
...e ora erano in quella posizione.
Ma, per quanto tutto quello fosse imbarazzante, nessuno dei due pareva aver la voglia di alzarsi.
 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Apricity)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Apricity (Inglese)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Sonia gli riscaldava il cuore.
Gundham non sapeva come fosse possibile, ma ogni volta che la principessa gli mostrava il suo sorriso, il ragazzo sentiva il suo petto riscaldarsi leggermente, mentre il suo cuore iniziava a battergli forte nel petto.
E non importava quanto tentasse di fermare quella reazione, non c'era niente che riuscisse in quell'intento. E quello, per lui, era un problema. Gundham aveva da sempre sostenuto di avere un vero e proprio cuore di ghiaccio, impossibile da sciogliere.
Ma, evidentemente, Sonia ci era riuscita.
Per lui, la principessa era come il calore del sole in una giornata d'inverno.
Titolo: The princess and the dark mage (Mamihlapinatapai)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Mamihlapinatapai (Yaghan)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Sonia sapeva che Gundham provava qualcosa per lei.
Così come era sicura che anche lui si fosse reso conto dei sentimenti che lei aveva nei suoi confronti.
Insomma, era un qualcosa di ovvio: oramai l'intera classe credeva che loro due stessero insieme da tempo.
Eppure, nonostante tutto questo, nessuno dei due aveva il coraggio di fare il primo passo.
Continuavano a comportarsi come sempre, a lanciarsi piccoli segnali e ad cercare di attirare l'attenzione l'uno dell'altra.
E, nonostante fosse strano, a Sonia andava bene così.
Sapere di piacere al ragazzo che le interessava, anche se non direttamente, era già soddisfacente.
 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Dysania)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Dysania (inglese)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Svegliarsi la mattina e alzarsi per andare a lezione era da sempre stato traumatico per Gundham.
E, adesso che Sonia era distesa di fianco a lui e continuava tranquillamente a dormire, con un'espressione serena sul volto, quell'impresa sembrava ancora più impossibile.
Gundham sapeva di doversi alzare.
La Hope Peak Academy era una scuola tanto prestigiosa quanto severa.
In più, se non avesse svegliato la principessa in tempo per le lezioni, allora sì che i guai sarebbero arrivati.
Ma, quando Sonia, nel sonno, si accoccolò maggiormente contro di lui, Gundham pensò che, per una volta, era pronto ad accettare qualsiasi punizione.
 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Nyctophilia)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Nyctophilia (Inglese)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Stare al buio era un qualcosa che, da sempre, faceva sentire Gundham nel suo elemento.
La notte era il suo momento preferito della giornata e il ragazzo amava fare passeggiate notturne intorno alla scuola, senza che nessuno lo vedesse, da solo.
Perché quella era la parte più bella: poteva finalmente stare da solo, in silenzio.
La solitudine lo faceva stare bene: nessuno lo distraeva dai suoi pensieri, nessuno cercava di parlargli, niente di niente.
Ma, quando Sonia gli disse che anche lei adorava il buio, il ragazzo la invitò a unirsi alle sue passeggiate notturne senza pensarci neanche due volte.
 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Koi no Yokan)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Koi no Yokan (Giapponese)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Sensazioni.
Quello era il termine esatto di ciò che aveva provato Gundham, la prima volta che aveva incrociato lo sguardo di Sonia in classe.
Non sapeva bene cosa avesse fatto scattare quella strana convinzione nella sua testa, ma quando i suoi occhi azzurri si erano posati su di lui, il ragazzo aveva immediatamente sentito una fortissima scossa.
Una premonizione.
Ne aveva avute altre in passato e, ovviamente, tutte quante si erano avverate.
Questa volta però, Gundham si trovava di fronte a qualcosa di nuovo.
Ciò che il ragazzo sentiva, infatti, era che Sonia sarebbe diventata, prima o poi, sua moglie.


Titolo: The princess and the dark mage (Yúyīn)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Yúyīn (Cinese)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Sonia non riusciva a dormire.
Cercare di prendere sonno era praticamente diventato impossibile.
E questo perché...
“«Sonia...»”
...ogni volta che chiudeva gli occhi la voce di Gundham le risuonava nelle orecchie.
La ragazza portò le mani al viso, cercando di nascondere il rossore sulle sue guance.
Era tutta colpa di quel ragazzo!
Era più di un anno che la chiamava “Dark Lady”, e ora, tutto d'un tratto, osava chiamarla per nome? Era ovvio che adesso lei non riuscisse più a smettere di pensarci!
“Calmati.”
Ma, quando chiuse nuovamente gli occhi, la voce di Gundham non se ne era ancora andata.
 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Takane no hana)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Takane no hana (giapponese)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Sonia era, per lui, irraggiungibile.
Quella verità era stata da sempre radicata nel suo cervello e, per questo, Gundham aveva tentato più volte di smettere di pensare alla principessa.
Insomma, quante speranze poteva avere lui con una come lei?
Non aveva soldi, non aveva nessun titolo nobile e anche il suo talento era terribilmente inferiore a quello degli altri suoi compagni di classe.
Le possibilità che lei si innamorasse di lui erano zero.
Perfino Katsuichi aveva più possibilità di conquistarla rispetto a lui.
Per questo, quando Sonia gli disse che lo amava, Gundham non riuscì a credere alle sue orecchie.
Titolo: The princess and the dark mage (Cioccolata)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Sonia non aveva mai preparato la cioccolata prima di allora.
La festa di San Valentino non era particolarmente diffusa nel suo paese di provenienza e, anche se lo fosse stata, lei non aveva mai sentito il bisogno di preparare un regalo.
Non importava quanti pretendenti si fossero presentati, lei non si era mai innamorata di nessuno ed era arrivata addirittura che mai sarebbe successo.
Eppure, adesso si trovava lì, nella cucina della scuola.
E, mentre preparava gli stampi di cioccolata, non poteva fare a meno di sorridere nel pensare al momento in cui, l'indomani, avrebbe consegnato quei cioccolatini a Gundham.

 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Sicurezza)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Gundham non era mai stato così nervoso.
Nonostante nella sua vita avesse fatto cose ben più pericolose – come cercare di accarezzare una tigre – il ragazzo non aveva mai provato una sensazione di insicurezza e terrore come in quel momento.
E questa cosa lo stava facendo impazzire.
Eppure sapeva che era assurdo.
Doveva calmarsi.
Doveva solo chiedere ad una ragazza di uscire con lui, non poteva essere così difficile, no?
«Cosa volevi dirmi?»
Ma, quando Sonia gli pose quella domanda, mostrandogli il suo bellissimo sorriso, la poca sicurezza che il ragazzo aveva accumulato fino a quel momento scomparse nuovamente.

 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Gelosia)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Gundham era da sempre stato geloso dei suoi criceti.
Non permetteva mai a nessuno di giocare con loro anche perché, da quel che poteva vedere, neanche loro avevano interesse nel lasciarsi coccolare da altri.
Per questo, ogni volta che qualcuno voleva accarezzarli, negava sempre loro il permesso.
Insomma, i Quattro Deva Oscuri della Distruzione non erano semplici animaletti, ci voleva rispetto!
Ma, quando vide Sonia accarezzare dolcemente la testa di Jum-P, per la prima volta in vita sua Gundham non provò gelosia perché qualcuno stava coccolando uno dei suoi criceti, ma perché anche lui voleva ricevere attenzioni da quella persona.

 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Dichiarazione)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Sonia non capiva cosa stesse passando per la testa a Gundham.
Non solo il ragazzo aveva bussato alla porta della sua stanza in piena notte, ma, da quando lei gli aveva aperto, aveva iniziato a parlare a raffica, senza fermarsi neanche un secondo.
E, tutto quello che stava dicendo, non aveva assolutamente senso.
Il discorso era così contorto che era praticamente impossibile da seguire: Una vittima sacrificale? Un filtro d'amore eterno? E la lunghissima digressione sulla forza della luna piena?
Poi, come un fulmine a ciel sereno, Sonia capì.
Così, aprì le labbra e, interrompendo Gundham, esclamò:
«Ti amo anch'io.»

 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Assassino)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
«Sta tranquilla, tutto si risolverà. L'inferno non è ancora pronto ad accogliere nessuno di noi.»
Mentre diceva quelle parole a Sonia, Gundham sapeva di stare mentendo.
Ma che altro doveva fare?
La principessa alzò lo sguardo, puntandolo su di lui e il ragazzo sentì un'enorme fitta al petto quando vide le lacrime che, lentamente, le stavano rigando le guance.
«G-Gundham...»
Ma la debolezza con cui pronunciò il suo nome era fu troppo da sopportare, anche per lui.
«Usciremo fuori da qui, te lo prometto.» le disse, senza pensarci neanche.
Lui l'avrebbe salvata. Anche se questo voleva dire diventare un assassino.

 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Abbraccio)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Sonia non poteva credere ai suoi occhi.
Quando Hajime era andata a chiamarla, pochi minuti prima, la ragazza aveva capito che qualcosa di grosso doveva essere successo.
Ma niente le avrebbe fatto immaginare quello che aveva adesso davanti a lei.
«Dark Lady.»
Gundham. Il ragazzo si trovava a pochi metri da lei, sorretto da Akane.
Si era svegliato. Si era finalmente svegliato.
«Che c'è? Non mi saluti neanc–» iniziò lui, sorridendole debolmente.
Prima ancora che Gundham potesse finire la frase, Sonia si lanciò contro il suo petto, reclamando quell'abbraccio che, da mesi, aveva desiderato ottenere più di ogni altra cosa.

 
 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Sogno)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
«Sonia...»
Non poteva essere un sogno.
«Gundham.»
Gundham era lì.
Poteva sentire il respiro di lui sul suo collo.
Poteva percepire il calore del suo corpo contro il suo.
...ma, allo stesso tempo, poteva benissimo ricordare cosa era successo solo poche ore prima, quando il ragazzo era stato ucciso, davanti ai suoi occhi.
Sonia scacciò immediatamente quei pensieri dalla sua testa, recludendoli in un piccolo angolino della sua mente. No, si rifiutava di crederci. Gundham era vivo.
E, se per far si che questo si avverasse doveva smettere di svegliarsi, allora Sonia desiderò di poter continuare a dormire per sempre.

 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Strane sensazioni)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
«Sei così carino, Gundham.»
Gundham non sapeva perché ma, ogni volta che Sonia gli ripeteva quelle parole, le sue emozioni andavano completamente fuori controllo.
Il suo volto, solitamente calmo e impassibile, si tingeva di rosso e il ragazzo era costretto a nasconderlo all'interno della sua enorme sciarpa per evitare che altri lo vedessero.
Il suo stomaco, poi, andava in subbuglio.
Non sapeva come fosse possibile, ma era come se tantissime farfalle iniziassero a librarsi al suo interno, facendolo sentire in un modo che non aveva mai sperimentato prima.
Ma, nonostante quelle strane sensazioni, Gundham non poteva che sentirsi estremamente felice.

 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Anima gemella)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Sonia sapeva che prima o poi avrebbe trovato la sua anima gemella ma, allo stesso tempo, la principessa iniziava ad avere paura.
Come poteva essere sicura che la sua anima gemella sarebbe stata davvero la persona adatta a lei?
E se non fosse riuscita a innamorarsene?
In quel caso sarebbe stato meglio non incontrarla?
Cosa avrebbe dovuto fare per far andare le cose al meglio?
Però, quando Sonia incrociò lo sguardo di Gundham per la prima volta nella sua vita, la ragazza capì che lui era la sua anima gemella ancora prima che il suo mondo si riempisse di colori.

 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Incantesimo)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Più studiava la magia nera, e più Gundham era arrivato a credere che l'amore fosse l'incantesimo peggiore di tutti.
Non sapeva neanche lui quando aveva fatto quel pensiero, per la prima volta.
L'unica cosa che sapeva era la consapevolezza che lui, a differenza di altri, aveva capito la vera natura di quel sentimento e che, quindi, ne sarebbe stato immune.
Non avrebbe mai lasciato l'amore avere la meglio su di lui.
Ma, quando il suo sguardo incrociò quello di Sonia, il ragazzo pensò immediatamente che tutti i preparativi che aveva fatto non sarebbero serviti a niente contro un'avversario come lei.

Drabble

Mar. 21st, 2020 02:29 pm
Fandom: Nier:Automata
Ship: 2B x 9S
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
«9S, noi possiamo provare amore?»
Quando 2B gli pose quella domanda, il robot sussultò.
L'amore?
Perché 2B gli stava chiedendo una cosa del genere?
Vedendo che la ragazza continuava a essere voltata verso di lui, come se aspettasse la sua risposta, lui aprì le labbra, cercando un modo per uscirne.
«No, è un sentimento troppo complesso per essere processato.»
9S distolse lo sguardo da lei, come se niente fosse successo.
Quella domanda non aveva senso, alcun senso.
Ma, quando la ragazza lo superò, entrando nuovamente nel suo campo visivo, neanche lui fu più tanto sicuro della risposta che aveva dato.
 
 
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Sonia era bellissima.
Nonostante Gundham avesse provato a scacciare quel pensiero, non appena si distraeva un minimo quella convinzione tornava, distraendolo.
Il ragazzo sbuffò, distogliendo lo sguardo dalla principessa che continuava a prendere appunti durante la lezione. Ed era quello che anche Gundham avrebbe voluto fare.
Ma, da quando Sonia era stata spostata nel banco di fronte al suo, la sua vita si era trasformata in un'inferno. Adesso, ogni volta che il suo sguardo si alzava dal foglio che aveva sul banco, lei era lì, nel suo campo visivo, rendendogli difficile anche solo capire quale fosse l'argomento della lezione odierna.
 
 
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Chiaki x Hajime
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Chiaki non sapeva cosa fosse l'amore.
La sua IA, per quanto complessa, non era stata programmata per poter capire un sentimento così elevato e difficile come quello.
Certo, con il tempo che aveva passato con gli altri, tante cose di difficile comprensione si erano fatte più facile nella sua mente.
Aveva compreso cosa fosse l'amicizia, la fiducia, la disperazione, la speranza...
...ma l'amore era ancora un qualcosa di oscuro.
O, almeno, così credeva.
Infatti, quando Hajime le sorrise dolcemente e lei sentì il suo corpo andare in fiamme, la ragazza capì che, forse, lei era già innamorata da molto tempo.
 
 
Fandom: Bravely Default
Ship: Edea x Ringabel
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Edea sapeva che quello che stava facendo non era giusto.
Ringabel era lì, che dormiva, con un'espressione beata sul viso.
E lei? Lei sicuramente era in un posto in cui non doveva essere: di fronte al letto del ragazzo.
Ma se avesse continuato in quel modo, sarebbe impazzita.
Era una settimana che faceva sempre lo stesso sogno: lei e Ringabel che si baciavano.
E più continuava a sognarlo, più si era resa conto che lo voleva davvero.
Così, Edea si sporse in avanti, poggiando delicatamente le labbra su quelle del ragazzo senza sapere che Ringabel stava solo fingendo di dormire.
 
 
 
 
Fandom: Danganronpa
Personaggi: Toko, Byakuya e Aoi
Missione: M1 – Love
Nota: interpretato con “amore non corrisposto”; BAD ENDING DI DR
Tipo: pure drabble

 
Anche se non voleva ammetterlo, Toko sapeva che, in fondo, Byakuya non provava niente per lei.
La ragazza sapeva la verità ma, come aveva sempre fatto quando qualcosa le si ritorceva contro, aveva preferito far finta di nulla.
Almeno, fino a quel momento.
Byakuya era lì, nella cucina della scuola.
Toko era quasi entrata all'interno della stanza, quando si era resa conto che lui non era solo.
Aoi Asahina.
Quella stupida, insignificante amante del nuoto si trovava a sedere accanto al ragazzo; le loro mani erano intrecciate; le loro labbra unite in un bacio che Toko non avrebbe mai dimenticato.
 
 
 
Fandom: Danganronpa
Ship: Toko x Byakuya
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Byakuya non sopportava più Toko.
Quella ragazza aveva iniziato a seguirlo ovunque, facendolo letteralmente impazzire.
Certo, faceva sempre comodo aver qualcuno che eseguisse tutti i suoi ordini, e sì, ovvio che adorasse essere chiamato "Master", ma ormai era arrivato al limite.
Quella storia doveva finire.
Non importava come, doveva chiudere con lei, per sempre.
Però, quando si voltò verso la ragazza che, concentrata, stava leggendo tutti i fascicoli che lui le aveva chiesto di esaminare, Byakuya non poté far a meno di pensare che, anche se solo per un altro po', la sua presenza non sarebbe stata poi così male.
 
 
 
 
Fandom: Danganronpa
Ship: Toko x Byakuya e Toko x Komaru
Missione: M1 – Love
Nota: interpretato con “affetto verso qualcuno”. (La nascita di una OT3)
Tipo: pure drabble

 
Komaru Naegi le serviva.
Toko sapeva che quella era l'unica verità a cui doveva credere in quel momento.
Lei era l'unica possibilità che aveva per poter riavere indietro il suo Master.
Non le importava che fine avrebbe fatto quella ragazzina.
Però...
«Omaru, vattene. Scappa.»
Allora perché, adesso, si stava comportando in quel modo?
Perché stava lasciando che lei se ne andasse?
«Toko? Cosa succede?»
“Mi dispiace, Master.”
«Ti ho detto di scappare, vattene da qui!» Quei dubbi erano inutili, la risposta era ovvia: lei non avrebbe mai potuto tradire la sua amica.
Anche se questo significava mettere in pericolo Byakuya.
 
 
 
Fandom: Persona 5
Ship: Ren x Yusuke
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
L'amore non era un qualcosa di facile da rappresentare.
Yusuke non era mai riuscito a dipingere niente che riuscisse a racchiudere perfettamente quel sentimento.
Aveva provato di tutto.
Aveva chiesto a tutte le persone che conosceva, aveva letto libri, aveva studiato altri quadri... ma niente.
Così, quando Ann gli disse che, per rappresentare un sentimento così complesso, doveva solo lasciarsi andare e dipingere ciò che il cuore gli suggeriva, il pittore non fu completamente convinto.
Ma, adesso che osservava il ritratto appena concluso di Ren, Yusuke riusciva chiaramente a sentire il sentimento d'amore che era stato rinchiuso al suo interno.
 
 
 
Fandom: Persona 5
Ship: Ren x Yusuke
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Ren non aveva ben capito cosa ci facesse lì.
Seduto su una piccola barca a remi, il ragazzo continuava ad osservare Yusuke che, di fronte a lui, si guardava intorno, cercando qualcosa di non specificato.
«Cosa stai facendo?» gli domandò.
Yusuke si voltò finalmente verso di lui.
«Siamo qui per trovare una coppia, Ren.– rispose, come se fosse la cosa più normale al mondo –Devo capire come rappresentare l'amore per il mio prossimo quadro.»
Per quanto gli sarebbe piaciuto dirlo, Ren non ebbe il coraggio di fargli notare che, in quella situazione, la vera coppietta di fidanzati erano loro due.
 
 
Fandom: Persona 4
Ship: Yu x Yosuke
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Yosuke non era completamente convinto che quella fosse una buona idea.
Di fronte alla porta della casa di Yu, il ragazzo strinse con più forza la scatola di cioccolatini che aveva nella mano destra.
Forse poteva ancora tornare indietro.
Certo, aveva già suonato il campanello, ma poteva sempre inventarsi una scusa plausibile.
Non doveva per forza dichiararsi al suo partner... no?
Se lo avesse rifiutato le cose sarebbero andate decisamente peggio.
Ma, quando Yu gli aprì la porta e gli sorrise, Yosuke gli tese la scatola e gli disse “Ti amo” prima ancora che potesse pensare a qualsiasi altra cosa.
 
Fandom: Persona 4
Ship: Yu x Yosuke
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
San Valentino.
Yosuke sapeva che quel giorno sarebbe stato doloroso per lui.
Insomma, non era certo un bene essere innamorato di una delle persone più popolari della scuola, in un giorno del genere. Se poi aggiungiamo il fatto che la suddetta persona non provava dei sentimenti per lui, la situazione non poteva che peggiorare.
Per questo, quando si era recato a scuola quella mattina, Yosuke era pronto al peggio.
Ma, quando vide che Yu lo stava aspettando accanto al suo banco, con una scatola di cioccolatini in mano, Yosuke pensò che quel San Valentino era andato sicuramente meglio del previsto.


Titolo: Consapevolezza
Fandom: Danganronpa
Ship: Kyotaka x Mondo
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Mondo non poteva averlo fatto. Per quanto tutti continuassero a dirlo, Kyotaka non poteva minimamente crederci. Lui? L'assassino di Chihiro? Era impossibile.
Non ci avrebbe mai creduto in vita sua.
«Bro, si stanno sbagliando, vero...?»
Il ragazzo si voltò verso il suo compagno, cercando un segno, qualsiasi cosa che lo scagionasse.
Ma Mondo non lo stava guardando.
«Mondo...?»
«Taka...»
Mondo finalmente parlò, accendendo per un attimo la speranza nel cuore di Kyotaka.
«...mi dispiace.»
Il ragazzo sentì l'intero mondo crollargli addosso.
La persona che amava era un assassino.
E, sapesse che quello era ingiusto, Kyotaka non riusciva minimamente a condannarlo.
 
 
Fandom: Persona 5
Ship: Ann x Ryuji
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
«Ryuji, andiamo sulle montagne russe!»
Ryuji non fece neanche in tempo a rispondere che Ann lo afferrò per un braccio e iniziò a trascinarlo, camminando a grande velocità verso la giostra che si trovava poco lontano.
Quando vide l'enorme montagna russa verso cui stavano camminando, il ragazzo si sentì quasi svenire.
Fin da bambino, le aveva sempre evitate come la peste.
Per questo, doveva parlare.
Doveva assolutamente dire ad Ann che non poteva andare lì sopra con lei.
Ma, quando vide l'espressione felice sul volto della ragazza, Ryuji pensò che, per una volta, poteva provare a salire su quella giostra.
 
 

Fandom: Bravely Default
Ship: Agnès x Tiz
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
«Vuoi davvero lasciare il nome Obligè?»
Fin da quando aveva memoria, Agnès aveva passato l'intera esistenza della sua vita con in testa solo il suo lavoro.
Essere la Vestale del vento era un qualcosa che l'aveva sempre resa fiera di sé.
Per questo, la ragazza aveva abbandonato ogni distrazione, concentrandosi solo su ciò che doveva essere fatto.
Almeno così credeva.
Diversamente da tutto quello che aveva programmato, adesso Agnès stava per lasciare quel suo ruolo.
E tutto questo, perché si era innamorata.
Così, mentre il volto di Tiz si formava nella sua mente, la ragazza rispose, senza alcun rimorso:
«Sì.»

 
Fandom: Bravely Default
Ship: Edea x Ringabel
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Nonostante Edea non gli avesse mai creduto, Ringabel era sempre stato serio quando le aveva detto che sarebbe arrivato a sacrificarsi per lei.
«Sei uno stupido, Ringabel! Potevi morire!»
Per questo, adesso non capiva cosa le fosse preso.
Edea stava piangendo.
E Ringabel non poteva che sentirsi lusingato da quella sua reazione.
«Non sarei mai potuto morire pe–»
«Stai zitto!» urlò lei, colpendolo nuovamente con uno dei suoi pugni.
...Anche se il modo in cui lo stava trattando continuava a fargli pensare che, forse, Edea era arrabbiata non perché aveva rischiato la vita ma perché non era morto sul serio.
 
 

Fandom: Bravely Default
Ship: Edea x Ringabel
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
«Mi concedi questo ballo?»
Edea si voltò verso Ringabel che, con fare teatrale, si era inchinato di fronte a lei.
«...Cosa stai facendo?» gli domandò, non sapendo bene come decifrare la situazione.
Il ragazzo le sorrise, non scomponendosi.
«Hanno messo della musica, quindi ti stavo invitando a ballare, nient'altro.»
La guerriera continuò a fissarlo, mentre nella sua testa valutava i pro e i contro di ballare con lui.
E niente, non vedeva alcun vantaggio.
Però, quando Ringabel disse che sarebbe andato a chiedere a qualcun'altra, Edea lo afferrò immediatamente per la mano e lo trascinò verso la pista da ballo.

Fandom: Bravely Default
Ship: Tiz x Agnès
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Tiz era felice.
Erano passati ormai mesi dal giorno in cui lui e Agnès si erano messi insieme e quel periodo era stato il più bello di tutta la sua vita.
Non sapeva neanche lui come fosse possibile ma, da quando la ragazza si era dichiarata a lui, era come se il mondo di Tiz fosse completamente cambiato.
Tutto era diventato... luminoso.
Ogni istante che passava con Agnès era perfetto e il ragazzo desiderava che non finisse mai.
E, ogni volta che la vedeva dormire accanto a lui appena il ragazzo si svegliava, Tiz non poteva far altro che sorridere.

Fandom: Danganronpa
Personaggi: Chihiro
Missione: M2 – Hiraeth (gallese)
Nota: considero Chihiro un personaggio MtF e, quindi, qui verrà utilizzato il femminile
Tipo: pure drabble

 
Seduta ad uno dei banchi della classe 1A, Chihiro non sapeva cosa le stesse prendendo.
La ragazza continuava a guardare la lavagna di fronte a lei, ma ciò che stava osservando non era lo strano disegno che Monokuma doveva aver realizzato su di essa.
Era stato solo un secondo, ma qualcosa era apparso sulla superficie di quella lavagna, attirando la sua attenzione.
Sapeva che non c'era niente di magico.
Era solo che, da qualche parte, nel suo subconscio, Chihiro aveva la sensazione di essere stata lì.
E questo le portava un fortissimo sentimento di nostalgia che non riusciva a comprendere.

 
Fandom: Persona 3
Ship: Akihiko x Mitsuru
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Quando Yukari le aveva detto che l'amore era importante nella vita, Mitsuru non le aveva creduto.
Per quanto la sua migliore amica insistesse, infatti, la ragazza sapeva che lei non aveva bisogno dell'amore.
La sua vita era completa in quel modo: l'unica cosa su cui essa si basava era lo scopo che Mitsuru aveva avuto fin da bambina, quando era riuscita a risvegliare il suo Persona.
Il resto non importava e non le sarebbe mai importato.
Stava bene così, da sola.
Ma, quando Akihiko la baciò, Mitsuru si sentì davvero viva per la prima volta in tutta la sua vita.
 
Titolo: 365+1 Days (#Risveglio)
Fandom: Persona 4
Ship: Naoto x Kanji
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Quando Kanji si svegliò non ebbe il coraggio di aprire gli occhi.
Nella sua mente continuavano a susseguirsi gli eventi della sera prima: la voce con cui Naoto aveva sussurrato il suo nome, il modo in cui le sue dita che gli avevano accarezzato la schiena, il contatto con la sua pelle nuda...
Per quanto quei dettagli fossero reali, tutto era stato così fantastico che lui stentava a credere che fosse accaduto sul serio.
Così, quando finalmente vide che Naoto dormiva accucciata contro il suo petto, Kanji non riuscì a fermare il sospiro di sollievo che lasciò le sue labbra.

 
 
Titolo: 365+1 Days (#Vestiti)
Fandom: Persona 4
Ship: Naoto x Kanji
Missione: M1 – Love
Nota: interpretato con “cosa non si farebbe per amore”.
Tipo: pure drabble

 
Naoto non aveva mai amato passare le giornate a provarsi vestiti su vestiti.
Non riusciva davvero a capire cosa ci trovassero tutte le ragazze che conosceva nell'andare a fare shopping e a passare poi ore nei camerini, per scegliere quale outfit poteva essere il migliore.
Per questo, ogni volta che Rise le proponeva un'uscita del genere, lei trovava sempre il modo di rifiutare.
Ma, quando Kanji le chiese se le andasse di provare qualcuno dei vestiti che lui aveva cucito, Naoto decise che, per una volta, non le sarebbe minimamente dispiaciuto passare il suo intero pomeriggio in un'attività del genere.

 
 
Titolo: 365+1 Days (#Mal di testa)
Fandom: Persona 4
Ship: Naoto x Kanji
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Naoto credeva di impazzire.
Quel mal di testa era così forte che la ragazza non riusciva neanche a pensare in maniera lucida, in quanto ogni singolo tentativo le lanciava delle terribili fitte.
E non poter pensare era una delle cose che Naoto odiava.
Lei era una detective: pensare non era solo il suo lavoro, ma una necessità.
Ma, quando Kanji si sdraiò sul letto accanto a lei e le dette un dolce bacio sulla fronte, dicendole che l'avrebbe coccolata finché non le sarebbe passato il dolore, Naoto si rese conto che, forse, quella situazione non era poi così tanto male.

 
 
 
Titolo: 365+1 Days (#Domenica)
Fandom: Persona 4
Ship: Naoto x Kanji
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Kanji aveva sempre amato la domenica.
Era l'unico giorno della settimana in cui poteva dedicarsi ai suoi hobby.
Certo, aveva anche passato periodi senza andare a scuola, ma quei giorni non erano lo stesso.
Ma, adesso, non era più così.
La domenica era solo diventata una giornata che Kanji non vedeva l'ora che passasse.
E questo perché? Beh, ovviamente perché quella giornata era l'unica durante la settimana in cui non aveva una scusa per vedere Naoto.
Così, quando la detective gli chiese se volesse passare il fine settimana a prepararsi insieme per gli esami, il ragazzo accettò senza neanche pensarci.

 
 
Titolo: 365+1 Days (#Bambini)
Fandom: Persona 4
Ship: Naoto x Kanji
Missione: M1 – Love
Nota: interpretato con “cosa non si farebbe per amore”.
Tipo: pure drabble

 
Naoto non amava i bambini.
Li aveva sempre trovati delle vere e proprie palle al piede, qualcosa di carino e accettabile solo se si trovavano a circa dieci metri da lei.
Per questo, Naoto non riusciva a capire perché fosse in quel luogo.
Seduta in mezzo ad un gruppo di bambini urlanti, la detective stava cercando di reprimere l'impulso di alzarsi e andarsene.
Ma, quando il suo sguardo si posò su Kanji che, a pochi centimetri da lei, stava mandando avanti uno spettacolo di burattini, la ragazza non riuscì a trattenere il piccolo sorriso che si formò sulle sue labbra.

 
 
Titolo: 365+1 Days (#Studio)
Fandom: Persona 4
Ship: Naoto x Kanji
Missione: M1 – Love
Nota: interpretato con “cosa non si farebbe per amore”.
Tipo: pure drabble

 
Kanji odiava studiare.
Mettersi a sedere ad un tavolo e passare le ore a leggere libri di cui non comprendeva neanche il significato era, per lui, una delle peggiori perdite di tempo.
Insomma, che senso aveva?
Tanto era inutile.
Le materie come la matematica o la letteratura giapponese non gli sarebbero mai entrati in testa, neanche dopo anni!
A questo punto era meglio se passava il suo tempo a migliorare la sua tecnica di cucito, no?
Ma, nonostante questo, quando Naoto gli chiese di studiare insieme a lei, nell'anticamera del cervello di Kanji non passò neanche la possibilità di rifiutare.

86.
Titolo: 365+1 Days (#Leggere)
Fandom: Persona 4
Ship: Naoto x Kanji
Missione: M1 – Love
Nota: interpretato con “cosa non si farebbe per amore”.
Tipo: pure drabble

 
Kanji non amava leggere.
Nonostante gli fosse stato detto fin da piccolo che leggere era qualcosa di importante, il ragazzo non riusciva proprio a farsi piacere quell'attività.
Alla fine, perché doveva passare il suo tempo libero a fare un qualcosa che di così inutile?
Lui aveva altro da fare.
Aveva sua madre da aiutare, doveva migliorare nel cucito e, soprattutto, doveva lavorare sul suo carattere.
Leggere l'ultimo dei suoi problemi.
Però, quando vide il modo in cui gli occhi di Naoto si illuminavano mentre leggeva uno dei suoi libri preferiti, Kanji iniziò a rivalutare quel modo di passare il tempo.

 
 
 
 
Titolo: 365+1 Days (#Paura)
Fandom: Persona 4
Ship: Naoto x Kanji
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Anche se non voleva ammetterlo, Naoto, in quel momento, era terrorizzata.
Il luogo in cui si trovavano era così buio che, anche assottigliando lo sguardo, non si riusciva a vedere niente, neanche ad un metro.
E questo le metteva ansia.
Sapere che tantissime Shadow potevano essere intorno a loro, pronte ad attaccarli, la stava mandando nel panico.
Non importava quanto stringesse la pistola nella sua mano destra. Il terrore restava lì, senza che lei potesse farci niente.
Ma, quando sentì Kanji che, di nascosto, intrecciava le dita della mano della detective con le sue, Naoto sentì la paura svanire completamente.

 
 
 
Titolo: 365+1 Days (#Animal Crackers)
Fandom: Persona 4
Ship: Naoto x Kanji
Missione: M1 – Love
Nota: interpretato con “cosa non si farebbe per amore”.
Tipo: pure drabble

 
Per quanto sapesse di stare sbagliando, Kanji non condivideva mai con nessuno i suoi Animal Crackers.
Erano suoi, solo suoi.
Ogni volta che Rise tentava di prenderglieli, il ragazzo si arrabbiava con la idol e ribadiva quel concetto.
E, questo, riguardava soprattutto il pinguino.
Il cracker a forma di quell'animale era il più buono dell'intero set e, per questo, anche il più raro.
Era difficilissimo trovarne anche uno solo dentro un sacchetto.
Ma, quando Naoto gli chiese gentilmente di poter provare un Animal Cracker, Kanji le diede, senza neanche pensarci, l'unico pinguino che aveva trovato dopo due settimane di ricerca.

 
 
 
Titolo: 365+1 Days (#Campeggio)
Fandom: Persona 4
Ship: Naoto x Kanji
Missione: M1 – Get Wild
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Naoto odiava il campeggio.
Non sapeva neanche lei perché aveva accettato di partecipare a quell'evento della sua scuola o, meglio, non sapeva perché aveva lasciato che Rise accettasse per lei.
Adesso si trovava lì, dentro ad una tenda troppo piccola per i suoi gusti e poggiata su un terreno troppo duro per poter dormire, sola perché la idol era andata a fare chissà cosa.
Voleva tornare a casa.
Ma, quando Rise entrò nella tenda, tirando Kanji per un braccio dietro di lei, e proponendo di passare la notte tutti e tre insieme, quei pensieri sparirono completamente dalla mente della detective.


 
Titolo: 365+1 Days (#Collana)
Fandom: Persona 4
Ship: Kanji x Naoto
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Naoto non era solita mettersi gioielli.
Anelli, collane e braccialetti erano qualcosa che la ragazza non amava indossare.
Non sapeva neanche lei il perché a dire la verità: certo, la sua idea di non voler apparire femminile era sicuramente il punto principale di quella decisione, ma, alla fine, di gioielli maschili ce ne erano a bizzeffe nel mondo.
Semplicemente, quelle cose non facevano per lei.
Dopotutto, tutto quello che non avesse a che fare con il mistero, non faceva per lei.
Ma, da quando Kanji le aveva regalato la sua vecchia collana, la detective non aveva mai smesso di indossarla.

 
 
Titolo: 365+1 Days (#Gruppo sanguigno)
Fandom: Persona 4
Ship: Kanji x Naoto
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Kanji non si era mai interessato a quelle cose.
Catalogare i dati su tutti i ragazzi dell'Investigation Team? Perché avrebbe dovuto farlo?
«Ti ringrazio per l'aiuto, Kanji-kun.»
...ecco il motivo.
Quella era stata un'idea di Naoto: non sapendo che effetti poteva avere su di loro la nebbia della TV, aveva deciso di fare vari esami.
E lui si era offerto di aiutarla.
Ma, adesso che l'aveva così vicino, non riusciva a pensare ad altro che a lei.
Così, quando vide il gruppo sanguigno di Naoto, non poté far a meno di notare come i loro due gruppi fossero estremamente compatibili.


Titolo: 365+1 Days (#Compatibilità)
Fandom: Persona 4
Ship: Kanji x Naoto
Missione: M1 – Love
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Naoto non aveva mai creduto in quegli stupidi giochi.
Insomma, come potevano delle strane operazioni senza senso dirti la compatibilità tra due persone?
Il tutto poi, basato sul proprio nome!
Eppure, era già una settimana che Rise continuava a farle vedere come funzionavano quei conti e, a parer suo, erano tutti estremamente affidabili – o, almeno, lo erano quelli per cui lei e il Senpai avevano una compatibilità elevata.
Ma lei sapeva che erano tutte stupidaggini.
Eppure, quando tornò a casa, quella sera, Naoto pensò che, per una volta, avrebbe potuto provare con il suo nome e quello di Kanji.

Titolo: The princess and the dark mage (Aftselakhis)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Aftselakhis (Yiddish)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Solitamente, Gundham non avrebbe fatto niente del genere: perché mai avrebbe dovuto fare qualcosa che gli era stato vietato con l'unico unico scopo di far arrabbiare qualcuno?
Ma, da quando stava con Sonia, le cose erano diverse.
Gundham non sapeva perché, ma stuzzicare la ragazza dai capelli biondi era diventato oramai il suo nuovo passatempo preferito.
Adorava vedere le guance della ragazza arrossire leggermente, mentre i suoi occhi, di solito dolci e puri, si assottigliavano con fare minaccioso.
E, anche se si era ripromesso più volte di smettere, non poteva farci niente: la trovava troppo bella quando lei si arrabbiava.
 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Agastopia)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Agastopia (Inglese)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Sonia amava tutto di Gundham.
Non c'era niente nel ragazzo che a lei non piacesse, a partire dal suo aspetto fisico fino ad arrivare al suo carattere particolare, così strano e inusuale da essere riuscito a stregarla completamente.
Ma, se proprio avesse dovuto scegliere, Sonia sapeva quale era la parte che più l'attirava di lui: i suoi occhi; in particolare, il loro colore.
Così, quando Gundham le confessò di non amare la sua bicromia, Sonia non riuscì a credere alle sue orecchie e non potè non dirgli che i suoi erano gli occhi più belli che lei avesse mai visto.
 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Alexithymia)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Alexithymia (Inglese)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Senza parole.
Ecco come si sentiva Gundham quando Sonia si sedeva accanto a lui, lo sfiorava o, anche solo, gli passava davanti, facendo oscillare i suoi lunghi capelli biondi di fronte ai suoi occhi.
E questo lo stava facendo, letteralmente, impazzire.
Aveva tentato di confessare i suoi sentimenti – era ovvio che ci avesse provato – però, ogni volta, era come se nessuna parole fosse in grado di esprimere perfettamente ciò che lui provava.
Ma, quando Sonia prese il viso di lui tra le sue mani e lo baciò, il ragazzo capì che le parole erano, in quel caso, superflue.
 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Anaxiphilia)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Anaxiphilia (Inglese)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Sonia sapeva che Gundham era una persona di cui lei non si doveva innamorare.
Fin dalla nascita, tutti intorno a lei le avevano sempre ricordato che lei si sarebbe dovuta innamorare di qualcuno che possedeva sangue nobile.
Per questo, anche solo l'idea di dover presentare ai suoi genitori un ragazzo che aveva come unico titolo quello di "Ultimate Breeder" e che aveva come sudditi solo quattro criceti era diventata un incubo.
Ma, quando Gundham le sorrise, il cuore di Sonia iniziò a batterle con così tanta forza da farle capire che, oramai, era troppo tardi per innamorarsi di qualcun altro.
 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Apodyopsis)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Apodyopsis (Greco)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Se Sonia lo avesse saputo, lui sarebbe morto.
Ma, nonostante sapesse il rischio che stava correndo, Gundham non poteva farne a meno.
Ogni volta che la ragazza entrava nel suo campo visivo, era come se la stessa identica scena si presentasse davanti ai suoi occhi.
Immaginava il vestito della ragazza venir sganciato da dietro e la stoffa morbida che scivolava lungo la pelle candida di lei, lentamente. Lei portava le braccia al suo petto, imbarazzata, mentre le sue guance si tingevano di rosso...
«Gundham, mi stai ascoltando?»
Quando Sonia gli pose quella domanda, il ragazzo annuì come se niente fosse.
 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Augenblick)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Augenblick (Tedesco)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Se quello era un sogno, Gundham non voleva svegliarsi.
Sonia era lì, tra le sue braccia, le sue labbra poggiate su quelle di lui e il ragazzo non riusciva a percepire nient'altro.
Il calore estivo che fino a pochi istanti prima lo stava uccidendo era sparito completamente.
Il chiasso dei suoi compagni di classe era diventato sempre più ovattato.
Il peso del corpo della ragazza, poggiato contro di lui, era svanito.
In quel momento fugace e breve, ma per lui intenso ed eterno, era come se non esistesse nessun altro, se non le loro labbra, unite nel loro primo bacio.
 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (B'shert)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – B'shert (Yiddish)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Sonia aveva sempre creduto nella favola dell'anima gemella, ma più il tempo passava e più lei iniziava a dubitare di quella leggenda.
Aveva passato la sua vita a cercarla, in lungo e in largo per tutto il mondo.
Grazie al suo status di principessa, era riuscita a viaggiare in diverse nazioni e a conoscere persone da ogni dove, tra cui anche molti pretendenti. Ma non c'era niente da fare.
Per questo, la ragazza aveva deciso di arrendersi.
Ma, quando i suoi occhi incrociarono quelli di Gundham per la prima volta, Sonia capì di aver finalmente trovato colui che stava cercando.
 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Cafuné)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Cafuné (portoghese brasiliano)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Sonia stava dormendo accanto a lui, nel suo letto.
Gundham continuava ad osservare la principessa che, poche ore prima, si era intrufolata nella sua stanza, dicendo di aver bisogno di qualcuno con cui parlare... per poi essersi addormentata nel suo letto.
Ma, nonostante non volesse farla andare via, il ragazzo sapeva che avrebbe fatto bene a svegliarla immediatamente.
Quando vide il sorriso felice sulle sue labbra, però, Gundham si stese accanto a lei e fece scivolare gentilmente le dita tra i suoi capelli biondi, sentendo il suo cuore perdere un battito quando Sonia sussurrò dolcemente il suo nome nel sonno.
 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Komorebi)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Komorebi (Giapponese)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Sonia si sedeva spesso su quella panchina.
Gundham aveva ottenuto quell'informazione casualmente, mentre passava il suo tempo ad occuparsi dei suoi criceti, all’aperto.
E, anche se non sapeva perché, ogni volta che lei si sedeva lì, il ragazzo non riusciva più a toglierle gli occhi di dosso.
Quella donna doveva essere una strega, un demone maligno!
Ma, quando si voltò nuovamente verso di lei, Gundham non poté far a meno di pensare che, illuminata dai pochi raggi di luce che filtravano tra le foglie, Sonia era così bella da sembrare, più che un essere maligno, una vera e propria dea.
 
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Bedgasm)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Bedgasm (Inglese)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Sonia lo avrebbe reso pazzo.
Gundham non sapeva cosa gli stesse succedendo ma, ogni volta che Sonia gli rivolgeva la parola o anche solo si trovava vicino a lui, una stranissima euforia si faceva strada dentro di lui.
Aveva provato di tutto: dai riti agli incantesimi più strani, ma niente.
Quella sensazione continuava a presentarsi e, non solo, col tempo si acuiva sempre di più, rendendogli invivibile i momenti passati in classe.
Ma, quando Ibuki gli fece notare che quell'euforia doveva essere causata dal fatto che Sonia fosse il suo primo amore, Gundham non riuscì a trovare una motivazione migliore.


Titolo: The princess and the dark mage (Basorexia)
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Basorexia (Inglese)
Nota: -
Tipo: pure drabble

 
Sonia voleva baciarlo.
Neanche lei sapeva da dove fosse venuto quel desiderio, ma, da qualche giorno, la ragazza non riusciva a pensare ad altro.
Ogni volta che Gundham parlava, era come se tutto intorno a lei si facesse ovattato e, nonostante lei cercasse di ascoltare ciò che il ragazzo le stesse dicendo, l'unica cosa su cui riusciva a focalizzarsi erano le sue labbra che si aprivano e si chiudevano.
Non ce la faceva più.
All'inizio aveva deciso di ignorare quel desiderio, ma più andava avanti e più aumentava.
Così, quando il ragazzo le parlò nuovamente, Sonia cedette e lo baciò.


Titolo: The princess and the dark mage (Psithurism) 
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Psithurism (Inglese) 
Nota: -
Tipo: pure drabble
 
Sonia adorava il suono del fruscio delle foglie che venivano mosse dal vento e, quindi, non era raro che passasse i suoi pomeriggi a sedere su una delle panchine nel cortile della scuola.
Ed era stato proprio in uno di quei pomeriggi che aveva parlato con Gundham per la prima volta.
Il ragazzo si era presentato a lei con il suo solito fare teatrale per poi sedersi sulla sua stessa panchina e iniziare a parlare.
E fu in quel momento che Sonia notò che, la voce di quel ragazzo era ancora più piacevole del dolce suono che tanto amava ascoltare.
 
 
Titolo: The princess and the dark mage (Stjerneklart) 
Fandom: Danganronpa 2
Ship: Gundham x Sonia
Missione: M2 – Stjerneklart (Norvegese)
Nota: -
Tipo: pure drabble
 
Stelle. Quella era l'unica cosa che Gundham, con Sonia al suo fianco, aveva nel campo visivo in quel momento.
Ma...
«Sono bellissime, vero?»
Nonostante la ragazza fosse così entusiasta di quell'enorme cielo stellato, lui non riusciva davvero a comprendere cosa ci fosse di così bello.
Quando abbassò lo sguardo e lo puntò su di lei per risponderle, però, Gundham si bloccò immediatamente.
Riflessi nei suoi occhi, anche quei piccoli puntini luminosi diventavano una delle cose più belle che lui avesse mai visto in tutta la sua vita.
Per questo, rispose, con la voce più roca del solito:
«Sì, sono stupende.»

Dear Naoto

Mar. 7th, 2020 11:07 pm
Fandom: Persona 4
Pairing: Kanji x Naoto
Prompt: M4 - Epistola
Avvertimenti: Fluff, Hidden Message
Parole: 361
 
Dear Naoto,
Another week has passed since you left Inaba for work and everyone is missing you.
My life isn’t so exciting, but I wanted to write you anyway. I have to say it.
Maybe you won’t even understand what I’m talking about.
I hope you will.
This will be difficult to say, so I don’t know if I will be able to write this letter till the end.
I’m trying my best, really.
Anyway, how is it going in Tokyo? Is the case closed, yet? The others and I are sure that no
mystery can stop you.
Tokyo is far from here, but we though that someday we can come to visit you.
Or, at least, I can come. I’d love to.
Only if you want it, obvious.
Chie said that you will be happy if we show up there, but I think that it’s better to listen to your
opinion first.
What are your thoughts about it?
Are you going to accept the offer?
Rise will buy the ticket as soon as you will reply. Or that’s what she said but I think that she will
definitely buy them anyway. She will never listen
to me
or to anyone else in the team, except for Senpai, you know.
So, let’s change the topic.
Are you eating? I know that
you don’t eat a lot when you are under pressure, but please, the others and
I are worried about you.
They told me to say it to you.
By the way, I will finish to write this letter soon. I’m surprised, really.
Until only two hours ago (when I started writing, yeah, I panicked a few 
times) I wasn’t sure that 
I could really do it. But now I see that there aren’t too many
lines left. I know that you will be surprise
or maybe even shocked, but I only hope that this letter will not be in
vain. I know that it would have been 
easier to say it out loud, but I couldn’t do it, never.
You understood what I was trying to say, didn’t you? You are
our detective, after all.
Until we meet again, Kanji
Fandom: Bravely Default
Pairing: Edea x Ringabel
Prompt: M3 – Cioccolateria Dieta
Avvertimenti: fluff
Parole: 271
 
 
«Ringabel! Ringabel entriamo!»
Ringabel si fermò non appena sentì Edea afferrargli il braccio e esclamare il suo nome, neanche fosse una bambina di fronte al più grande parco giochi del mondo.
Il ragazzo guardò alla sua destra, posando lo sguardo sul punto che la guerriera continuava a indicare.
E fu in quel momento che sentì il sangue gelarglisi nelle vene.
Una cioccolateria.
Quella che si trovava di fronte a lui era sicuramente il negozio di cioccolata più grande che lui avesse mai visto.
Il ragazzo si fermò immediatamente a fare mente locale, cercando di capire dove avesse sbagliato.
Sapeva che Edea era a dieta e, per questo, aveva passato l'intera mattinata a scegliere un percorso "sicuro": delle strade, cioè, che non presentassero alcun tipo di golosità che potessero in qualche modo stuzzicare l'appetito della sua ragazza.
Come aveva potuto quel negozio passargli sotto il naso in quel modo, senza che lui se ne accorgesse?
«Edea...»
Ringabel si voltò nuovamente verso di lei.
No, non potevano entrare.
Ne andava della sua incolumità.
Anche se il ragazzo non comprendeva come fosse possibile, ogni volta che Edea mangiava più del dovuto la colpa era sempre di lui. Non poteva lasciare che anche questa volta la ragazza lo accusasse di non averla fermata e di averle lasciato compiere (l'ennesimo) sgarro alla sua dieta.
Ma, quando vide il modo in cui gli occhi di lei stavano brillando alla vista di tutto quel cioccolato, Ringabel non trovò il coraggio di rifiutare.
Così, entrò nel negozio, seguendo una Edea decisamente più su di giri del solito e preparandosi mentalmente a quello che sarebbe stato poi il suo destino.
Fandom: Persona 4
Pairing: Kanji x Naoto
Prompt: M3 – Virgola Libreria
Parole: 285
 
La libreria era un posto che Kanji non era solito visitare più di tanto.
Il ragazzo non era assolutamente interessato nella lettura di libri e, quindi, molto spesso passava davanti a quel negozio senza neanche lanciare uno sguardo alla vetrina.
Quella volta, però, qualcosa attirò la sua attenzione e il ragazzo si era fermato immediatamente davanti alla vetrina del negozio.
Fino a quel momento, non aveva neanche visto il nome di quel luogo, nonostante ci fosse passato davanti tantissime volte in quegli anni.
"Virgola".
Chissà da dove lo avevano tirato fuori.
Ma non era certo quello che aveva catturato il suo sguardo.
Era stato un cappello blu.
Quello era ciò che era entrata nel suo campo visivo e che si trovava adesso oltre il vetro della vetrina.
Dopo poco, anche il resto della figura divenne chiara ai suoi occhi: Naoto Shirogane.
La ragazza per cui Kanji aveva una cotta si trovava lì, solo ad un vetro di distanza da lui.
E, nonostante sapesse che quello che stava facendo poteva essere considerato stalking, il ragazzo non riusciva più a muoversi.
Era lì, immobile, ad osservare lo sguardo concentrato della detective che, chiaramente in difficoltà, stava scegliendo quale libro comprare da quelli che si trovavano sullo scaffale davanti a lei.
Era bellissima.
Non c'erano altri aggettivi per descriverla.
Tutto di lei era perfetto.
Kanji era così immerso nei suoi pensieri che non si rese conto neanche che Naoto aveva notato la sua presenza e si era adesso voltata verso di lui.
"Oh no."
Lo avrebbe preso per un pazzo.
Totalmente per un pazzo.
Ma, quando la detective gli sorrise e agitò leggermente la mano per salutarlo, il ragazzo decise che poteva prendere coraggio e entrare nel negozio.
Fandom: Persona 3
Coppia: Akihiko x Mitsuru
Tipo di storia: raccolta di pure drabble
Numero di drabble: 3
POV: Akihiko
Missione: M2 - La Stella
Nota: Akihiko rappresenta l'arcano de La Stella in Persona 3 (versione Portable, se si sceglie la protagonista femminile).

1.
 
Akihiko stava iniziando a perdere la speranza.
Non importava quante volte Mitsuru lo avesse allontanato e rifiutato in quegli anni, dentro di lui, il ragazzo aveva sempre continuato a sperare che, un giorno, la sua fidata compagna di squadra potesse aprirsi di più con lui, ignorando il ruolo che era stato loro assegnato.
Ma, adesso, aveva quasi raggiunto il limite: era come se la ragazza non lo guardasse nemmeno.
Però, quando Mitsuru gli chiese di accompagnarla a vedere un film, quella sera, Akihiko pensò che, forse, poteva continuare a sperare in un'evoluzione del loro rapporto ancora per un altro po'.
 
 
2.
 
Da quando aveva inviato a Mitsuru l'invito ad uscire insieme, Akihiko non poteva smettere di guardare il telefono.
Non importava che il volume fosse al massimo.
Non importava che fosse vicino a lui per essere sicuro di sentirlo.
Non importava neanche che avesse impostato la suoneria in modo che suonasse solo se il messaggio veniva da Mitsuru.
Il ragazzo continuava a osservarlo, nonostante sapesse che la risposta che attendeva non sarebbe arrivata prima.
Doveva attendere, senza farsi prendere dall'ans–
Il telefono squillò e il ragazzo accese immediatamente lo schermo, esultando internamente quando vide il "sì" che lei gli aveva inviato.
 
 
3.
 
Akihiko ricordava perfettamente il primo incontro che aveva avuto con Mitsuru, quando andavano ancora alle medie.
Lei si era presentata a lui subito dopo uno dei suoi incontri di boxe e, per un momento, il ragazzino aveva pensato che si trattasse di una delle sue solite, noiose, fan.
Non appena la vide, però, Akihiko era rimasto completamente senza parole.
Mitsuru era lì, davanti a lui, e gli stava rivolgendo quello sguardo così freddo ma, allo stesso tempo, così tanto intrigante.
E, mentre lei si era messa a parlare, un unico pensiero era apparso nella mente confusa del ragazzo: “E' bellissima.”

Fandom: Persona 3
Coppia: Akihiko x Mitsuru
Tipo di storia: raccolta di pure drabble
Numero di drabble: 15
POV: Mitsuru
Missione: M2 - L'Imperatrice
Nota: Mitsuru rappresenta l'arcano de L'Imperatrice in Persona 3.


QUESTA STORIA PARTECIPA SIA AL COW-T10 (INDETTO DA LDF) SIA A "IL WALTZER DI FIORI" (INDETTO DA PIUME D'OTTONE)

 
1. Alloro – Vittoria

 

Mitsuru non si era mai sentita così tanto bene in vita sua.

Avevano vinto.

Non appena il Tartarus era scomparso e loro si erano ritrovati di fronte alla loro scuola, la ragazza aveva sentito tutta la tensione di poco prima dileguarsi, mentre alcune lacrime di commozione iniziavano a farsi strada lungo le sue guance.

Quella storia aveva finalmente raggiunto una fine.

Avevano battuto Nyx. Erano riusciti a salvare il mondo.

E, adesso...

Una sensazione di calore la invase quando Mitsuru si voltò verso Akihiko e si lanciò contro di lui, stringendolo con forza.

...adesso niente poteva impedirle di essere felice.

 


2. Arancio – Matrimonio

 

Quello sarebbe sicuramente diventato il giorno più bello della sua vita.

Mitsuru lanciò uno sguardo al grandissimo portone che aveva davanti agli occhi e che avrebbe segnato, sicuramente, un nuovo inizio.

Mancava poco, davvero così poco.

Presto l'ingresso si sarebbe aperto e lei avrebbe dovuto iniziare a camminare in quella chiesa che aveva scelto con tanta cura.

Quella canzone, che da settimane era in testa, avrebbe iniziato a risuonare intorno a lei.

Tutti si sarebbero voltati a guardarla e avrebbero ammirato il suo meraviglioso abito bianco.

E, finalmente, sarebbe successo: avrebbe abbandonato il suo nome e sarebbe diventata Mitsuru Sanada.

 

 

3. Viola del pensiero – “Ti penso”

 

Ultimamente Mitsuru non sapeva cosa le stesse succedendo.

Nonostante continuasse a cercare di concentrarsi sul suo lavoro, Akihiko continuava ad apparire nella sua mente, distraendola.

Aveva provato di tutto. Aveva tentato di ascoltare musica a tutto volume; aveva provato a fare altro invece che lavorare; aveva anche cercato di sforzarsi di pensare a qualcosa, qualsiasi cosa, che non fosse il ragazzo.

Ma bastava un attimo di distrazione e Akihiko appariva: i suoi capelli dal colore insolito, i suoi occh–

...

Mitsuru sospirò, chiudendo il libro che stava leggendo e rassegnandosi all'idea che non pensare a quel ragazzo fosse praticamente impossibile.

 

 

4. Potentilla – Protezione

 

«Sì può sapere cosa ti è preso?!»

Neanche lei lo sapeva con certezza. La sua calma che aveva da sempre dominato nel suo carattere era completamente scomparsa nel momento in cui Akihiko era entrato nel suo campo visivo, la ferita sul fianco ben visibile. Era stato in quel momento che Mitsuru si era ritrovata tra lui e il nemico.

«Potevi morire, Mitsuru!»

E per questo adesso si trovavano lì, lui con le mani sulle spalle di lei.

«Lo so, Akihiko...»

«E allora perché lo hai fatto?!»

Le labbra della ragazza si mossero prima che lei potesse fermarle.

«Perché volevo difenderti.»

 

 

5. Lobelia – Ostilità

 

Mitsuru era sempre stata ostile nei confronti delle altre persone.

Non poteva farci niente: quel suo atteggiamento faceva parte di lei fin da quando era una bambina.

Suo padre l'aveva sgridata più volte per il modo in cui si rivolgeva alle persone che la approcciavano, ma lei non era mai riuscita a cambiare, neanche di una virgola.

E quello le faceva male. La convinzione che quel lato del suo carattere potesse non venire accettato dagli altri era qualcosa che la terrorizzava.

Così, quando Akihiko le disse che amava il suo sguardo ostile, Mitsuru si sentì, per la prima volta, accettata.

 

 

6. Papavero – Consolazione

 

Mitsuru sapeva di non avere il diritto di essere felice.

Doveva solo portare avanti il suo compito: sconfiggere le Shadow, nient’altro.

Non aveva avuto tempo di divertirsi.

Eppure, se chiudeva gli occhi, anche lei riusciva a ricordare dei momenti in cui, seppur inconsciamente, era stata felice.

E tutti avevano un solo perno centrale: Akihiko.

Ogni volta che Mitsuru stava con lui, non sapeva cosa le prendesse: era come se la sua presenza riuscisse a cancellare il ruolo loro assegnato; come se solo un suo sorriso fosse in grado di farle  sperimentare cosa fosse la felicità.

E questo bastava a consolarla.

 

 

7. Petunia – Difficoltà

 

Da quando aveva iniziato le sue ricerche sul Tartarus, Mitsuru si era ritrovata più volte in difficoltà anche se, ovviamente, il suo orgoglio era troppo grande per farglielo ammettere.

Ogni volta che qualcosa non andava, infatti, la ragazza era sempre riuscita a nasconderlo, rimanendo così il perno centrale del suo gruppo, la guida che tutti i suoi compagni più giovani potevano seguire.

Quella era la verità che aveva raggiunto: lei non poteva permettersi di essere in difficoltà.

Eppure, quando Akihiko le disse che era lì per aiutarla, per la prima volta, Mitsuru non riuscì a fingere che tutto andasse bene.

 

 

8. Sambuco – Guarigione

 

«Come va la ferita?»

Quando Akihiko le rivolse quelle parole, Mitsuru alzò lo sguardo.

«Bene.»

Lei tentò di mettersi a sedere, ma il ragazzo le mise una mano sulla spalla e la spinse nuovamente sul letto.

«Akihiko.» iniziò Mitsuru, la rabbia che già si faceva strada dentro di lei.

Non aveva tempo da perdere. Doveva tornare subito al lavoro, altrimenti ci sarebbero state diverse complicazioni.

«Io resto qui con te.» la interruppe lui, il tono più deciso del solito.

E, nonostante la ragazza avrebbe voluto ribattere nuovamente, l’idea di stare da sola con lui era troppo allettante per poter rifiutare.

 

 

9. Cipresso - Lutto

 

Mitsuru non era mai stato il tipo da cercare consolazioni.

Fin da bambina, la ragazza aveva da sempre affrontato i suoi problemi da sola e, anche nei momenti più difficili, si era chiusa nella sua stanza e aveva nascosto al mondo ciò che provava.

Per questo, la ragazza non riusciva a capire cosa passasse per la testa ad Akihiko in quel momento.

Suo padre era morto. Quella era una verità che lei doveva accettare, da sola, come aveva sempre fatto.

Eppure, quando Akihiko la strinse a sé, sussurrandole in un'orecchio che sarebbe restato con lei, Mitsuru non riuscì a rifiutare.

 

 

10. Salice piangente – Lacrime

 

Mitsuru non aveva mai visto Akihiko piangere.

Il ragazzo si era sempre mostrato forte di fronte a lei e ai loro compagni di squadra, lasciando da parte ogni singolo accenno di debolezza che potesse compromettere il suo ruolo.

Ma, in quel momento, le cose erano diverse.

Nonostante Akihiko stesse cercando di nasconderle le lacrime avevano iniziato a rigargli le guance, mentre i suoi occhi osservavano il vuoto.

Mitsuru sapeva cosa stava provando.

Entrambi stavano soffrendo. Dopotutto, Shinji era il migliore amico di entrambi.

Per questo, senza dire niente, la ragazza abbracciò il ragazzo, lasciando che lui singhiozzasse sulla sua spalla.

 

 

11. Non ti scordar di me – Vero amore

 

Il vero amore non esisteva.

Mitsuru aveva sempre creduto che tutte le storie sul trovare la propria anima gemella e vivere il resto della sua vita con lei non fossero altro che delle fiabe; delle inutili, frivole fiabe.

Nella crudele vita reale, un qualcosa di così bello non poteva esistere.

Per questo, ogni volta che sentiva le ragazze della sua età parlare di cose del genere, Mitsuru non poteva far altro che alzare gli occhi al cielo.

Quando però le sue labbra sfiorarono quelle di Akihiko per la prima volta, la ragazza capì di avere, fino a quel momento, sbagliato.

 

 

12. Ibisco – Bellezza

 

Mitsuru si era da sempre considerata una bella ragazza.

E, nonostante le altre persone odiassero quasi questo suo lato, lei non ci dava peso, anzi, continuava a mostrarsi sicura di sé.

Questo aveva portato però a delle situazioni che la ragazza non riusciva più a sopportare.

Le ragazze avevano iniziato a odiarla, arrivando a evitarla pur di non stare insieme a lei.

I ragazzi, invece, cercavano in tutti i modi di conquistarla, nonostante non fossero realmente innamorati di lei.

Così, quando Akihiko le disse che lui l’amava indipendentemente dalla sua bellezza, Mitsuru si sentì la ragazza più felice del mondo.

 

 

13. Gladiolo – Infatuazione

 

Mitsuru non era mai stata il tipo da prendersi delle cotte.

La ragazza era sempre stata convinta che l'amore era un qualcosa che non aveva senso di esistere nella sua vita, figuriamoci un'infatuazione! Quelle sì che le aveva da sempre considerate inutili.

Anzi, non solo, ma anche terribilmente fastidiose.

Quando vedeva le ragazze della sua età arrossire o ridacchiare in quel modo assurdo, Mitsuru si vergognava per loro.

Per questo, lei era sicura che niente l'avrebbe ridotta in quello stato.

Ma, quando Akihiko le sorrise, la ragazza non fu capace di fermare il rossore che si diffuse sulle sue guance.

 

 

14. Campanula – Perseveranza

 

Nonostante Mitsuru avesse tentato più volte di reprimere i suoi sentimenti per Akihiko, il suo stato d'animo non sembrava volerla lasciare in pace.

La ragazza non sapeva come fosse possibile, ma ogni volta che credeva di aver finalmente messo un freno a quelle emozioni che lei considerava frivole e senza senso, bastava uno sguardo del diretto interessato ed ecco che quei sentimenti riprendevano ad ardere in lei, ancora più forti di prima.

E quello per lei era assolutamente inaccettabile.

Non poteva cedere alla loro perseveranza, per nessun motivo.

Ma, quando Akihiko la baciò, la ragazza non fece niente per allontanarlo.

 

 

15. Asfodelo – Rimpianto

 

Se c'era una cosa che suo padre le aveva insegnato, era che, nella vita, era meglio non avere alcun rimpianto.

Dopotutto, con tutti i rischi che correva ogni notte, nel Tartarus, era meglio fare subito ciò che si voleva, senza rischiare di non poterlo fare in un secondo momento.

Ma, nonostante ciò, c'era qualcosa che la ragazza aveva rimandato per tutto quel tempo.

Qualcosa che lei aveva desiderato da tanto e che, adesso che dovevano combattere Nyx, avrebbe davvero rischiato di non ottenere più.

Per questo, quando Akihiko andò a chiamarla, come faceva ogni volta, Mitsuru non esitò a baciarlo.

QUESTE DRABBLE PARTECIPANO AL COW-T9 INDETTO DA LANDE DI FANDOM
MISSIONE M12 (Zodiaco)
NOTE IMPORTANTI: Ogni drabble ha come protagonista il significato di un fiore particolare che è legato ad un segno dello zodiaco. Di seguito inserisco i link di dove ho trovato informazioni sul significato dei fiori e su quali fiori fossero legati ad un particolare segno. Ho anche collegato altri fiori sfruttando il fatto che il significato del fiore andasse comunque a coprire una particolare caratteristica del segno.
https://www.donnamoderna.com/lifestyle/fiori-segno-zodiacale-fiore-oroscopo
https://www.vanityfair.it/lifestyle/tempo-libero/2018/04/04/fiori-segno-zodiacale-zodiaco
https://www.chedonna.it/2018/04/08/un-fiore-per-ogni-segno-zodiacale/
 
https://www.interflora.it/StaticPage/Content/Linguaggio
https://latorredicarta.forumcommunity.net/?t=58953874#entry417257484
 
FANDOM: Persona 3
PERSONAGGI/COPPIE: Mitsuru/Akihiko
TIPOLOGIA: drabble da 100 parole


#1. Caprifoglio (fascino) [Ariete]
Akihiko aveva sempre pensato che Mitsuru fosse una delle ragazze più belle che lui avesse mai visto in tutta la sua vita.
Non c'era niente in lei che fosse minimamente sgraziato: tutto era sempre perfettamente al suo posto, dalla testa ai piedi.
Non importava neanche cosa la ragazza indossasse a dire la verità.
Qualsiasi cosa mettesse lui la trovava sempre terribilmente incantevole e affascinante, anche se addosso aveva il più brutto abito presente sulla faccia della terra.
Per questo, ogni volta che ne aveva l'occasione, Akihiko non poteva far altro che avvicinarsi alla ragazza e sussurrarle all'orecchio quanto fosse bella.
 

#2. Camelia (dualismo forza e fragilità) [Acquario]
Akihiko aveva visto più volte Mitsuru perdere il controllo.
Nonostante la ragazza facesse sempre di tutto per mostrarsi forte davanti agli altri, infatti, lei per prima provava terrore per quello che li attendeva.
E questo lui lo sapeva. Lo sapeva benissimo.
L'aveva trovata spesso chiusa nella sua stanza, al buio, che tremava dalla paura.
E, ogni volta, l'aveva abbracciata, dicendole che tutto sarebbe andato bene; era stato lì, fino a quando quella crisi non passava.
E, nonostante gli facesse male vederla in quelle condizioni, Akihiko avrebbe fatto sempre di tutto per essere al suo fianco in quei momenti di debolezza.
 

#3. Mimosa (forza e femminilità) [Gemelli]
Se c'era una cosa che Akihiko adorava di Mitsuru, era la sua incredibile forza.
Dalla prima volta che avevano affrontato le Shadow, il ragazzo era rimasto terribilmente affascinato dalla maestria con cui lei evocava il suo Persona e con cui riusciva a sconfiggere anche dieci nemici insieme.
Così, quando le era stato ordinato di fare da semplice supporto, lui era stato il primo a protestare.
Odiava non poter più lottare al suo fianco e ammirarla combattere.
Per questo, quando Fuuka prese il suo posto, facendo tornare quella bellissima ragazza sul campo di battaglia, Akihiko non poté che sentirsi terribilmente felice.


#4. Rododendro (tentazione) [Scorpione]
Nonostante Akihiko avesse già visto Mitsuru ballare, non poteva che rimanere a bocca aperta in quel momento.
Ciò che attirava la sua attenzione non erano solo i movimenti dei suoi fianchi o le sue bellissime e inebrianti espressioni facciali, ma il modo in cui era vestita o, meglio, "svestita".
Lo strano body che stava indossando metteva bene in mostra le sue perfette forme, così come il suo bellissimo seno.
E, mentre lei gli faceva cenno di raggiungerla sulla pista da ballo, Akihiko dovette resistere alla tentazione di trascinarla via da lì e farla ballare solo per lui, nella sua stanza.
 

#5. Ninfea (purezza di sentimenti) [Pesci]
Mitsuru non era mai stata un tipo da relazioni amorose.
Fin da quando era piccola, aveva sempre lasciato da parte quell'aspetto della sua vita, seguendo solo ciò che suo padre le aveva sempre detto di fare per il Kirijo Group.
Non aveva tempo per una cosa così futile come l'amore.
Non aveva minimamente bisogno di un sentimento simile, che l'avrebbe solo rallentata a raggiungere il suo obiettivo.
Quando però Akihiko le afferrò le mani, chiedendogli di mettersi con lui, la ragazza non riuscì a non dare libero sfogo ai suoi sentimenti, mentre dalle sue labbra usciva solo un flebile "sì".
 

#6. Fresia (mistero) [Toro]
Per Akihiko, Mitsuru era un vero e proprio mistero.
Infatti, nonostante il ragazzo facesse del suo meglio per conquistarla, utilizzando tutte le conoscenze acquisite dalle riviste che aveva comprato online, la ragazza non sembrava fare caso a lui.
Le aveva tentate tutte: le aveva fatto regali, l’aveva fatta ridere, era stato al suo fianco nel momento del bisogno.
Aveva provato tutto quello che c'era scritto su quei manuali, senza successo.
Ma, quando Mitsuru gli sorrise, dicendogli che adorava i momenti in cui lui era completamente se stesso, Akihiko pensò che quei pezzi di carta potevano diventare dell'utilissima legna da ardere.
 

#7. Narciso (vanità) [Ariete]
Mitsuru sapeva quanto la sua bellezza causasse un forte sentimento di desiderio nei ragazzi che la osservavano e, a dire la verità, ciò non le dispiaceva affatto.
Anche se non lo dava a vedere, infatti, alla ragazza piaceva sentirsi adorata dalla gente, così come amava sentirsi lodare da chi le parlava.
Per questo, non capiva perché Akihiko non facesse lo stesso.
Non che questo le importasse poi più di tanto: in fondo aveva già tantissimi ammiratori.
Ma quando lui le confessò che la trovava bellissima, Mitsuru si sentì molto più felice di tutte le altre volte in cui gliel’avevano detto.
 

#8. Rosa rosa (dolcezza nascosta) [Toro]
Akihiko sapeva che Mitsuru non era per niente un tipo facile.
Si era ritrovato più volte a litigare con lei, soprattutto per la sua testardaggine.
Ma, oltre a quello, Akihiko si era accorto di ben altro.
Se qualcuno gli avesse chiesto di descrivere la ragazza con una parola sola, infatti, lui avrebbe utilizzato "rosa".
Mitsuru era così.
Era come una bellissima rosa, che si difendeva utilizzando tante temibili spine.
Per questo, ogni volta che lei gli mostrava uno dei suoi lati più dolci, il ragazzo non poteva che sentirsi fortunato di essere l'unico con cui lei ritirava le sue difese.
 

#9. Rosa gialla (gelosia) [Toro]
Anche se odiava ammetterlo, Mitsuru provava spesso gelosia.
Ogni volta che vedeva Akihiko parlare con una ragazza a scuola o al dormitorio, una sensazione pungente iniziava a propagarsi nel suo petto, portandola quasi alla pazzia.
Sapeva che era sbagliato quel suo sentimento.
Lei e Akihiko non stavano insieme e, anche se lei avrebbe voluto, lui non era di sua proprietà.
Sapeva che non aveva alcun diritto di scegliere con chi Akihiko potesse parlare o meno.
Ma, nonostante questo, Mitsuru non poteva trattenersi dal portare via il ragazzo, lanciando uno sguardo più che esplicativo a chiunque fosse la malcapitata di turno.
 

#10. Ipomea (Premura) [Vergine]
«M-Mitsuru?»
Quando cercò di pronunciare quel nome, la gola di Akihiko andò letteralmente a fuoco.
«Sì, Akihiko. Sono io.» rispose lei, posando una mano sulla sua.
Il ragazzo tentò di mettere a fuoco la sua figura, non riuscendoci.
«Cosa è successo...?» domandò.
«Hai la febbre alta. Dormi, io resto qui con te.»
Il ragazzo avrebbe voluto ribattere.
Sapeva che lei aveva ben altre cose a cui pensare.
Lui se la sarebbe cavata da solo, senza disturbarla ulteriormente.
Ma, quando Mitsuru gli posò un bacio sulla fronte, ripetendogli che lei si sarebbe presa cura di lui, il ragazzo preferì non ribattere.
 

#11. Crisantemo (vita) [Scorpione]
Nonostante Akihiko fosse praticamente, costretto a lottare contro mostri molto più forti di lui, non si era mai sentito così tanto vivo in vita sua.
Da quando aveva iniziato a combattere tutta la sua esistenza aveva finalmente acquisito un senso.
Per questo, quando oramai tutto stava per concludersi, Akihiko aveva avuto paura.
Paura di tornare a quei giorni monotoni del passato.
Paura di tornare a non essere nessuno.
Ma, quando il ragazzo baciò Mitsuru, capì che, in realtà, il motivo per cui si sentiva così tanto vivo non erano le Shadow o la Dark Hour; ma solo ed esclusivamente lei.


#12. Giacinto (divertimento) [Bilancia]
Akihiko sapeva che Mitsuru era particolarmente permalosa e, a dire la verità, quella era una delle caratteristiche che più lo intrigavano del suo carattere.
Non sapeva perché, ma trovava a dir poco eccitante il suo comportamento.
Adorava farla arrabbiare, vederla mentre faceva di tutto per mostrarsi calma e composta come sempre, come se niente fosse successo.
E, soprattutto, adorava indovinare il modo in cui la ragazza si sarebbe vendicata.
Per questo, ogni volta che poteva, Akihiko la punzecchiava, e, mentre aspettava una reazione, sperava con tutto se stesso che lei non si rendesse conto di quanto ciò lo facesse divertire.

#13. Gelsomino rosso (desiderio) [Bilancia]
Ogni volta che Mitsuru si trovava da sola con Akihiko, doveva realmente frenare se stessa per resistere al desiderio di stare il più vicino possibile al ragazzo.
Non sapeva neanche a lei cosa le prendesse.
Ogni volta che lui si avvicinava, era come se lei perdesse la sua compostezza e tranquillità e i suoi istinti più nascosti venissero a galla.
Doveva assolutamente darsi un contegno.
Se non lo avesse fatto, la situazione sarebbe completamente degenerata.
Ma, quando Akihiko la bloccò contro lo stipite della porta della sua stanza, sussurrandole che la desiderava, Mitsuru decise che non aveva più senso trattenersi.

#14. Gelsomino bianco (amabilità) [Bilancia]
Mitsuru sapeva fin troppo bene che il suo carattere non era per niente carino nei confronti degli altri.
Questo fatto le era stato fatto notare più volte in passato, soprattutto quando, già da bambina, trattava tutti coloro che aveva intorno con profondo distacco.
Non che a lei interessasse poi più di tanto cosa pensassero gli altri, a dire la verità.
Anzi, aveva sempre agito ignorando ciò che le persone potevano pensare di lei, continuando dritto per la sua strada.
Ma, quando Akihiko le disse che lui la trovava "amabile", la ragazza non poté far a meno di sentirsi terribilmente felice.


#15. Stella alpina (caparbietà) [Acquario]
Akihiko sapeva fin troppo bene che Mitsuru otteneva sempre quello che voleva.
Niente riusciva mai a bloccarle la strada verso il suo obiettivo, impedendole di raggiungerlo.
Ma questa volta non sarebbe successo.
«Mitsuru, non possiamo qui.»
Akihiko afferrò le spalle della ragazza, allontanandola leggermente da lui.
Si trovavano nella stanza del concilio studentesco.
Qualsiasi cosa avesse in mente la ragazza, quello non era sicuramente il luogo adatto.
Mitsuru lo ignorò e posò nuovamente le sue labbra su quelle di lui.
E mentre il ragazzo si sedeva sulla cattedra, pensò che forse poteva lasciarle avere ciò che voleva per un'ultima volta.
#16. Margherita (semplicità) [Ariete]
Mitsuru si era trovata più volte in difficoltà con i sentimenti che provava nei confronti di Akihiko.
Ogni volta che cercava un modo per affrontarli, infatti, si ritrovava sempre in un vicolo cieco, senza assoluta via di scampo.
Ciò era inspiegabile.
Era come se tutta la sicurezza che cercava di acquisire prima di parlargli scoppiasse come una semplice e debole bolla di sapone quando lui le appariva davanti.
Per questo, quando dalle sue labbra uscì solo un fievole "Mi piaci" e il ragazzo rispose che anche lui provava lo stesso, Mitsuru rimase stupita di quanto fosse, in realtà, stato semplice.
 

#17. Girasole (bisogno di una guida) [Pesci]
Se c'era una cosa di cui Akihiko era sicuramente certo era che Mitsuru era una leader perfetta e lui non aveva mai vacillato sotto il suo comando.
Niente poteva cambiare ciò.
Lui l'avrebbe seguita, sempre.
Poi, era successo l'inaspettato.
Dopo la morte di suo padre, Mitsuru era andata nel panico, perdendo qualsiasi capacità di ricoprire il suo solito ruolo.
Di fronte a ciò, anche Akihiko si era sentito completamente perso.
Ma, quando gli aveva chiesto aiuto, il ragazzo aveva deciso che, per una volta, poteva essere lui a tenderle la mano e a mostrarle la strada lei aveva, ormai, perduto.

#18. Giglio (regalità) [Leone]
Nonostante Akihiko fosse a conoscenza del fatto di piacere a molte studentesse della sua scuola, il ragazzo aveva occhi solo per Mitsuru.
E come poteva essere diversamente?
Nessuna di loro sarebbe stata capace di sconfiggere plotoni di Shadow.
Nessuna di loro sarebbe riuscita a tenere sotto controllo l'intera squadra, stando attenta che nessuno riportasse ferite.
Nessuna di loro era in grado di organizzare piani dettagliati e complessi per la vittoria.
Semplicemente, nessuna di loro era come lei.
Per questo, se qualcuno gli avesse chiesto cosa fosse per lui Mitsuru, Akihiko non avrebbe minimamente esitato a rispondere con "la mia regina".

#19. Magnolia (quiete) [Cancro]
Anche se tanti potevano pensare il contrario, Akihiko amava il silenzio che riempiva le conversazioni tra lui e Mitsuru.
Poteva sembrare strano (lo era a dire la verità), ma a lui non serviva che lei gli dicesse niente.
Loro si capivano.
Bastava uno sguardo, un tocco, un sorriso e tutto ciò che lui pensava veniva trasmesso a lei, e viceversa.
Era come se i loro sentimenti, insieme, formassero un perfetto equilibrio.
Per questo, ogni volta che ne aveva occasione, Akihiko si sedeva accanto a lei, lasciando che i suoi sentimenti le arrivassero e i suoi lo raggiungessero, in completa quiete.
#20. Geranio (amicizia) [Acquario] I sentimenti che Akihiko provava per Mitsuru erano un qualcosa che neanche il ragazzo capiva fino in fondo.
Lui e Mitsuru erano amici.
La loro amicizia era una di quelle che moltissime persone invidiavano, così come gli avevano fatto più volte presente le persone che avevano intorno.
In tanti avrebbero voluto un rapporto del genere, basato sulla fiducia reciproca e sulla convinzione di poter completamente contare l'uno sull'altra.
Eppure, ad Akihiko quello non bastava, anzi, non era mai bastato: in fondo al suo cuore, lui non poteva che desiderare che, un giorno, sarebbe stato più di un amico per lei.
#21. Glicine (affetto profondo) [Pesci]
L'amore che Mitsuru provava per Akihiko non era per niente un qualcosa di frivolo e leggero.
Fin dal momento in cui lei si era resa conto di essere innamorata di lui, la ragazza aveva capito immediatamente che quella non era una semplice "sbandata", una cotta che, col tempo, sarebbe passata.
Aveva provato a convincersene, sul serio.
Sapeva che quel sentimento sarebbe stato d'intralcio per la missione che li attendeva e li avrebbe potenzialmente messi in pericolo.
Eppure, più il tempo passava e più quel sentimento si acuiva, divenendo praticamente impossibile da eliminare, mentre, ogni giorno, si faceva sempre più profondo.

#22. Garofano rosso (passione) [Sagittario]
Quella Shadow non sarebbe stata un boss facile.
Il ragazzo si sarebbe aspettato qualunque cosa...tranne quella.
Mitsuru era distesa sul letto di fronte a lui, con solo un asciugamano addosso a coprirle il corpo completamente bagnato.
Il suo volto era arrossato e le sue labbra continuavano a sussurrare il suo nome, invitandolo ad avvicinarsi.
Ma, la cosa che gli aveva fatto più paura di quella battaglia, era la consapevolezza che, se Fuuka non li avesse contattati, facendo tornare in sé la ragazza, lui avrebbe davvero rischiato di perdere il controllo e lasciarsi andare completamente alla passione che provava per lei.
#23. Mughetto (Equilibrio) [Acquario]
Nel corso del loro rapporto, Akihiko si era chiesto cosa ci trovasse Mitsuru in uno come lui.
Loro due erano opposti, con niente che li accumunasse.
Lei era intelligente, ricca, con un futuro certo.
Lui era un ragazzo semplice, incerto anche su cosa fare dopo il liceo.
Visti da fuori, chiunque si sarebbe chiesto come poteva una coppia del genere funzionare.
Eppure era come se trovassero una perfetta stabilità.
Ed era quello che Akihiko sapeva che Mitsuru vedeva in lui: la sua metà perfetta, capace di completarla e farle raggiungere un equilibrio che, da sola, non avrebbe mai neanche sfiorato.
#24. Echinacea (forza) [Acquario]
Mitsuru era più forte di lui.
Non sapeva neanche lui come fosse possibile ma, nonostante il durissimo allenamento a cui si sottoponeva ogni giorno, Akihiko si ritrovava spesso K.O., come se la ragazza fosse capace di leggere attentamente ogni sua mossa.
E questo non poteva sopportarlo.
Era lui che aveva promesso di proteggere lei, non il contrario.
Era lui che doveva vincere quelle lotte, non il viceversa.
Ma, quando ritrovava a terra, con Mitsuru che gli lanciava un sorriso vittorioso, il ragazzo non poteva che pensare che, vista da quell'angolazione, lei fosse la ragazza più bella che avesse mai visto.
#25. Garofano bianco (ammirazione) [Capricorno]
Mitsuru provava una fortissima ammirazione nei confronti di Akihiko.
Non passava giorno, ora, minuto, in cui la ragazza non rimanesse sempre più affascinata da lui, iniziando seriamente a far dipendere le sue scelte più importanti in base alle sue opinioni.
Ma, in fondo, come si poteva non ammirarlo?
Quando lo aveva conosciuto, Akihiko non aveva niente.
Aveva perso tutto a causa di quel potere, di quella maledizione che li aveva accumunati.
Eppure, nonostante questo, era riuscito a rialzarsi e a battersi.
E, per Mitsuru, questa era la cosa che rendeva quel ragazzo colui che lei ammirava più di chiunque altro.
#26. Gelsomino giallo (eleganza) [Bilancia]
Akihiko aveva conosciuto poche persone che potessero competere con Mitsuru sul campo dell'eleganza.
Ogni volta che la ragazza si trovava nei paraggi, lui veniva attirato verso di lei, come un insetto affascinato da una fonte di luce.
Qualsiasi movimento compiesse, qualsiasi parola uscisse dalle sue labbra, qualsiasi espressione il suo volto assumesse; era così perfetta che Akihiko era arrivato a pensare che la ragazza fosse una divinità, mandata sulla terra per farlo impazzire.
Ma quello in realtà non gli importava.
Se impazzire era il prezzo per poter osservare tutta la sua eleganza da vicino, il ragazzo era pronto a pagarlo.
#27. Fiore di loto (evoluzione) [Sagittario]
Anche se a prima vista poteva non sembrare, Mitsuru sapeva che il suo rapporto con Akihiko si era evoluto.
Quella che un tempo era semplicemente una collaborazione, nata dallo spirito di sopravvivenza nei confronti di quella complicata missione che li accomunava, era adesso diventata una vera e propria amicizia.
La ragazza sapeva di poter contare su di lui per qualsiasi cosa, anche per fatti che non c'entravano nulla con il loro scopo.
Ma, nonostante quello fosse il rapporto più bello che avesse mai avuto, Mitsuru sperava che questo evolvesse ulteriormente e che, un giorno, diventasse più di una semplice amicizia.
#28. Lauro (trionfo) [Leone]
Mitsuru era abituata a vincere.
Non c'era mai stata una volta in tutta la sua vita in cui una sua battaglia fosse finita in disfatta o senza che lei ne uscisse trionfante.
Per questo, la ragazza iniziava quasi a esserne stufa.
Voleva un avversario che le tenesse testa.
Qualcuno che riuscisse a leggere ogni sua mossa e la mettesse alle strette.
Qualcuno che fosse in grado di batterla, se solo si fosse impegnato.
Per questo, quando la ragazza riuscì a sconfiggere Akihiko per la prima volta da quando lo conosceva, si sentì trionfante come non si era mai sentita prima.
#29. Ortensia (freddezza) [Vergine]
«Sei sicura della tua scelta?»
Mitsuru non si voltò neanche a osservare il ragazzo che, alle sue spalle, le aveva rivolto quella domanda.
«Sì, sono sempre sicura delle mie scelte.»
Akihiko non era convinto, per niente.
Mitsuru poteva capirlo. Non gli serviva vederlo per saperlo.
Lei lo conosceva meglio di chiunque altro.
«Questa volta non ti seguirò Mitsuru. Lo sai, vero?»
Il tono con cui aveva pronunciato quello parole era freddo, distaccato, come se lui non la riconoscesse più.
Ma, nonostante la fitta di dolore che sentiva propagarsi dal suo petto, la ragazza annuì e Akihiko uscì dalla sua stanza.

#30. Fiordaliso (felicità) [Gemelli]
La felicità era un traguardo sempre più lontano.
Nonostante avesse la consapevolezza di ciò fin dall'inizio, Mitsuru non riusciva davvero ad accettarlo.
Dopotutto, per quale motivo stavano combattendo?
Sarebbero morti comunque, sia se avessero provato a sconfiggere Nyx, sia se si fossero arresi, vivendo gli ultimi giorni di vita in tranquillità.
Ma di fronte alla proposta di Ryoji, lei non aveva vacillato.
Perché la ragazza sapeva che dimenticare avrebbe comportato anche non ricordarsi più il tempo passato con Akihiko.
E quelli Mitsuru li aveva da sempre considerati i momenti più felici che avrebbe potuto ottenere in tutta la sua vita.
#31. Lavanda (espansività e diffidenza) [Gemelli]
Akihiko non era mai stato un tipo espansivo.
Fin da piccolo, il ragazzo aveva avuto la tendenza a chiudersi in se stesso, portando così anche gli altri bambini ad allontanarsi da lui.
Ma, anche se non capiva perché nessuno accettasse il suo carattere diffidente, Akihiko aveva oramai accettato questo fatto, continuando ad andare avanti nella sua vita come se niente fosse.
Dopotutto, non aveva senso insistere su un qualcosa che gli altri non comprendevano.
Così, quando Mitsuru gli disse che a lei quel lato del suo carattere piaceva, il ragazzo si sentì accettato per la prima volta in vita sua.
#32. Tulipano giallo (amore disperato) [Pesci]
Mitsuru amava Akihiko.
Neanche lei sapeva da dove nascesse quella passione che la invadeva ogni volta che lui era nei paraggi.
L'unica cosa di cui era certa era che non poteva andare avanti a lungo.
Sapeva che era sbagliato, che avrebbe dovuto rinchiudere quel sentimento.
Ma, la sera della battaglia finale, di fronte alla possibilità di non sopravvivere, la ragazza capì che non aveva più senso trattenersi.
Per questo, appena ne ebbe l'occasione, afferrò il ragazzo per il colletto e posò le sue labbra su quelle di lui, sigillando il suo amore in quel breve, seppur disperato e inteso bacio.
 

#33. Peonia (imbarazzo/paure nascoste) [Pesci]
Mitsuru aprì silenziosamente la porta della camera da letto di Akihiko, entrando al suo interno.
In realtà, si sentiva anche un po' in imbarazzo per quello che stava per fare.
Erano anni che non faceva incubi ed era passato altrettanto tempo dall'ultima volta che si era infilata nel letto del ragazzo, cercando conforto.
La ragazza si fermò.
Forse non doveva farlo.
Sarebbe dovuta tornare in camera sua e non disturbarlo.
Ma, quando si voltò, sentì il ragazzo afferrarle il braccio e spingerla sul materasso con sé, abbracciandola proprio come faceva ogni volta che, anni prima, aveva avuto paura nel sonno.

#34. Garofano rosa (fedeltà) [Capricorno]
Se c'era qualcosa di cui Akihiko era certo, era l'enorme fedeltà che provava nei confronti di Mitsuru.
Da quando si erano incontrati per la prima volta, il ragazzo aveva sempre fatto di tutto per mostrarle quanto le fosse fedele, seguendo tutto ciò che la ragazza gli ordinava di fare.
Dopotutto, come si poteva non essere fedeli a qualcuno come lei?
Decideva sempre la cosa migliore da fare; sapeva affrontare qualsiasi situazione; era in grado di farsi valere, in qualsiasi circostanza...
...e, soprattutto, era l'unica ragazza che lui avesse mai amato.
Per questo, qualsiasi cosa fosse successa, lui l'avrebbe seguita.
Sempre.
 
#35. Rosa bianca (silenzio) [Capricorno]
«Non riesci a dormire?»
Mitsuru si voltò, incrociando lo sguardo di Akihiko.
«No,– rispose –tu?»
Il ragazzo scosse la testa, sedendosi accanto a lei, sul divano del soggiorno.
«Stai pensando a quello che succederà domani, vero?» le domandò lui, all'improvviso.
Mitsuru annuì, senza dire una parola.
Neanche lui rispose, ma, lentamente, posò una mano su quella della ragazza.
Lei posò la testa sulla sua spalla, così come faceva ogni volta che l'ansia aveva la meglio sulla sua compostezza e la sua calma.
E rimasero così, in silenzio, fino a quando entrambi non si addormentarono, tranquillizzati l'uno del respiro regolare dell'altra.
QUESTE DRABBLE PARTECIPANO AL COW-T9 INDETTO DA LANDE DI FANDOM
MISSIONE M12 (Zodiaco)
NOTE IMPORTANTI: Ogni drabble è legata ad una particolare caratteristica/sarà ispirata al nome di uno dei segni dello zodiaco, così come sarà indicato nel titolo di ognuna.

FANDOM: Persona 4
PERSONAGGI/COPPIE: Kanji/Naoto
TIPOLOGIA: drabble da 100 parole



#67 (Gemelli → Anime gemelle)
Naoto non aveva mai creduto alla storia delle così dette "anime gemelle".
Fin da piccola non era riuscita a capire come potessero le persone che aveva intorno pensare che un qualcosa di così irrazionale potesse esistere a quel mondo e, francamente, trovava anche stupida l’idea di dover stare a cercarla.
Non le interessava, per niente.
Il suo unico fine era quello di portare avanti il nome degli Shirogane.
Ma, adesso, ogni volta che le dita di Kanji si intrecciavano alle sue, Naoto non poteva fare a meno di essere felice del fatto che lei la sua anima gemella l'avesse trovata.
 


#68 (Pesci → pesce fuor d’acqua)
Kanji non sapeva bene cosa volesse dire sentirsi un "pesce fuor d'acqua".
Infatti, anche se le sue relazioni sociali non erano il massimo, il ragazzo se l'era sempre cavata abbastanza facilmente nei momenti in cui si trovava in imbarazzo, facendo spesso parlare i sui pugni al suo posto.
Certo, sapeva che quello non era il modo migliore di affrontare la cosa ma non poteva farci niente.
Però, quando Naoto gli sorrise, dicendogli che le piaceva stare con lui, Kanji capì per la prima volta cosa si provasse a sentirsi come un pesce che era stato allontanato dal suo ambiente naturale.
 


#69 (Pesci → fiori di ciliegio (uno dei fiori associato a questo segno))
Kanji non aveva mai visto una fioritura di ciliegi di quella portata prima di allora.
O meglio, non aveva mai visto qualcuno così rapito dalla bellezza dei ciliegi.
Naoto teneva gli occhi rivolti verso l'alto, osservando con avidità ogni piccolo petalo che veniva mosso dal vento, mentre piccole macchie rosa si riflettevano nell'azzurro dei suoi occhi.
«È bellissimo, non è vero Kanji-kun?»
Quando lei gli pose quella domanda, il ragazzo non poté far altro che annuire, continuando a guardarla mentre lei tornava a osservare gli alberi poco lontani.
In effetti quello che aveva davanti agli occhi era uno spettacolo meraviglioso.


#70 (Pesci → intuito)
Kanji era rimasto più volte sorpreso dell'intuito di Naoto.
Non sapeva come fosse possibile, ma era come se la ragazza riuscisse sempre a capire qualsiasi cosa di tutto quello che la circondava, senza lasciarsi scappare mai neanche un minimo dettaglio.
Per questo, il ragazzo aveva sempre avuto paura di dichiararle i propri sentimenti.
Se lei riusciva a capire tutto a quel modo, doveva essere a conoscenza anche di quello, no?
Quindi il fatto che lei non ne parlasse poteva essere un rifiuto?
Ma, quando prese coraggio e vide l'espressione della ragazza, Kanji capì quanto fosse stato stupido non dichiararsi subito.
 


#71 (Vergine → pazienza)
Naoto non poteva che essere affascinata dalla pazienza che Kanji riusciva ad avere in certi casi.
Le era capitato più volte di dover chiedere aiuto al ragazzo per lavori noiosissimi e lunghi e, tutte quelle volte, lui non si era mai lamentato neanche per un secondo.
Ma, il momento in cui la sua pazienza l'aveva stupita maggiormente, era stato quando Nanako era stata rapita.
Nonostante la situazione critica, il ragazzo non aveva perso il suo autocontrollo, riuscendo così a portare avanti un lavoro difficile come quello.
E questa sua dote era una di quelle che a lei piaceva di più.
 


#72 (Toro → sensibilità)
Una delle sfaccettature del carattere di Kanji che Naoto amava di più, era l'enorme sensibilità di cui il ragazzo era dotato.
Nonostante in molti non se lo aspettassero neanche, infatti, la detective sapeva quanto Kanji potesse rivelarsi sensibile e pronto ad aiutare il prossimo.
La ragazza lo aveva colto più volte a cucire piccoli pupazzi per i bambini del suo quartiere, oppure a dare da mangiare a qualche animale selvatico, come la volpe che viveva nel tempio.
E, anche se lui era in imbarazzo quando lei tirava fuori questo argomento, Naoto non poteva che essere sempre più fiera di lui.
 


#73 (Toro → possessività)
Naoto non era mai stata una ragazza possessiva.
Fin da piccola, non aveva mai avuto atteggiamenti del genere nei confronti di nessuno, neanche con le persone a lei più care come suo nonno.
Eppure, da quando stava con Kanji, questo sentimento latente si era risvegliato.
Non lo faceva apposta, sul serio, ma ogni volta che vedeva qualcuno giragli intorno, Naoto non riusciva a trattenere minimamente la rabbia che la invadeva.
Sapeva che era sbagliato e che quello non era un atteggiamento carino.
Ma, quando Kanji le disse che lui adorava anche quel suo lato, Naoto non poté che sentirsi felice.
 


#74 (Toro → dolcezza nascosta)
Nonostante Naoto facesse di tutto per nascondere i propri lati più dolci e fragili, Kanji riusciva sempre a farglieli rivelare.
Non sapeva neanche lui come ci riuscisse, a dire la verità.
Aveva passato così tanto tempo ad osservare la detective in passato e mai l'aveva vista comportarsi in quel modo con qualcuno che non fosse lui.
Anzi, a dire la verità, lei si comportava in modo diametralmente opposto a quello.
Così, quando la ragazza gli confessò che era come se, quando si trovava insieme a lui, tutte le difese che aveva eretto, crollassero, Kanji non pote che sentirsi enormemente fortunato.
 


#75 (Ariete → coraggio e fragilità)
Naoto era una delle ragazze più coraggiose che Kanji avesse mai conosciuto.
Questa sua dote era stata mostrata a tutto il team fin dall'inizio, quando si erano tutti resi conto del fatto che la ragazza era arrivata a farsi rapire pur di capire chi fosse l'assassino e catturarlo, cosa che nessuno di loro aveva avuto il coraggio di fare.
Eppure, così come aveva scoperto durante la loro relazione, anche lei aveva paure che si vergognava a mostrare agli altri.
Ma questo per lui non era un problema.
Anzi, ogni volta che ne aveva bisogno, sarebbe corso da lei, per consolarla.
 


#76 (Pesci → paure e imbarazzo)
«Naoto? Che c'è?»
Naoto non sapeva come rispondere a quella domanda.
Non sapeva neanche lei perché avesse chiamato il ragazzo.
Erano notte fonda e lei si trovava distesa sul letto, svegliata poco prima da un incubo.
«N-niente, ho sbagliato numero, scusami.» disse, cercando di mantenere un tono normale.
Doveva chiudere quella telefonata e scusarsi col ragazzo che, molto probabilmente, aveva svegliato.
Un brivido le attraversò la schiena, quando la detective si rese conto che lui poteva essersi arrabbiato.
Doveva rimediare la situazione.
«Beh, parliamo un po', ti va?»
Ma, quando Kanji le disse quelle parole, tutte le sue paure svanirono.
 


#77 (Vergine → razionalità)
Naoto era da sempre stata una ragazza terribilmente razionale.
Tutto quello che faceva o diceva, aveva sempre una logica dietro.
Tutto era controllato nella sua vita.
Niente era stato mai lasciato al caso.
Per questo, l'arrivo di quel sentimento così irrazionale l'aveva sconvolta.
All'inizio non aveva neanche capito che cosa le stesse succedendo.
Solo quando Rise le aveva fatto notare che quel sentimento era semplicemente "amore", Naoto era andata completamente nel panico.
Lei non si sentiva pronta per una cosa del genere.
Ma, quando Kanji disse di ricambiarla, Naoto capì che, in fondo, quel sentimento non era poi così male.

#78 (Vergine → precisione)
Naoto aveva sempre pensato di essere fin troppo precisa e, proprio per questo, non si sarebbe mai immaginata di poter incontrare qualcuno che fosse più pignolo di lei.
Ma si sbagliava di grosso.
Infatti, la stanza di Kanji non era minimamente come la detective se la era aspettata.
Aveva immaginato di trovare vestiti a terra e strumenti per il cucito sparsi ovunque.
Invece tutto, dalla libreria alla scrivania era perfettamente ordinato e niente, neanche un singolo gomitolo, si trovava minimamente fuori posto.
Per questo, quando il ragazzo si "scusò per il disordine" Naoto ebbe quasi l'impulso di prenderlo a testate.
QUESTE SHOT PARTECIPANO AL COW-T9 INDETTO DA LANDE DI FANDOM
PROMPT: Gemelli (Anime gemelle)



#1. Bodyswap
FANDOM: Persona 3
COPPIA: Mitsuru/Akihiko
PAROLE: 220
SOULMATES!AU: quando il primo della coppia compie 18 anni, le due anime gemelle si scambiano di corpo per un breve periodo di tempo.

 
Mitsuru era tesa.
Decisamente tesa.
Seduta sul bordo del suo letto, la ragazza non poteva far altro che osservare l'orologio sulla parete, mentre l’ansia si faceva sempre più strada dentro di lei.
Mancava così poco a mezzanotte...
«Mitsuru, calmati.»
Akihiko le posò una mano sulla spalla, così come faceva ogni volta che lei andava completamente nel panico.
«Sono calmissima.»
No, non era vero, per niente.
E lei sapeva che lui non ci avrebbe mai creduto.
Il ragazzo ridacchiò leggermente, scuotendo la testa e sedendosi accanto a lei.
«Se hai paura che la tua anima gemella faccia qualcosa che non vuoi col tuo corpo, tranquilla, la fermerò io.» le disse.
No, non era certo quella la sua paura.
La sua paura era che la sua anima gemella non fosse lui.
Mitsuru lanciò un altro sguardo all'orologio, vedendo che mancavano solo due minuti.
Doveva dirglielo.
Doveva dirgli che lo amava.
Ora o mai più.
«Akihiko, io-»
Prima che potesse finire la frase, una fortissima scarica elettrica la attraverso.
La mezzanotte era arrivata.
Ora lei avrebbe conosciuto la sua anima gemella e, così, avrebbe dovuto dimenticare Akihiko.
Non era pronta a questo.
Non lo era affatto.
Ma, quando riaprì gli occhi e vide di trovarsi ancora nella sua stanza, con di fronte a lei il suo stesso corpo, le sue paure scomparvero completamente.



#2. Music
FANDOM: Persona 5
COPPIA: Ann/Ryuji
PAROLE: 262
SOULMATES!AU: quando una persona ascolta della musica, la sua anima gemella sente la stessa canzone nella sua testa.

 
Ann non riusciva a dormire.
Non importava quante volte chiudesse gli occhi e cercasse di prendere sonno, era completamente impossibile per lei riuscire anche solo ad addormentarsi per più di dieci secondi.
Dopotutto, chi mai sarebbe riuscito a dormire se avesse avuto canzoni heavy metal che continuavano a risuonare nella propria testa?
Era invivibile.
Completamente invivibile.
La ragazza si rigirò nel proprio letto, portando le mani alle orecchie e sperando che in quel modo il suono venisse attutito, senza alcun successo.
Aveva un impegno importante l’indomani.
Possibile che Ryuji non riuscisse a capire che lei non poteva rimanere sveglia fino a tardi?
E, soprattutto, perché il ragazzo si ostinava ad ascoltare musica del genere a quell'ora della notte?!
Poi, lentamente, così come era iniziato, il suono cessò.
Ann lasciò andare un sospiro di sollievo, tornando ad accomodarsi tra le coperte.
Ryuji doveva essere andato a dormire.
E avrebbe potuto fare anche lei lo stesso.
Le sembrava quasi un sogno, quella pace che stava vivendo.
Non c'era niente nella sua testa.
Nessuna chitarra elettrica.
Nessuna batteria.
Nessuna voce che urlava parole a lei incomprensibili.
Poteva finalmente prendersi il suo ripos–
Quando un'altra canzone partì, la ragazza si alzò dal letto, afferrando con forza immediatamente il proprio telefono che risiedeva abbandonato sul cuscino.
Ora gliene avrebbe dette quattro.
Gli avrebbe fatto capire che doveva smetterla di tenerla sveglia a quel modo, tutte le notti.
Ma, quando vide che lui le aveva mandato un messaggio per dirle che l’amava, Ann decise che poteva sopportare quella canzone così fuori dalle sue corde ancora per un po'.



#3. Fingerprint
FANDOM: Persona 4
COPPIA: Naoto/Kanji
PAROLE: 280
SOULMATES!AU: due anime gemelle hanno la stessa impronta digitale.

 
“Eccesso di velocità alla guida di un motorino e aggressione ad un agente.”
Naoto lesse le cause dell'arresto del ragazzo che si stava facendo le foto segnaletiche, lanciandogli uno sguardo più che esaustivo attraverso il vetro
La detective ne aveva abbastanza di tipi come lui.
Era il decimo, forse l’undicesimo quella settimana.
Possibile che non esistessero più ragazzi capaci di non causare problemi?
«Non capisco perché mi stia facendo vedere questo fascicolo, Dojima-san.– disse lei, voltandosi verso il suo collega –Non mi pare ci siano prove da analizzare.»
L’uomo sospirò, passandosi una mano dietro il collo.
«Non è certo questo quello che volevo farti notare Shirogane.» rispose lui, leggermente imbarazzato.
Naoto alzò un sopracciglio, interdetta.
«Allora cosa? Io ho da lavorare, non ho tempo da perdere con un ragazzino.» gli fece notare, stizzita.
«Beh ha la tua stessa et-»
«Non mi interessa questo Dojima-san!»
Dojima era in chiara difficoltà.
«Allora?»
«Ecco, è che penso che dovresti parlarci.»
Ora sì che la situazione si stava facendo decisamente assurda.
«Dojima-san, senta, se sta cercando di farmi fare amicizia con qualcuno, questo non è né il momento adatto né il tipo di amicizie che voglio.» disse lei, abbastanza irritata, restituendogli il fascicolo.
Poi, si voltò, pronta a tornare alla sua postazione.
Le stava facendo solo perdere tempo.
«Shirogane.»
Quando Dojima la richiamò, la ragazza si voltò nuovamente verso di lui, esasperata.
«Cosa c-»
Le parole le morirono in gola, quando vide che l’uomo aveva aperto il fascicolo e stava indicando l’impronta digitale del ragazzo e, sotto essa, i nomi “Naoto Shirogane” e “Kanji Tatsumi”.
L’espressione sul volto di Naoto doveva essere particolarmente buffa, perché l’uomo ridacchiò.
«Io l’ho detto che ci dovresti parlare.»



#4. Counter
FANDOM: Nier:Automata
COPPIA: 2B/9S
PAROLE: 301
SOULMATES!AU: ogni persona ha un contatore sul polso che indica quanto tempo manca al primo incontro con la propria anima gemella.

 
2B non poteva andare avanti così.
L'androide puntò lo sguardo sul contatore che le era stato impiantato sul polso quando era stata creata, osservando con attenzione i diversi 0 che lo riempivano.
Quante volte lo aveva fatto in passato?
Tante, troppe a dire la verità.
E, in tutto questo tempo, non aveva ancora capito il perché di quella stranissima regola.
Quella le era da sempre sembrata un'idea folle.
Come poteva un androide, un robot, un oggetto senza cuore avere una vera e propria anima gemella?
Come poteva un qualcosa di così complicato e astratto come l'amore, colpire anche la sua specie?
Era strano, tanto strano.
Ma, evidentemente, questo non era quello che avevano pensato i suoi creatori, quando avevano inserito quel contatore all’interno degli YoRHa.
Che fosse un qualcosa che gli umani avevano sempre agognato e che mai erano riusciti a raggiungere?
Forse era quello il motivo per cui a loro, le loro creazioni, era stata data quella possibilità.
Ma questo rendeva le cose ancora più complesse.
Una lacrima cadde sul contatore e 2B si rese conto troppo tardi di stare piangendo.
Perché?
Perché se lo scopo era quello di farli vivere in armonia con la loro anima gemella, lei era costretta a uccidere la sua ogni volta?
Non aveva senso.
Non aveva assolutamente senso.
Un piccolo ronzio attirò la sua attenzione e l’androide sentì il cuore che non aveva sussultarle nel petto, quando vide che i numeri del contatore stavano aumentando.
Di nuovo.
Come accadeva ogni volta che 9S veniva resettato.
Quando il numero si bloccò, 2B si alzò dalla branda, asciugandosi le lacrime e aprendo il portello della sua stanza.
Non aveva tempo per i piagnistei.
Dopotutto, secondo il numero che aveva sul polso, aveva solo quattro ore prima di incontrare la sua anima gemella per la “prima volta”.
QUESTA ONE SHOT PARTECIPANO AL COW-T9 INDETTO DA LANDE DI FANDOM
PROMPT: TERSICORE: danza
FANDOM: Persona 5
PERSONAGGI/COPPIE: Ryuji/Ann
PAROLE: 908


«Ti va di ballare?»
Ryuji ricordava perfettamente quando aveva pronunciato quelle parole, anni prima, tendendo la mano alla bambina che se ne stava in disparte, da sola in una parte della stanza.
Ann si era voltata verso di lui, facendo ondeggiare i capelli biondi che, sciolti, gli ricadevano sulle spalle.
La bambina si guardò intorno per un attimo, per poi posare nuovamente lo sguardo su di lui.
Era sorpresa. Molto sorpresa.
Aveva ragione in realtà.
Lui e Ann non avevano parlato poi così tanto, nonostante si trovassero nella stessa classe.
Lei se ne stava sempre in disparte e l'unica persona con cui aveva legato minimamente e con cui parlava era la sua amica Shiho.
Quindi, chiederle una cosa del genere da un momento ad un altro, poteva sicuramente essere visto come un gesto irrazionale.
Un qualcosa senza fondamento.
Il bambino ritirò la mano, sentendo l’imbarazzo di quella richiesta colpirlo tutto insieme.
«Non importa,– disse –fai finta non ti abbia chiesto nie-»
«Vuoi ballare con me?» lo interruppe lei, mentre con un dito titubante si indicava.
Quanto poteva essere bella la sua voce?
Il bambino avrebbe potuto restare ad ascoltarla per anni.
Ogni volta che Ann parlava, Ryuji pensava di essere finito dritto in paradiso e di stare parlando con quello che doveva essere il più meraviglioso degli angeli. 
«Sì.– rispose lui, le guance ancora più rosse –N-non ti va?»
Era ovvio che non le andasse.
Come poteva una come lei voler ballare con uno come lui?
Ma lei annuì, mentre le sue guance arrossivano leggermente.
Dio, il bambino era convinto che si sarebbe ricordato per anni di quella visione.
Tutto era perfetto in lei: dal suo dolce viso ai suoi occhi brillanti, dal piccolo diadema che portava sulla testa al suo vestito, che, inspiegabilmente, riusciva a renderla ancora più carina di quel che lei era.
Ryuji le tese nuovamente la mano e sentì la sua pelle andare letteralmente a fuoco quando lei l'afferrò.
Poi, senza esitare, la accompagnò fino al centro della sala.
Certo, la canzone che era stata messa in quel momento non era minimamente adatta ad un lento.
Anzi, il bambino era abbastanza sicuro che fosse una delle sigle di uno dei cartoni animati che andavano maggiormente in voga in quel periodo, anche se non riusciva a ricordare quale fosse in particolare.
Ma a lui tutto ciò non importava.
Dopo aver fatto un lungo sospiro, ll bambino prese coraggio, portando una mano intorno alla vita di lei e stringendo invece la mano di lei con quella con cui l’aveva afferrata.
Le guance di Ann avvamparono, ma la bambina non fece niente per allontanarlo.
Anzi, posò la sua mano libera sulla spalla di lui, mentre spostava lo sguardo altrove, il volto completamente in fiamme.
Ryuji poteva già sentire le risate degli altri bambini intorno a loro.
Era ovvio.
Chi della loro età avrebbe mai ballato a quel modo?
Sempre se di ballare si poteva parlare.
Nessuno di loro due sapeva farlo in fondo.
Dondolavano semplicemente, rischiando più volte di pestarsi anche i piedi a vicenda.
Dopotutto, a chi importava?
Avevano solo sette anni.
Erano ad una festa di compleanno.
E la musica era stata messa solo come sottofondo, senza lo scopo vero e proprio di seguirla per danzare.
Ma, nonostante questo lui le aveva chiesto di ballare con lui e lei aveva accettato.
E ora erano lì, a danzare, come se si trovassero in una dimensione parallela.
In un mondo che era solo il loro.
 
E, adesso, Ryuji non poteva che far altro che ripensare a quei ricordi, mentre osservava la ragazza ballare con le altre, in mezzo della pista da ballo.
Non sapeva neanche perché aveva accettato a fare quell'uscita.
Le discoteche non facevano per lui, per niente.
Ren lo aveva praticamente abbandonato, visto che non lo vedeva più da quando avevano messo piede lì dentro e Yusuke continuava a borbottare roba strana al suo fianco, mentre si guardava intorno e con velocità faceva strani schizzi sul suo block notes.
E quindi lui era come se fosse solo, completamente solo.
Aveva provato a intavolare una conversazione con il ragazzo accanto a lui, ma quello era troppo preso dal suo "estro creativo" e quindi, dopo aver cercato di interpretare gli strani disegni che stava facendo, Ryuji aveva presto rinunciato.
L'unica cosa che poteva fare era osservare le ragazze che, a ritmo di musica, continuavano a ballare poco lontano.
Sicuramente qualcuno avrebbe provato a rimorchiarle.
Anzi, doveva essere già successo, visto dei ragazzi che mai aveva visto prima erano lì con loro.
La situazione stava andando di male in peggio.
Ryuji sospirò, portando lo sguardo al bicchiere che aveva poggiato sul tavolo di fronte a lui.
Forse avrebbe dovuto finire il suo drink e andarsene, con una qualche scusa.
Sì, non era un'idea poi così malvagia.
Tanto non si sarebbe divertito minimamente a restare lì, no?
Cosa poteva esserci di divertente nel vedere Ann e le altre ballare con dei ragazzi che lui neanche conosceva?
«Ryuji.»
Il ragazzo si riscosse, quando sentì una voce chiamarlo.
Non aveva neanche bisogno di voltarsi per sapere di chi fosse.
Era una voce così chiara e cristallina che chiunque avrebbe potuto riconoscerla.
«Sì, Ann?»
Ann gli sorrise, tendendogli una mano e facendo ondeggiare le sue code bionde.
Ryuji spostò lo sguardo dal suo volto alla mano che lei aveva teso, confuso.
Cosa voleva?
Voleva provare il suo drink?
Poi, le labbra della ragazza si mossero, sciogliendogli ogni dubbio.
«Ti va di ballare?»
QUESTA STORIA PARTECIPA AL COW-T9 INDETTO DA LANDE DI FANDOM
Prompt: Arcani maggiori (Ruota -> Naoto Shirogane)
Fandom: Persona 4
Personaggi/Coppia: Naoto/Kanji



13 Febbraio 2011,
ore 16:42
 
Non appena aprì la porta di casa, Naoto posò a terra le due pesanti borse della spesa, ripercorrendo nella sua testa la lista degli ingredienti che aveva comprato.
Non che non lo avesse già fatto.
Era almeno la terza volta che si ripeteva il nome di tutto ciò che aveva comprato, per stare attenta a non aver dimenticato niente.
Era agitata. Era terribilmente agitata.
Dopo aver ripetuto il nome dell’ultimo ingrediente necessario e aver appeso il cappotto al suo solito posto, la ragazza si spostò in cucina, portando con sé le due pesanti buste di plastica.
Ora veniva una delle parti più difficili: scegliere cosa cucinare per l'indomani.
Perché sì, nonostante fossero ormai settimane che Naoto pensava a quell'evento, non aveva ancora idea di cosa preparare.
La detective prese il piccolo quadernino nero che teneva nascosto in uno dei cassetti della sua credenza e in cui aveva appuntato tutto ciò che l'avrebbe potuta aiutare nell’impossibile missione che l'attendeva.
Fece scorrere il dito sui vari segnalibri che aveva inserito ai lati, cercando quello giusto.
Quando lo trovò, aprì il quadernino, iniziando immediatamente a leggerlo, anche se, in realtà, conosceva praticamente a memoria tutto ciò che vi era scritto.
 
1. a Kanji piacciono le cose dolci.
 
Quella non era stata assolutamente una sorpresa per Naoto.
Era una delle poche informazioni che aveva ottenuto molto facilmente, osservando il ragazzo in tutto il tempo che avevano passato insieme al resto del team.
Ogni volta che lui prendeva qualcosa da mangiare al Junes o alle macchinette della scuola, era sempre un qualcosa di estremamente dolce, anche troppo per i gusti della detective.
 
2. i gusti preferiti di Kanji sono il cocco e le fragole.
 
Anche quell'informazione l'aveva ottenuta nello stesso modo.
Naoto aveva osservato con particolare attenzione i nomi delle merendine che aveva visto in mano al ragazzo, le aveva comprate per assaggiarle e capirne il sapore e aveva pure svolto varie ricerche online (che si trovavano poco più avanti in quel quaderno).
E, come si poteva dedurre dall'istogramma che ne era venuto fuori, quei due erano i gusti preferiti del ragazzo, su questo non c'erano minimamente dubbi.
 
3. a Kanji piacciono le cose carine.
 
Questa era una cosa risaputa da tutto il team, ma le era stata utile per decidere anche gli stampi da scegliere per il cioccolato o per i biscotti che avrebbe voluto preparare, così come per la forma da dare al pacchetto regalo.
4. il cioccolato preferito di Kanji è quello bianco.
 
Per ottenere questa di informazione, la ragazza si era esposta a diversi rischi, arrivando a chiederglielo di persona.
Per essere sicura che comunque il ragazzo non sospettasse niente gliel'aveva domandato svariate settimane prima, inserendo la domanda in un discorso molto più generale, così che lui non potesse ricollegarlo a San Valentino.
5. il suo colore preferito è il blu (nota: usare questo colore per il pacchetto / per il nastro del sacchetto).
 
Infine, quella era stata l'informazione che Naoto aveva ritenuto la più strana di tutte.
Dalle premesse che gli altri punti le avevano dato, unite alle sue indagini, la ragazza era convinta quasi al cento per cento che il colore preferito del ragazzo fosse il rosa e non il blu.
Ma, da quanto aveva appreso qualche giorno prima, non era assolutamente così.
Anzi, Kanji aveva ammesso che il suo colore preferito da circa un anno era diventato quello.
Ci doveva essere anche dell’altro perché Rise, che era lì con loro, aveva sussurrato qualcosa che aveva fatto avvampare il ragazzo e che, sfortunatamente, la detective non era riuscita a captare.
Ma non importava. Quelle erano informazioni più che sufficienti.
Dopo aver dato un'ultima occhiata a quei diversi punti, la ragazza passò alle ricette, (ognuna allegata da una relativa immagine trovata su internet) osservando i diversi colori con cui le aveva contrassegnate e che stavano a indicare informazioni come: i tempi di preparazione e cottura, la possibilità che quella particolare ricetta potesse soddisfare appieno i gusti del ragazzo, quanto quel dolce fosse carino da vedere e, infine, la difficoltà della preparazione.
Sapeva bene che poco più avanti, esattamente alla pagina contrassegnata dal segnalibro di colore giallo, si trovavano anche diverse classifiche in cui aveva catalogato le ricette proprio in base a quelle informazioni, ma prima preferiva scorrere velocemente tutte quelle diverse varianti di dolci alla base di cioccolato bianco che aveva raccolto in quelle settimane di ricerche.
Naoto lanciò un'occhiata veloce all'orologio sulla parete, rabbrividendo quando notò che erano già passate le cinque e mezza del pomeriggio.
Doveva sbrigarsi a scegliere, o rischiava davvero di non farcela.
Dopo aver ripensato alla quantità di ingredienti comprati e aver dato un occhio alle classifiche, la ragazza optò per preparare sia i biscotti al cocco e cioccolato bianco che si trovavano al primo posto della classifica di gradimento, sia la mousse alle fragole e cioccolato bianco, così da essere sicura di utilizzare entrambi gli ingredienti preferiti del ragazzo.
Avrebbe anche provato a fare del cioccolato bianco fatto in casa così da poter anche confezionare dei cioccolatini.
Infine, così per essere sicuri di avere qualcosa che al ragazzo poteva sicuramente piacere, avrebbe anche sciolto il cioccolato e ci avrebbe intinto le fragole, condendole poi con il cocco; nulla di poi così complicato, ma poteva essere qualcosa di carino da mettere insieme al resto.
Decisasi, Naoto poggiò il quadernino aperto sul tavolo e iniziò a togliere gli ingredienti di cui aveva bisogno dalle buste della spesa.
Ce l'avrebbe fatta.
Sarebbe riuscita a preparare i migliori dolci di San Valentino che fossero mai stati creati e avrebbe finalmente avuto il coraggio di dichiarare i suoi sentimenti a Kanji.
L'operazione poteva avere inizio.
 
 
13 Febbraio 2011,
ore 19:57
 
«Yu-senpai, ho bisogno di aiuto.»
Naoto era seduta sul pavimento della sua cucina, la schiena poggiata contro il muro e il telefono cellulare all'orecchio sinistro.
«Naoto? Cosa è successo?»
La ragazza lanciò uno sguardo alle condizioni in cui la stanza si trovava in quel momento.
Il cioccolato che aveva tentato di preparare era rimasto terribilmente liquido, così tanto che quando aveva tentato di mettere gli stampi dei cioccolatini in frigo era fuoriuscito tutto non appena si era piegata un po’, sporcando completamente la camicia che stava indossando e bagnando il pavimento.
I biscotti che aveva cucinato, che dovevano essere morbidi e di un colore chiarissimo secondo la ricetta e la foto allegata, erano duri come il marmo e di un colore tutt’altro che invitante. Il cioccolato bianco al loro interno si era anche fuso ed era fuoriuscito, impregnando completamente la teglia che aveva utilizzato per cucinarli.
Quando aveva tentato di pulirla, la ragazza non aveva pensato al fatto che potesse essere ancora terribilmente calda e si era anche bruciata una mano, e, mentre stava applicando una pomata sulla bruciatura, la cioccolata si era raffreddata, attaccandosi completamente alla teglia.
Per non parlare poi della povera mousse.
Quella sì che aveva fatto una brutta fine.
Il sapore non era neanche male a dire la verità... almeno questo prima di aver aggiunto la colla di pesce. Doveva averne messa troppa perché era diventata così dura da non riuscire neanche a mandarla giù.
L’unica cosa che si era salvata del piano originale erano le fragole, ma solo perché ancora non le aveva neanche toccate.
«Ho bisogno di aiuto per domani, per favore, vieni.»
Yu non rispose immediatamente, anzi rimase in silenzio per un po’, mentre analizzava le parole della sua amica.
«Yu-senpai?»
«Di che stai parlando?» le chiese, confuso.
Anche se Naoto non aveva niente su cui riflettersi in quel momento, sapeva di avere le guance in fiamme.
«P-Per San Valentino.» sussurrò, portando immediatamente una mano alla sua testa per abbassare la visiera del suo cappello e fermandosi quando si rese conto che non lo stava indossando.
Silenzio.
«Naoto mi cogli alla sprovvista, non pensavo volessi dichiararti a qualcuno.»
«Yu-senpai ora non è il momento! Ho bisogno di aiuto!» esclamò lei, stringendo con più forza il cellulare nella mano sinistra.
«Chi è?»
«Senpai!»
Una risata arrivò dall’altro capo del telefono e Naoto sbuffò.
Certo, non era stata proprio una mossa intelligente quella di chiamare il leader del suo gruppo e pensare che lui non fosse minimamente interessato.
Ma era proprio per quello che aveva chiamato lui tra tutti.
In realtà, la prima persona che le era venuta in mente era stata Rise, ma, quando aveva pensato all’insistenza che la ragazza ci avrebbe messo, aveva deciso che forse era meglio chiamare qualcun altro.
Yukiko e Chie sarebbero state un’ottima alternativa… se solo non fossero ancora più negate di lei in cucina.
Yosuke era sicuramente al lavoro al Junes e Teddie non era proprio il tipo adatto per quelle cose.
L’unico che poteva essere abbastanza riservato e disponibile era Yu e, visto che era anche molto bravo con i fornelli, chiedere aiuto a lui non sarebbe stato poi male.
Le conveniva dirgli la verità.
Almeno così l’avrebbe fatto felice e, allo stesso tempo, sarebbe venuto ad aiutarla.
«È Kanji, vero?»
Prima ancora che Naoto potesse aprire bocca, il suo senpai pronunciò quelle parole, pietrificandola.
«C-come…?» sussurrò, rendendosi conto solo in quel momento quanto la sua voce fosse roca.
Yu ridacchiò nuovamente.
«Ho solo fatto due conti.– le rispose –Tranquilla non lo dirò agli altri. Ora ti do una mano. Aspetta solo quindici minuti, ok?»
Nonostante la ragazza provasse la voglia di sotterrarsi per essere stata scoperta così facilmente, fu grata di sentire che presto avrebbe avuto qualcuno che l’avrebbe aiutata a porre fine a quel disastro.
«Ti ringrazio Senpai.» gli disse, mentre un piccolo sorriso si formava sulle sue labbra.
«Di niente Naoto, sai che non è un problema per me aiutarti.–la salutò –A dopo.»
«A dopo.»
Dopo aver riattaccato, Naoto lasciò cadere il braccio, facendolo sbattere leggermente a terra, e tornò a guardare la cucina.
Era così in disordine da sembrare quasi che fosse passato un uragano.
Niente era più al proprio posto: pentolini, dosatori, piatti e teglie occupavano qualsiasi angolo libero della cucina; per non parlare della quantità di utensili sporchi di cioccolata che giacevano nel lavandino, sul tavolo o a terra, macchiando il pavimento.
Anche lei non era certo in buone condizioni.
La sua camicia era completamente macchiata di quello che sarebbe stato il cioccolato preparato in casa, così come lo erano i suoi pantaloni.
I suoi capelli erano leggermente appiccicaticci in alcuni punti, come se qualcosa fosse schizzato fino a lì, mentre il suo viso presentava macchie di cioccolata bianca in punti in cui la detective non avrebbe mai pensato di poterla fare arrivare.
La ragazza si alzò da terra, lasciando andare un lungo sospiro.
Non si immaginava certo che fosse così difficile preparare il regalo di San Valentino per qualcuno.
Beh, almeno ora, con Yu, sarebbe quasi sicuramente riuscita a fare qualcosa.
Aveva ancora molti ingredienti (per fortuna ne aveva comprati in abbondanza, prevenendo quest’eventualità), poteva far finta che niente fino ad allora fosse realmente successo.
Con quel pensiero in mente, Naoto iniziò a raccogliere i vari utensili sul pavimento, gettandoli poi nel lavandino.
Poteva approfittare del tempo che Yu ci avrebbe impiegato ad arrivare per rimettere a posto la confusione che aveva creato.
Così poi non avrebbero avuto problemi di nessun tipo durante la preparazione di tutti quei dolci.
Naoto sorrise debolmente, mentre il pensiero di quello che sarebbe successo l'indomani iniziava a farsi strada nella sua mente.
Chissà cosa sarebbe successo.
Kanji avrebbe accettato i suoi sentimenti?
Anche se la detective era abbastanza fiduciosa su questo fatto, non poteva comunque nascondere di stare provando una certa ansia.
E se lei avesse frainteso il suo comportamento?
Magari lui non si comportava con lei in quel modo perché gli piaceva ma solo perché lei lo metteva a disagio.
In quel caso come avrebbe dovuto comportarsi?
Cosa sarebbe successo se lui avesse voluto smettere anche di essere sua amica?
E se... avesse anche iniziato a ignorarla?
"Shirogane, calmati."
La ragazza fece un respiro profondo, chiudendo gli occhi e cercando di tranquillizzare se stessa.
Doveva smettere di pensare in maniera così negativa.
Non era assolutamente da lei farsi prendere così tanto dalle emozioni, rinchiudendo in un angolino della sua mente la sua parte più razionale.
Non poteva sapere come sarebbe andata a finire senza prima averci provato.
Poteva darsi che lei piacesse a Kanji, così come che lui, in realtà, non provasse niente di speciale nei suoi confronti.
Oppure che non avesse mai pensato a lei in quel senso.
Dopotutto, anche lei non ci aveva mai pensato fino a qualche mese prima, quando lui l'aveva salvata dalla sua stessa Shadow.
Sì, perché era stato quello il momento in cui Naoto aveva iniziato a notare quel ragazzo, anche se ovviamente all'inizio non aveva minimamente capito cosa provasse per lui.
Solo dopo aver sentito Rise parlare per ore e ore del modo in cui si sentiva ogni volta che aveva Yu accanto, la detective aveva iniziato a capire cosa volessero dire i suoi sentimenti.
All'inizio non l'aveva presa per niente bene a dire la verità.
Anzi, era andata completamente nel panico.
Ma, con il tempo, aveva pensato che non fosse poi tanto male.
Kanji era un bravo ragazzo e lei era convinta che non avrebbe fatto mai niente per farla soffrire.
Quindi, qualunque fosse la piega che la situazione potesse prendere, Naoto era abbastanza determinata per portare quella missione fino in fondo.
La detective era così concentrata nei suoi pensieri che, per poco, non sentì neanche il campanello.
Quando quel suono acuto arrivò alle sue orecchie, la ragazza alzò lo sguardo, puntandolo contro l'orologio sulla parete della stanza e vedendo solo in quel momento che erano passati solo dieci minuti da quando aveva chiamato Yu.
Possibile che il ragazzo fosse già lì?
Era strano, la casa di Dojima si trovava particolarmente lontana.
Nonostante i suoi dubbi, Naoto si diresse verso la porta di casa.
«Yu, grazie per essere venuto.– iniziò a dire, aprendola –Non saprei come fare senza di t–»
Le parole le morirono in gola quando vide chi si trovava sull'uscio della sua porta.
Kanji era lì e la stava scrutando con uno sguardo confuso.
Naoto sentì le sue guance rischiare di andare a fuoco quando ricordò le condizioni in cui si trovava.
«K-Kanji-kun.» lo salutò, cercando di apparire il più naturale possibile, nonostante la sua voce fosse molto più tremolante e incerta del solito.
Il ragazzo alzò un sopracciglio.
«Il senpai m'ha chiamato e ha detto di veni’ da te, te devo aiuta' no??» le disse, mentre continuava a scrutarla.
...
"Come sarebbe a dire che il senpai ha chiamato lui?!"
La detective cercò di mostrare il suo solito sorriso, mentre sentiva l'intero mondo crollarle addosso e metterla in seria difficoltà.
Perché Yu le aveva fatto una cosa del genere?
«Capisco...– gli rispose, ingoiando a vuoto quando si rese conto di quanto la sua voce fosse diversa dal solito –Sto bene comunque, non c'era bisogno che venissi fin qui...»
«Non scherzare.– la interruppe lui, guardandola in modo confuso –Sul serio, te do ‘na mano volentieri, lo sai.»
"Lo so, ma non puoi aiutarmi a fare questo."
«Grazie davvero Kanji-kun.– tentò nuovamente lei, nascondendo malamente il proprio panico –Ma non c'è bisogno, sul ser-»
Tutte le sue parole diventarono un sibilo quando la mano di Kanji si posò sulla sua fronte, cogliendola alla sprovvista.
«Non è che c’hai la febbre? Sei strana.» le disse, prima che lei potesse ribattere.
«S-sto bene!» esclamò la ragazza, allontanandosi di scatto.
La situazione stava prendendo una piega che non le piaceva per niente.
Il ragazzo la guardò, leggermente interdetto.
«Quindi che dobbiamo fa’?» le domandò poi.
Naoto cercò di calmarsi.
Non aveva scelta.
Doveva dire tutto a Kanji e sperare che lui non capisse che i biscotti erano per lui.
Doveva comportarsi come sempre e approfittare del fatto di avere una persona brava come lui ai fornelli.
E, soprattutto, doveva assolutamente distruggere Yu una volta che il suo senpai fosse stato a portata di mano.
Con quei pensieri in testa, Naoto invitò il ragazzo a entrare.
 
 
13 Febbraio 2011,
ore 20:16
 
«Naoto.»
«S-Sì?»
«Ma, senti un po’, pe’ quanti volevi cucina’?»
Naoto voleva sotterrarsi.
La situazione (che già non andava poi così bene dal momento in cui il ragazzo era entrato nell’appartamento) aveva iniziato a degenerare da quando lui aveva messo piede nella cucina ed era rimasto completamente scioccato di fronte alla confusione che vi era là dentro.
Ma come si poteva dargli torto?
Quella vista avrebbe scioccato chiunque.
Chi avrebbe mai potuto immaginare che una ragazza sempre così precisa e terribilmente ordinata come lei potesse avere una cucina in quelle condizioni?
Per non parlare poi di quando lui aveva dato un occhio nelle buste della spesa, notando quanta roba avesse comprato.
Lì sì che il ragazzo era rimasto senza parole.
«Una sola...» sussurrò in risposta la detective, guardando altrove.
Yu gliel’avrebbe pagata.
Come cavolo gli era venuto in mente di pugnalarla alle spalle in quel modo?
Meno male che doveva aiutarla.
«Mazza quanto mangia questo...» commentò Kanji, sarcastico.
Naoto ridacchiò imbarazzata, cercando di nascondere il suo viso in fiamme.
Quando aveva deciso di cucinare tutta quella roba, lo aveva fatto solo perché le interessava renderlo felice, non certo perché pensasse che lui mangiasse troppo.
«È tardi, ci tocca fare una, massimo du’ cose» le fece notare il ragazzo.
Naoto annuì.
Nonostante le dispiacesse non poter cucinare tutto quello che avrebbe voluto, erano oramai le otto di sera passate.
Anche volendo non avrebbe avuto neanche il tempo di preparare il resto.
Beh, almeno con lui accanto, avrebbe potuto essere sicura di preparare qualcosa che a lui piacesse.
«Va bene.– rispose lei –Allora cosa facciamo?»
«Boh, quale te piace di più?»
Naoto non sapeva bene come rispondere a quella domanda.
Alla fine non erano mica per lei.
Anzi, lei non amava nemmeno le cose così dolci come la cioccolata bianca.
«I biscotti al cocco, direi.» commentò, ricordando quale di quelli fosse in cima alla classifica di possibile gradimento.
Kanji si lasciò sfuggire uno sguardo particolarmente sorpreso e la ragazza arrossì quando notò che la stava guardando in modo fisso.
«Cosa c'è...?» gli domandò, le guance rosse per ormai l’ennesima volta da quando lui era entrato in casa sua.
Il ragazzo si riscosse.
«N-no niente.– rispose –Stavo a pensa’ che è quello che me piace di più»
"Bingo."
Naoto non poteva che sentirsi più che felice di averci dato in pieno.
Non solo, adesso che sapeva che a Kanji quei biscotti sarebbero piaciuti, la ragazza aveva ancora più determinazione nel voler completare il prima possibile quel regalo.
«Allora vada per quelli.» commentò lei, sorridendo leggermente.
Il ragazzo non sorrise.
«Me sa che te conviene fa quello che piace a quello, no?» gli chiese poi, continuando a mostrarle un’espressione neutra in volto.
«Sono convinta che possano piacergli, non preoccuparti.» rispose lei.
Anche se non poteva certo dirgli il perché.
Kanji continuò a non sorriderle.
Anzi, le lanciò uno sguardo che la ragazza non aveva mai notato prima di allora. 
Prima che potesse chiedergli se qualcosa non andasse, però, lui cambiò espressione, tornando a quella di sempre.
Che stesse capendo la verità?
Beh, non c'erano problemi.
Di fondo, a Naoto bastava che lui li accettasse.
Non chiedeva nient'altro.
«Allora, dove sta ’sta ricetta?» gli chiese lui, riscuotendola dai suoi pensieri.
«Qui dent-»
Tutti i movimenti della ragazza si bloccarono quando si rese conto di quello che stava per fare.
Naoto spostò velocemente lo sguardo al quadernino che aveva appena afferrato tra le mani, maledicendosi interiormente per averlo fatto uscire allo scoperto in quel modo.
Non poteva permettere che lui lo leggesse.
Avrebbe preferito morire.
«Naoto?»
«C-cerchiamola su internet!» esclamò la detective, con una voce più acuta del normale.
Dannazione.
E pensare che solitamente era anche brava a fingere.
Perché quando c’era lui in mezzo le cose erano così difficili?
Kanji le riservò una delle sue occhiate interdette.
«Non stava là?» chiese, indicando il quadernino.
La ragazza scosse la testa con foga.
«H-ho sbagliato. Mi ricordavo male.» tentò di rimediare, grata del fatto che la sua voce stesse tornando ad essere normale come al solito.
Kanji non sembrava per niente convinto da quella risposta.
Naoto aveva ormai imparato a riconoscere ogni sua singola espressione, nonostante lui tentasse sempre di rimanere il più neutro possibile e non far capire agli altri cosa pensasse.
Nonostante questo, però, il ragazzo disse qualcosa di completamente diverso da quello che chiunque si sarebbe aspettato.
«Come te pare.»
Adorava quando faceva così.
Naoto  era a conoscenza del fatto che Kanji non fosse minimamente il tipo che si intrometteva nei fatti altrui.
E quella era una delle tante caratteristiche che l’avevano fatta innamorare di lui.
«...Ok, mo sei proprio strana. Perché sorridi così?»
La detective avvampò quando si rese conto di ciò che il ragazzo le aveva appena detto.
Doveva assolutamente ritrovare la sua compostezza.
Altrimenti quella serata sarebbe andata a finire sicuramente in tragedia.
Cosa che lei non voleva affatto.
«Sono solo felice che tu abbia accettato di aiutarmi Kanji-kun.– rispose, non dicendo la verità sul motivo della sua felicità, ma neanche mentendo del tutto –Avevo proprio bisogno di qualcuno che mi desse una mano, e tu sei il ragazzo perfetto per questo.»
Il volto del ragazzo arrossì leggermente e Naoto non poté far altro che trovarlo terribilmente carino.
«D-di niente.– disse, passandosi una mano dietro il collo, come faceva ogni volta che era imbarazzato –I-iniziamo?»
La ragazza annuì.
Si alzò dalla sedia e ripose il quadernino nel suo posto, all’interno del cassetto.
Poi afferrò il proprio computer portatile, posandolo sul tavolo e iniziando a cercare la ricetta che le interessava.
Anche Kanji si era alzato dal suo posto e aveva iniziato a recuperare gli ingredienti necessari dalle due borse della spesa e, anche se non lo stava guardando, era come se Naoto potesse vedere ogni suo singolo movimento.
Oramai era come se lo conoscesse così bene che, per lei, il ragazzo era diventato come un libro aperto.
Se chiudeva gli occhi e si faceva guidare unicamente dal suo udito, riusciva perfettamente a vedere la sua figura mentre esaminava gli oggetti che prendeva tra le mani e li poggiava delicatamente sul tavolo.
Alcune volte si fermava, come se stesse valutando se quel determinato ingrediente potesse servire o meno per ciò che volevano preparare.
Ed era in quei momenti che i dettagli nella mente della ragazza si facevano sempre più fitti e precisi.
Le sue sopracciglia che si corrugavano, mentre con lo sguardo esaminava ogni angolo dell'oggetto che aveva in mano; le labbra piegate in un sorriso neutro, che spesso gli aveva visto fare...
«Naoto hai trovato ‘sta ricetta?»
La detective sussultò, mentre la figura del ragazzo che stava immaginando poco prima veniva sostituita dallo schermo del suo PC.
«Solo un attimo.» rispose, iniziando a digitare velocemente ciò che le interessava.
Fortunatamente, non era una ricetta difficile da trovare.
Anzi, l'aveva cercata così tante volte in quelle ultime settimane che la ragazza sapeva perfettamente in che sito andare a guardare.
«Ok, trovata.– disse poi, aprendo la pagina corrispondente –Se vuoi ti leggo la lista degli ingredient-»
Le parole le morirono in gola quando Naoto si voltò, trovando Kanji esattamente dietro di lei.
Il ragazzo aveva poggiato una mano sul tavolo e si era sporto in avanti, per poter leggere dal piccolo schermo.
La detective si voltò nuovamente verso il suo computer, cercando con tutta se stessa di eliminare il rossore che le aveva completamente colorato le guance.
Era strano.
Non era certo la prima volta che loro due erano stati vicini.
Anzi, era successo più volte che lui l'avesse anche afferrata di peso mentre si trovavano dall'altra parte della TV, soprattutto durante le fughe.
Allora perché quella situazione la imbarazzava tanto?
«Cominciamo, su.»
Quando sentì il ragazzo allontanarsi, Naoto annuì.
Poi, sperando con tutta se stessa che il suo viso fosse tornato del suo solito colore, si alzò anche lei dalla sedia e si diresse verso di lui.
 
 
13 Febbraio 2011,
ore 21:01
 
«Kanji-kun, non c'era bisogno che preparassi anche la cena.»
«Me dovevi di’ che non avevi mangiato.»
Naoto osservò l’enorme piatto di riso che Kanji le aveva messo di fronte.
Non sapeva neanche lei come fossero finiti in quella situazione.
Pochi minuti prima, mentre preparavano i biscotti (o meglio, lui li preparava e lei lo osservava con molta attenzione e invidia), il suo stomaco aveva brontolato.
Era stato a quel punto che il ragazzo aveva iniziato a chiederle se avesse mangiato e, quindi, dopo aver messo momentaneamente da parte la preparazione del regalo per l'indomani, aveva iniziato a cucinarle qualcosa per la cena.
Si era anche lamentato una volta che aveva visto i pochissimi ingredienti di cui lei disponeva e l'aveva rimproverata di stare più attenta per mangiare abbastanza.
Naoto, dal canto suo, aveva provato a protestare, ma lui non era stato a sentirla e così ora la ragazza si ritrovava seduta al tavolo della cucina, con la cena di fronte a lei.
«Non era un problema, davvero. Io salto spesso i pasti.» disse lei, continuando a osservare la schiena di Kanji.
Il ragazzo si voltò verso di lei, trapassandola con lo sguardo.
«Sarebbe meglio di no. Te fa male.» le rispose.
La ragazza tentò di ribattere ma sapeva che lui non aveva minimamente torto.
Non vedendo alcuna via di uscita, Naoto afferrò le bacchette alla sua destra e, dopo aver ringraziato nuovamente il ragazzo, portò il primo boccone alle sue labbra.
E si bloccò.
Per quanto si fosse da sempre fidata delle capacità culinarie di Kanji, la detective non avrebbe mai pensato che il ragazzo sapesse cucinare così bene.
Erano anni che lei non mangiava un piatto così buono, nonostante quello fosse solo semplice riso.
«Com’è?»
La ragazza annuì, alzando lo sguardo e puntandolo nuovamente su di lui.
«È buonissimo; era tanto che non mangiavo qualcosa di così buono.»
Quelle parole le uscirono dalle labbra prima ancora che lei potesse fermarle.
Le guance di Kanji presero letteralmente fuoco e il ragazzo si voltò verso il tavolo da lavoro, dandole per l'ennesima volta le spalle.
«F-figurati, che sarà mai.» balbettò, riprendendo a preparare i biscotti.
Naoto non rispose, ma continuò a portarsi i vari bocconi di riso alle labbra, mentre un sorriso si formava sul suo volto.
Non pensava che potesse essere così facile abituarsi a qualcosa.
Fino ad allora la detective non aveva mai veramente pensato a mettersi con qualcuno.
Anzi, aveva passato la sua intera vita ad evitare quella eventualità, sradicando sul nascere qualsiasi sentimento che potesse distrarla dal suo lavoro.
Ma con Kanji era diverso.
Lei si era innamorata di lui ancora prima di potersene rendere veramente conto.
Era come se lui fosse riuscito a farle abbassare la guardia.
E ora non poteva far altro che sperare che il loro rapporto evolvesse ulteriormente.
Le sarebbe piaciuto che una serata come quella si ripetesse.
Le sarebbe piaciuto che il ragazzo cucinasse per lei più spesso, così come avrebbe adorato passare così tanto tempo con lui da soli, senza nessun altro che li disturbasse.
Non era male. Per niente.
Il ragazzo poggiò la teglia di biscotti sul tavolo, attirando nuovamente la sua attenzione.
«Te piacciono? Li metto in forno?» le domandò.
Naoto guardò i biscotti che le erano stati messi davanti, mentre un’espressione sorpresa le si dipingeva in volto.
«Naoto? Non te piacciono?»
«Come hai fatto a farli così? I miei erano tutti schiacciati e diversi tra di loro, non erano minimamente fatti così bene.» disse la ragazza, incredula.
Kanji alzò un sopracciglio, spaesato.
«Mica so’ fatti così bene.»
«Sono perfetti, Kanji-kun.– insistette lei, alzando lo sguardo e puntandolo dritto su di lui –Insegnami, voglio farli anche io così.»
Il ragazzo arrossì in modo evidente e distolse lo sguardo.
«Per favore, voglio imparare anch’io!»
«Quando te guarisce la mano.» disse lui, voltandosi e dirigendosi verso il forno.
Naoto non si aspettava minimamente quella risposta.
«La mia mano…?» chiese, posando lo sguardo sulla mano con cui stava tenendo le bacchette.
«Quella fasciata.– le fece notare lui, infornando i biscotti –Te sei fatta male, no?»
Fu in quel momento che Naoto capì perché Kanji non le aveva lasciato fare niente mentre preparavano i biscotti.
Si stava preoccupando per lei.
Aveva paura che lei si facesse ulteriormente male.
«Sto bene.– sussurrò la ragazza, le guance leggermente rosse –Mi sono solo bruciata.»
«Non me frega.– rispose lui, tornando al tavolo e sedendosi davanti a lei –Non te faccio fa’ male pe’ fa’ dei biscotti.»
Naoto rimase in silenzio, senza sapere cosa ribattere.
Le faceva piacere che Kanji si preoccupasse per lei; veramente tanto piacere.
«Mo finisci de mangia’.– continuò lui, vedendo che la ragazza si era fermata –Quando so’ fatti decoriamo i biscotti, ok?»
La detective annuì, tornando a mangiare dal piatto che aveva di fronte.
«Quanto devono stare i biscotti in forno?» domandò poi, notando l’ora tarda.
Kanji lanciò uno sguardo al pc, ancora aperto sul tavolo.
«Qua dice 25 minuti ma boh, dipende dal forno.»
“Solo 25 minuti...”
Anche se sapeva che era stupido, l’idea che il ragazzo potesse andarsene così presto la rattristava.
Avrebbe voluto stare più tempo con lui.
Sapeva che avrebbero dovuto anche decorarli e preparare il pacchetto, ma sicuramente non ci avrebbero messo più di dieci-quindici minuti a farlo.
«Naoto.»
La ragazza alzò lo sguardo.
«Sì?»
«Ma se famo qualcosa insieme?» le domandò Kanji, quasi sussurrando.
Quella domanda la colse completamente alla sprovvista.
Naoto sentì il suo cuore iniziare a batterle nel petto, quando si rese conto che il ragazzo le stava dando un’opportunità per stare ancora del tempo con lui, evitando che se ne andasse così presto come lei pensava.
«S-se non te va niente eh.– aggiunse lui, vedendo che lei non stava rispondendo –A-anzi, lascia perde’. È tardi e magari non te v-»
«Guardiamo un film, ti va?» lo interruppe lei, la voce che le fremeva.
Kanji rimase un attimo interdetto, la bocca ancora aperta per finire il discorso di poco prima.
«Allora?»
«Va bene.– rispose, mentre un piccolo sorriso si formava sul suo volto –Che film?»
Naoto alzò le spalle.
«Quello che vuoi.»
 
 
13 Febbraio 2011,
ore 21:34
 
Quando aveva detto “quello che vuoi”, Naoto non aveva certo pensato che si sarebbero ritrovati a vedere un film del genere.
La ragazza si trovava a sedere sul divano, le braccia incrociate al petto e lo sguardo puntato sulla televisione di fronte a lei.
Quella scelta le pareva così assurda.
Cosa poteva esserci di interessante nel vedere dei robot combattere tra di loro?
Eppure…
«Lo sapevo che quello vinceva!» esclamò Kanji, indicando lo schermo.
...qualcuno sembrava fin troppo entusiasta.
La detective ridacchiò, sedendosi più comodamente sul divano.
Non avrebbe mai pensato di vedere una cosa del genere.
Quel film era stato uno dei regali del suo decimo compleanno; regalo non molto apprezzato, visto che, in realtà, quel DVD era rimasto sigillato fino a quel momento, riposto nella libreria insieme agli altri film che mai nella vita avrebbe pensato di vedere.
Ma, stranamente, non le stava dispiacendo così tanto come aveva sempre creduto.
Anzi, si stava quasi divertendo a osservare il viso di Kanji così concentrato su una “storia” tanto prevedibile.
«Non pensavo ti piacesse questo tipo di film» gli fece notare lei, sorridendo leggermente.
Il ragazzo arrossì, sistemandosi meglio sul divano.
«Beh, l-li trovo interessanti...» le rispose, balbettando.
Naoto ridacchiò.
Era così carino quando faceva così.
La ragazza lanciò uno sguardo all’orologio.
Mancavano ancora dieci minuti per i biscotti.
Poteva rilassarsi un po’.
Si lasciò andare contro lo schienale del divano, continuando a guardare il film alla TV.
Era davvero orribile.
La trama era praticamente inesistente e l’unica cosa che c’era erano scene di azione che avvenivano completamente a caso.
Ma, forse, per una volta poteva vedere un film del genere.
Poi, all’improvviso, per la prima volta dall’inizio della giornata, la stanchezza che aveva accumulato fino a quel momento la colpì in pieno.
Naoto poteva sentire i suoi occhi chiudersi quasi da soli, mentre i rumori intorno a lei si facevano più attutiti.
«Hai sonno, Naoto?»
La ragazza non era neanche sicura che Kanji le avesse posto quella domanda.
Annuì leggermente, mentre sentiva il ragazzo avvicinarsi a lei e metterle un braccio intorno alle spalle.
«Ce penso io ai biscotti.– le disse, lasciando che lei si accomodasse contro di lui –Tu dormi.»
Prima ancora che lui potesse aggiungere altro, Naoto aveva già chiuso gli occhi e il suo respiro era diventato regolare.
 
 
13 Febbraio 2011,
ore 23:41
 
Quando Naoto aprì gli occhi, ci mise un attimo a ricordare cosa fosse successo.
La TV di fronte a lei era accesa e mostrava una schermata neutra, come faceva ogni volta che si era concluso un DVD.
Fu solo in quel momento che la ragazza si rese conto di dove si trovasse.
Si voltò leggermente alla sua sinistra e le sue guance avvamparono quando si rese conto di essere completamente sdraiata su Kanji che, poggiato contro lo schienale del divano, stava dormendo.
La ragazza tentò di spostarsi ma il braccio di lui, che si trovava intorno alle sue spalle, era come se la tenesse ancorata contro il suo fianco.
Naoto nascose il viso, imbarazzata.
Quando era successa una cosa del genere?
Come aveva potuto abbassare così tanto la guardia da trovarsi in quella situazione?
Non era da lei; non era assolutamente da lei.
Ma, ovviamente, questo non la faceva stare poi così male.
Dopotutto, era quello che voleva, no?
Forse poteva anche approfittarne.
Lui stava dormendo.
Non avrebbe mai saputo che lei era sveglia da un po’ e non si era spostata.
Sì, quella poteva essere la scelta migliore.
Un insistente bip le arrivò alle orecchie e Naoto alzò la testa, cercando di capire da dove provenisse.
Non aveva mai sentito un rumore simile in vita sua.
Sembrava l’allarme anti-incendi-
Solo in quel momento la ragazza avvertì il fortissimo odore di bruciato che riempiva la stanza.
Si allontanò di scatto da Kanji che, per l’urto, si svegliò.
«Naoto…? Che c’è?»
«I biscotti!» esclamò lei, correndo verso la cucina, mentre il bip si faceva sempre più forte e insistente. 
La ragazza aprì il forno, portandosi la mano sinistra alla bocca quando il fumo nero uscì da esso. 
«Cavolo Naoto, mi so’ appisolato pur’io.» disse Kanji, dispiaciuto.
Naoto afferrò la teglia, facendola uscire dal forno.
I biscotti erano completamente carbonizzati.
«Scusami...» continuò il ragazzo.
«Non ti preoccupare.– rispose lei, gettando quelli che erano praticamente diventati pezzi di carbone nella spazzatura –Non è stata colpa tua. Anche io stavo dormendo, non importa.»
Le dispiaceva.
Era ovvio che le dispiaceva.
Ma potevano sempre ricominciare, no?
«Dovrei avere ancora degli ingredienti. Non saranno abbastanza per farne così tanti ma dovrebbero bastare per riprovare.» disse poi, mettendo la teglia nel lavandino.
Kanji non rispose.
Anzi, rimase in silenzio, mentre lei tornava a guardare nelle buste della spesa.
Avevano tutto più o meno.
Mancava solo una barretta di cioccolata bianca.
«Io vado a prendere la cioccolata. C’è un konbini qui vicino.– la ragazza si diresse verso la porta della cucina, per prendere il suo cappotto –Torno subito, così poi iniziamo. Magari questa volta puoi anche insegnarm-»
«Naoto ma se lasciamo perde’?»
Quando Kanji pronunciò quelle parole, Naoto si fermò.
«Kanji-kun…?»
La detective si voltò verso di lui.
Cosa voleva dire?
Perché dovevano lasciare perdere?
«È tardi.– le fece notare lui, non guardandola –Manco se sa se facciamo in tempo.»
Giusto.
Lui doveva andare a dormire.
Non poteva chiedergli di rimanere ancora per tutto quel tempo.
«Kanji-kun, ti porgo le mie scuse.– gli rispose Naoto, leggermente imbarazzata –Non pensavo al fatto che anche tu domani dovessi svegliarti per andare a scuola. Vai pure a casa, provo a fare da sola. Ti ho osservato prima, quindi penso di riuscire a fare qualcosa di decen-»
«Non è che me fa schifo rimane’, Naoto.» Kanji la interruppe nuovamente.
Ora sì che la ragazza era confusa.
«E allora qual è…?» domandò, non riuscendo a capire.
Perché non voleva più aiutarla?
Il ragazzo sospirò.
«Da quando me l'hai detto te volevo chiede se sei proprio sicura de volello fa? E se te dice di no?»
Il tono con cui pronunciò quelle parole lasciò interdetta Naoto.
Perché adesso le faceva quella domanda?
«Sì, ne sono sicura.» rispose, cercando di non tentennare.
«Io non lo farei, sul serio.»
Non capiva.
Naoto non riusciva a comprendere perché lui continuasse a insistere.
Che avesse capito tutto?
Che le stesse dicendo chiaramente che a lui lei non interessava?
«È troppo rischioso, Naoto.– continuò lui –Sicura de vole' esse' rifiutata domani? Magari in mezzo alla gente?»
Aveva ragione.
Kanji aveva ragione.
Ma il ragazzo non poteva sapere quanto le stessero facendo male quelle parole in quel momento.
«Su, puliamo e poi andiamo a let-»
«Quindi non dovrei neanche provarci?»
Quelle parole le uscirono dalle labbra senza che neanche se ne rendesse conto.
Naoto poteva sentire il suo intero corpo tremare.
«Naoto, è inutile, c'abbiamo già provato, è inutile che sprechi soldi e famo nottata e manco se sa che te dice quello. Non te voglio fa rimane' male.»
La ragazza odiava quello che lui le stava dicendo.
«Quindi stai dando per scontato che lui mi rifiuti?»
Kanji deglutì.
«Non te stavo a di’ questo.»
«Invece a me pare proprio di sì.»
La detective alzò lo sguardo, puntandolo dritto su Kanji.
Anche se solo per un momento, intravide un’espressione dolorante sul suo volto.
Ma cambiò immediatamente quando vide il viso di lei.
«I-Io non capisco.»
Naoto odiava il modo in cui la sua voce stava esitando.
Odiava il modo in cui il suo corpo stava tremando.
Odiava anche il modo in cui i suoi occhi stavano minacciando di riempirsi di lacrime che lei continuava a ricacciare indietro.
Non era da lei perdere il controllo in quel modo, ma quelle emozioni tutte insieme la stavano mettendo davvero a dura prova.
Le sembrava di essere stata su una montagna russa per tutta la giornata.
Quella mattina si era svegliata con una felicità enorme, pronta ad andare contro chiunque le si mettesse sul suo cammino; poi c’era stato il fatto che tutto era andato sempre peggio, costringendola di chiedere una mano; dopo di che si era sentita sollevata, nel momento in cui Yu aveva accettato di aiutarla e Kanji si era presentato alla sua porta, stando con lei tutto il giorno…
E ora si sentiva nuovamente in discesa.
Faceva male.
Terribilmente male.
«Naoto…»
Solo quando Kanji pronunciò il suo nome, la ragazza si rese conto che lui si era avvicinato e la stava osservando con un’espressione dispiaciuta in volto.
La ragazza fece un passo indietro.
Perché la guardava in quel modo?
Perché lui davvero non la ricambiava?
«Scusa, me spiace. Non me stai a capi’.»
«Non importa.– rispose lei, distogliendo nuovamente lo sguardo –Sapevo di non avere alcuna chance fin dall’inizio. Ho agito in maniera stupida. Finiamola qui.»
Non doveva piangere.
Si era ripromessa che, se anche non fosse stata ricambiata, l’avrebbe presa con filosofia.
Eppure faceva così dannatamente male.
«Naoto, stamme a senti’.»
«Kanji-kun, non importa, sul serio.– la sua voce si stava incrinando –Oramai è tardi, i biscotti si sono bruciati e non avremmo neanche il tempo per farli da capo.»
Tutto il lavoro di quelle settimane era stato vano.
Lei lo sapeva fin dall’inizio.
Non era portata per cose del genere.
E il ragazzo non l’avrebbe ricambiata.
«Io vado a dormire.– disse, voltandosi –Tu torna pure a casa, metto a posto io domani.»
«Naoto...» Kanji tentò nuovamente di dirle qualcosa, ma lei lo bloccò.
«Buona notte.»
Poi, con passo svelto, si diresse in camera sua, ignorando il ragazzo che continuava a chiamarla alle sue spalle.
Chiuse la porta a chiave e si buttò sul letto, mentre la prima lacrima che non era riuscita a trattenere usciva dai suoi occhi.
Quanto poteva essere patetica in quel momento.
Lei, Naoto Shirogane, che stava piangendo come una bambina, stringendo con forza il cuscino tra le sue braccia.
Kanji doveva essersene andato, perché la ragazza non riusciva più a sentire alcun rumore provenire dalla sua cucina.
Oppure era ancora lì e il rumore di qualsiasi cosa il ragazzo stesse facendo era coperto dai singhiozzi che avevano iniziato a scuoterle le spalle.
Odiava quando le accadeva.
Erano poche le volte in cui si lasciava completamente andare in quel modo, non riuscendo più a trattenere dentro di sé tutte le lacrime che in realtà voleva versare.
Sapeva che il suo comportamento era sbagliato.
Kanji era venuto lì per lei, per aiutarla in un'impresa che lui sapeva essere vana.
A lui lei non piaceva.
Cosa avrebbe dovuto fare il ragazzo? Rifiutarla il giorno dopo, quando lei gli avrebbe consegnato dei biscotti che lui non voleva?
Ovvio che lui aveva solo tentato di farle capire che non voleva ferirla e non voleva darle false speranze.
Ma questo non impediva il fatto che facesse veramente male.
La detective si rannicchiò maggiormente contro il proprio cuscino e lanciò uno sguardo veloce all'orologio sulla parete.
Era tardi, dannatamente tardi.
Doveva dormire, o non si sarebbe mai svegliata in tempo per andare a scuola.
Già, doveva solo dormire.
Dormire poteva sembrare la risposta a tutto in quella situazione.
Se avesse chiuso gli occhi e si fosse lasciata andare alle braccia di Morfeo, molto probabilmente avrebbe smesso di piangere.
L'indomani era un altro giorno.
Avrebbe chiesto scusa a Kanji per come si era comportata prima di andare in camera sua e tutto sarebbe tornato esattamente come prima.
Niente biscotti.
Niente dichiarazione.
Niente delusione d'amore.
Poteva sembrare un ottimo compromesso.
Lei non sarebbe stata costretta ad allontanarsi completamente da lui, come forse sarebbe successo se lui l'avesse rifiutata.
Sarebbero potuti rimanere amici come prima.
Dopotutto, a cosa stava pensando?
Lei era Naoto Shirogane, la detective che fino a pochi mesi prima si fingeva un ragazzo.
Non era femminile, non aveva alcun atteggiamento sensuale e non aveva alcuna esperienza in campo amoroso.
Era più che logico da quel punto di vista che Kanji la rifiutasse.
Il telefono sul suo cuscino vibrò e Naoto allungò una mano, afferrandolo.
Anche se le sembrava assurdo, lei sperava davvero che a scriverle fosse stato il ragazzo.
Per questo, non poté nascondere la piccola punta di delusione che provò quando vide che ad averle mandato il messaggio era stato Yu.
"Hey Naoto, come è andata?"
Aveva anche il coraggio di chiederlo?
Lui sapeva tutto di tutti i ragazzi del team.
Le aveva promesso di aiutarla.
E allora perché le aveva mandato Kanji a casa, pur sapendo che non era ricambiata?
"NN E’ ANDATA."
Dopo pochi secondi, la risposta di Yu arrivò ma Naoto non aveva né la forza né la voglia di continuare la conversazione al momento.
Spense il telefono, rannicchiandosi nuovamente sul letto.
E, mentre le lacrime, che ancora non era riuscita a far smettere di scorrere, le rigavano il volto, la ragazza chiuse gli occhi, sperando di riuscire, prima o poi, ad addormentarsi.
 
 
14 Febbraio 2011,
ore 07:13
 
Naoto sapeva che era mattina e che avrebbe dovuto alzarsi dal letto oramai da venti minuti.
Ma non ci riusciva.
Quella notte aveva dormito si e no due o tre ore, svegliandosi a intervalli regolari.
Sapeva che era sbagliato per lei restare in quel letto, soprattutto se voleva far finta che tutto andasse bene.
Eppure, allo stesso tempo, non le importava poi più di tanto.
Era inutile andare a scuola e pretendere che niente fosse accaduto se i suoi occhi erano gonfi e rossi a quel modo.
E non c'era certo il bisogno di guardarsi allo specchio per capirlo.
Naoto poteva sentire fin troppo bene il dolore che le sue palpebre le stavano lanciando.
Si sarebbe data per malata e sarebbe stata a casa; per una volta non sarebbe successo niente.
Non voleva farsi vedere da nessuno così.
E, soprattutto, non voleva farsi vedere da Kanji.
Qualcuno bussò alla porta della sua camera e la detective si mise a sedere di scatto, spaventata.
Chi c'era in casa sua?
Che qualcuno fosse entrato la notte prima, quando il ragazzo se ne era andato??
«Naoto, svegliate!»
Tutta la paura che aveva provato fino a quel momento si trasformò in completa sorpresa nel momento in cui riconobbe la voce del ragazzo al di là della porta di legno.
«Naoto! Te sei rimessa a dormi’?»
«Kanji...?» sussurrò lei, interdetta.
Cosa ci faceva lui ancora lì?
Perché non era tornato a casa sua?
«Naoto, te voi alza?» 
Solo quando il ragazzo pronunciò quelle parole, la detective si rese conto che lui aveva aperto la porta e stava entrando nella stanza.
Naoto si rigirò nel letto, il viso completamente in fiamme.
No; no no.
Non poteva permettergli di vederla in quelle condizioni.
«Ma se po' sape’ che stai a fa’?-»
«Va via...» sussurrò lei, rannicchiandosi ulteriormente.
Sapeva che quello non era assolutamente il modo giusto di affrontare la situazione e che, anzi, avrebbe probabilmente solo peggiorato le cose.
Ma cosa poteva farci?
Kanji stava rendendo tutto ancora più difficile di quanto fosse.
Come poteva lei volerlo affrontare in quel momento?!
«Ma che stai a di’? Devi anna a scuola!» esclamò lui e, dalla vicinanza della sua voce, la ragazza capì che si doveva trovare accanto al letto.
«Non voglio andare a scuola, sto a casa oggi.»
Quella conversazione aveva sul serio un che di surreale.
Chi mai avrebbe pensato che i loro ruoli si potessero invertire in quel modo?
«Naoto, vedi de alzatte.»
«Kanji, ti ho detto di andare via! Non voglio parlare con te!»
Quando la detective urlò quelle parole, un fortissimo senso di colpa si fece strada dentro di lei.
Non solo quella era la prima volta che lo chiamava senza usare alcun onorifico, ma lo stava anche trattando male.
Oramai, la situazione poteva solo peggiorare.
Si aspettata che Kanji si voltasse e, dopo averle detto qualcosa di cui lei non voleva neanche avere un'idea, se ne andasse, lasciandola da sola.
Si aspettata che il loro rapporto si incrinasse completamente.
Si aspettata che lui iniziasse a ignorarla e non le rivolgesse più la parola...
Ma sicuramente non si aspettava quello che successe subito dopo.
Naoto sentì la coperta che la copriva da capo a piedi venire completamente sollevata e buttata a terra.
Prima che potesse protestare, la ragazza si ritrovò sollevata dal letto e posizionata a sacco sulla spalla destra di lui.
«Kanji-kun!» esclamò, sentendo le sue guance andare completamente a fuoco.
«Smettila de movete, tanto non te metto giù.– gli disse lui, camminando verso la cucina –Mo mangia qualcosa, preparate e poi vai a scuola.»
Naoto non riusciva davvero a capire perché lui si stesse comportando a quel modo.
L'unica cosa a cui riusciva a pensare in quel momento era a come nascondere il suo viso agli occhi del ragazzo una volta che lui l'avrebbe messa a terra.
E questo avvenne prima del previsto, visto che, senza neanche rendersene conto di come, la detective si ritrovò a sedere su una sedia della sua cucina, davanti ad una tazza.
Guardò il contenuto e notò che al suo interno si trovava della cioccolata bianca calda.
«Mangia, prima che si fredda.» le disse Kanji, mettendole davanti dei biscotti.
Naoto li guardò con attenzione.
Ora si che era davvero troppo confusa per capire cosa stesse succedendo.
Quelli erano gli stessi biscotti che avevano tentato di preparare la sera prima e che erano però andati miseramente a fuoco.
La ragazza ne prese uno tra le mani, osservandolo con attenzione.
Non c'erano dubbi.
Era esattamente come la foto sul sito mostrava, se non fatto ancora meglio.
Il biscotto era morbido, soffice e della forma, dimensione e colore giusti.
Lei non sarebbe mai riuscita a farli così neanche se ci avesse provato per anni.
Curiosa, se lo portò alle labbra, rimanendo completamente stupefatta.
Nonostante lei non amasse minimamente quei due gusti, quel biscotto era così buono da lasciarla completamente senza fiato.
Era come se lo era immaginato. 
Se non ancora più buono.
«C’ho messo troppo cocco? Nella ricetta dice di metterlo a piacere.» solo in quel momento Naoto si rese conto che Kanji si era seduto davanti a lei e la stava osservando.
La ragazza scosse la testa, continuando a mangiare.
«È buonissimo.» sussurrò, senza alzare lo sguardo.
Era confusa.
Tanto confusa.
«Ok.– rispose lui e, anche se non lo stava guardando, la ragazza sapeva che sulle sue labbra si era formato un sorriso –C’hai del trucco?»
Naoto alzò lo sguardo, non capendo di cosa il ragazzo stesse parlando.
«Del trucco?»
«Sì, così te levo ste occhiaie e gli occhi rossi.»
Oh, giusto; se ne era dimenticata.
Anche se la situazione stava diventando sempre più strana.
«Non capisco...»
«Che ce sta da capi’?.– rispose Kanji –Te devi dichiara’, no? Non penso te voi fa’ vede’ così.»
La ragazza alzò un sopracciglio, interdetta.
«Dichiararmi?»
«Pare de sì.– ora anche lui sembrava confuso –Non è per questo che abbiamo fatto i biscotti?»
Sì, certo.
Ma da quel che aveva capito, lei era stata anche rifiutata.
Prima che lei potesse aprire bocca però, il ragazzo le passò un pacchetto blu e un sacchetto trasparente con cinque biscotti all'interno, chiuso da un nastro dello stesso colore del pacchetto.
«Tiè, qua ce stanno i biscotti,– continuò lui, non lasciandola parlare –e siccome m’era avanzata della cioccolata ho fatto dei cioccolatini alle fragole, so’ nel pacco.»
Che cosa stava succedendo?
«Kanji-kun, quando hai preparato queste cose?»
Il ragazzo arrossì leggermente e distolse lo sguardo, puntandolo sul pavimento.
«Kanji-kun...?»
«Allora, dammi un attimo retta, ieri so’ stato proprio stronzo.– disse lui, continuando a non guardarla –Non te volevo fa’ piange’. Non dovevo di’ quelle cose. E quindi ho fatto i biscotti dopo che sei andata a dormi’-»
«Non capisco il perché, Kanji-kun.»
Quelle parole uscirono dalle labbra di Naoto prima che lei potesse fermarle.
Kanji alzò lo sguardo, confuso.
In quel momento la ragazza riuscì a vedere le occhiaie che si trovavano sotto gli occhi di lui.
«Perché? Cosa?»
«Perché tu abbia passato la notte a cucinare questi biscotti quando oramai era appurato che io non mi sarei più dichiarata.– rispose lei –Non capisco. Mi sembrava più che ovvio che io non piacessi alla persona a cui mi voglio dichiarare.»
Il silenzio che seguì quelle parole fu il silenzio più stressante della sua intera vita.
Naoto non poteva far altro che osservare il ragazzo di fronte a lei, speranzosa e terrorizzata allo stesso tempo.
Poi, lui parlò.
«Se non gle piaci è un coglione.»
E quella risposta le confuse ancora di più le idee.
«Kanji-kun?»
«Ma su Naoto, sei intelligente, simpatica, bellissima, brava in tutto quello che fai; non è possibile che non piaci a qualcuno?»
Le guance della ragazza presero letteralmente fuoco e lei distolse lo sguardo, puntandolo altrove.
La situazione si stava facendo sempre più assurda.
Perché le stava dicendo quelle cose, adesso?
Dopotutto, era stato lui a rifiutarla la sera prima-
Un piccolo campanellino le risuonò nella testa, e tutto iniziò ad avere senso.
«Quindi non pensi che mi possa rifiutare?»
«Se te dice de no, lo piglio a pugni.»
...Possibile che lui non avesse capito?
Naoto si sentì una completa idiota.
Kanji non aveva capito che i biscotti erano per lui.
Certo, questo non voleva dire che lui avrebbe accettato i suoi sentimenti.
Ma, allo stesso tempo, la ragazza si sentiva meglio, enormemente meglio.
Non era stata rifiutata.
Poteva ancora fare la sua mossa.
Poteva ancora avere una possibilità.
«Mo mangia, cambiate e fatte trucca.– riprese a parlare Kanji, il volto leggermente rosso per quello che le aveva detto poco prima –Magari fai in tempo.»
Naoto sorrise.
Non doveva fare niente di tutto quello.
Lei era già in tempo.
«Tieni.» disse, spingendo verso di lui il pacchetto e il sacchetto che aveva davanti a lei.
Kanji guardò i due oggetti, alzando un sopracciglio.
Poi li spinse nuovamente verso di lei.
«Naoto non gli posso posso da’ i biscotti io.»
Ok, ora la situazione stava prendendo una piega alquanto patetica.
«Non era quello che intendevo, Kanji-kun.» disse lei, tendendogli nuovamente i due regali.
Il ragazzo la guardò, uno sguardo chiaramente confuso che si era dipinto sul suo volto.
Poi, i suoi occhi si spalancarono.
La detective sorrise.
Doveva aver capit-
«Me piacciono i biscotti, ma poi a quello che gli dai?»
...
Possibile che si fosse davvero innamorata di un tipo del genere?
«Kanji.– Naoto non si rese neanche conto di aver omesso, per la seconda volta quella da quando si era svegliata, l'onorifico –Sono per te. Li volevo fare per te.»
Il volto che Kanji gli riservò in quel momento fu una delle cose più carine che la detective avesse mai visto in tutta la sua vita.
Il ragazzo aveva le guance completamente rosse e il suo corpo aveva iniziato a tremare per l'imbarazzo.
Solo in quel momento la detective si rese conto di come anche lei stesse tremando.
«Allora...?– gli domandò, vedendo che lui continuava a spostare lo sguardo dai due oggetti sul tavolo a lei, senza dire una parola –Hai intenzione di prenderti a pugni?»
Kanji aprì la bocca, per dire qualcosa, ma niente uscì dalle sue labbra.
Era completamente andato in tilt.
Prima che Naoto potesse aggiungere altro, però, lui si sporse in avanti poggiando le sue labbra su quelle di lei.
E, mentre anche lei si alzava e portava le braccia intorno al suo collo, la ragazza pensò che il cioccolato bianco, di cui le labbra di Kanji sapevano fin troppo, non era poi così male come aveva sempre pensato.
QUESTE DRABBLE PARTECIPANO AL COW-T9 INDETTO DA LANDE DI FANDOM
Missione Shannen Week6
Fandom: Persona 4
Coppia: Kanji/Naoto
Parole: 100 parole l'una



#41

Naoto non ne sarebbe stata contenta.
Kanji sospirò, mentre quella verità si faceva strada nella sua mente.
Le aveva promesso che non avrebbe più fatto risse in vita sua, qualsiasi fosse stato il motivo.
Eppure adesso era lì, seduto contro il muro della scuola, con un occhio nero, un labbro spaccato e le nocche insanguinate.
Sapeva di aver sbagliato e adesso ne avrebbe subito le conseguenze.
Però, quando Naoto lo trovò, nessuna ramanzina uscì dalle labbra della ragazza.
L'unica cosa che fece fu sedersi davanti a lui e posargli il ghiaccio che aveva preso in infermeria sull'occhio, in completo silenzio.


#42
«Lasciatelo stare.»
Quando riconobbe la voce che pronunciò quelle parole, Kanji sentì il sangue gelarglisi nelle vene.
«È arrivato il tuo principe, Tatsumi?»
Uno dei cinque teppisti con cui il ragazzo stava avendo una rissa non perse tempo, commentando immediatamente il suo arrivo.
Kanji lo ignorò.
Doveva trovare un modo per portare via la detective da lì.
Lo stesso ragazzo che aveva parlato afferrò il polso di Naoto e Kanji fece uno scatto in avanti, pronto a intervenire.
Ma quando la ragazza gli tirò un pugno in pieno volto, facendogli perdere l'equilibrio, Kanji non poté che rimanere a bocca aperta.


#43

Naoto non aveva mai festeggiato il suo compleanno.
Fin da piccola aveva passato quella giornata come le altre, se non giusto per la torta che veniva servita in tavola la sera.
Dalla morte dei suoi genitori poi, anche i pochi festeggiamenti a cui era costretta a partecipare scomparvero e la ragazza smise di pensarci, lasciando che l'unica persona che le facesse gli auguri fosse suo nonno.
Ma, quando il suo telefono squillò a mezzanotte e lei vide il messaggio di auguri che Kanji le aveva mandato, Naoto non riuscì a trattenere le lacrime di felicità che uscirono dai suoi occhi.



#44

Erano anni che Kanji non prendeva la febbre a quel modo.
Non che stesse così male a dire la verità ma, quando sua madre lo aveva visto in quelle condizioni, gli aveva impedito di andare a scuola.
Annoiato, il ragazzo aveva provato a continuare a cucire qualcuno dei suoi lavori, ma la testa gli faceva così tanto male che per lui era praticamente impossibile.
Per questo, adesso era sotto le coperte, senza niente da fare.
Però, quando Naoto entrò nella sua stanza, dicendo che era venuta per tenergli compagnia, Kanji pensò che sarebbe potuto stare a letto per un'altra settimana.



#45

Se adesso si trovava all'inferno, era esattamente come Naoto se lo era immaginato.
La testa le faceva così male che era come se qualcuno gliela stesse martellando dall'interno.
«Naoto? Stai meglio?»
Una voce ovattata arrivò dal suo fianco e lei cercò di mettere a fuoco la figura che si trovava lì.
Non che ne avesse bisogno.
Sapeva benissimo chi fosse.
Tentò di parlare ma era come se avesse un groppo in gola.
«Non sforzarti, torna a dormire. Io resto qui con te.»
Quando Kanji le sussurrò quelle parole, poggiandole una mano fresca sulla testa, la ragazza chiuse nuovamente gli occhi.

 


#46

Kanji ricordava fin troppo bene il suo primo incontro con Naoto.
E come poteva dimenticarselo?
Era come se quella scena si ripetesse ogni volta che loro incrociavano i loro sguardi.
Il ragazzo non sapeva come spiegarlo, ma tutte le volte che osservava gli occhi scuri e profondi di lei, provava una fortissima sensazione al petto ed era come se qualcuno iniziasse a far martellare il suo cuore all'impazzata, senza possibilità che questo si fermasse.
E questo avveniva sempre, dal loro primo incontro.
Era come se quello fosse un promemoria: qualcosa che gli ricordasse che lui era perdutamente innamorato di lei.



#47

Se qualcuno le avesse chiesto quando fosse stata la prima volta che aveva provato qualcosa per Kanji, Naoto si sarebbe trovata in difficoltà.
Non sapeva assolutamente neanche lei quando quel sentimento era diventato parte della sua quotidianità, prendendo completamente il sopravvento su tutto il resto.
Anzi, le sembrava impossibile che ci fosse stato un "prima", un tempo in cui loro non si conoscevano e in cui lei non pensava a lui almeno il 90% del suo tempo.
Ma, dopotutto, non era importante sapere quando tutto era iniziato: l'importante per lei era continuare a stare al suo fianco, fino alla fine.



#48

«Cosa ti è venuto in mente?!»
Naoto sussultò.
«Sai benissimo che ho più resistenza di te! Perché ti sei messa nel mezzo?»
«Eri ferito, poteva essere pericoloso...» sussurrò la ragazza.
«Lo era anche per te, Naoto!»
Kanji aveva ragione, mettersi nel mezzo e prendere quell'attacco in pieno non era assolutamente stata una delle sue migliori idee.
Improvvisamente il ragazzo la tirò a sé, stringendola tra le sue braccia.
«Per favore.– la sua voce era adesso tremolante e le sue urla erano diventati quasi sussurri –N-non farlo mai più.»
Naoto annuì, portando anche lei le braccia intorno al corpo di lui.



#49

Quando Naoto aveva fatti da esca per catturare l'assassino, non avrebbe mai immaginato che Kanji avrebbe reagito in quel modo.
Nonostante fosse oramai passato tanto tempo da allora, la ragazza non avrebbe mai potuto dimenticare il modo in cui lui l'aveva sgridata per quel gesto sconsiderato, mentre l'abbracciava con forza, come se avesse paura che lei potesse scomparire.
In realtà non sapeva neanche lei perché continuava a pensarci.
L'unica cosa di cui era a conoscenza era che, nonostante lui le stesse urlando contro, aveva provato una sensazione di felicità e di affetto che poche volte aveva sentito prima di allora.



#50

«Non hai freddo?»
Naoto si voltò verso il ragazzo al suo fianco.
«No, non preoccuparti.»
Kanji le lanciò uno sguardo interdetto.
«Sta nevicando, Naoto.»
«Lo so.»
«E tu sei senza sciarpa.»
«Lo so...»
«E anche senza guanti.»
«Lo s- ehi!»
La ragazza si lasciò sfuggire un piccolo lamento di protesta quando lui le avvolse la sua calda sciarpa intorno al collo.
«Stai al caldo o ti verrà la febbre.»
Naoto avrebbe voluto ribattere ma, quando sentì il profumo del ragazzo che proveniva dalla sciarpa invaderle le narici, decise che, per una volta, poteva evitare di dire ciò che stesse pensando.
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Missione Shannen Week6
Fandom: Persona 4
Coppia: Kanji/Naoto
Parole: 100 parole l'una



#31

Naoto non sapeva come fosse possibile, ma, ogni volta che si trovava in un vicolo cieco, Kanji era sempre pronto ad aiutarla.
Qualsiasi cosa il ragazzo le dicesse o facesse, mentre lei annaspava per trovare la risposta ad una qualsiasi domanda, diventava la chiave di lettura di tutto il problema che lei doveva risolvere.
Era come se le loro menti fossero collegate in qualche modo.
Come se lui sapesse esattamente ciò di cui lei aveva bisogno.
E, per questo, la detective non poteva fare a meno di pensare che quel ragazzo fosse una delle persone più importanti della sua vita.



#32

Kanji aveva perso la sua felpa preferita.
Erano circa due ore che continuava a cercarla nella sua camera, cercando di capire dove poteva averla nascosta qualche giorno prima, quando aveva messo a posto il suo armadio.
Non era da nessuna parte.
L'unica spiegazione era che qualcuno gliel'avesse presa, la sera prima, quando il team si era riunito in camera sua.
Non poteva perdonare un gesto simile.
Ma, quando Naoto gli si parò davanti con la sua felpa addosso che la copriva fino alle ginocchia, scusandosi per averla presa senza permesso, Kanji decise che quel fatto non era poi così imperdonabile.



#33

«Il "-kun" è troppo formale. Perché non mi chiami per nome?»
Quando Kanji le aveva detto quelle parole, i movimenti di Naoto si erano immediatamente congelati e la ragazza aveva sentito il suo volto andare in fiamme.
Nessuno le aveva mai detto una cosa del genere fino a quel momento.
E, sicuramente, la detective non si aspettava che fosse lui a proporglielo.
Vedendo la sua reazione, Kanji tentò immediatamente di rimediare, dicendole che stava solo scherzando.
Ma, quando lei aprì timidamente le labbra e sussurrò il suo nome senza alcun onorifico, un enorme sorriso si formò sul volto del ragazzo.



#34

Naoto odiava i fulmini.
Non sapeva neanche lei perché le facessero quell'effetto, ma, anche se era a conoscenza del fatto che fosse una cosa del tutto irrazionale, la ragazza non riusciva a reprimere la paura che la invadeva.
Da quando stava con Kanji però, le cose erano cambiate.
Aveva infatti notato che il solo tocco del ragazzo aveva un enorme effetto calmante su di lei, riuscendo così a farle smettere di pensare alla sensazione di ansia che provava.
Per questo, ogni volta che c'era un temporale, Naoto non poteva desiderare altro che nascondersi tra le sue braccia e lasciarsi andare.



#35

«Non muoverti.»
La voce ferma di Naoto gli arrivò immediatamente alle orecchie quando lui aprì gli occhi.
Solo in quel momento si rese conto di essere disteso a terra, la testa poggiata sulle gambe della ragazza.
Kanji ricordò quello che era successo prima, quando le aveva fatto da scudo, proteggendola da un attacco che per lei sarebbe stato fatale.
«Non farlo mai più.» aggiunse lei prima che lui potesse dirle qualsiasi cosa.
Il ragazzo aprì la bocca ma, non appena vide che gli occhi di Naoto erano pieni di lacrime, capì che quello non era assolutamente il tempo per ribattere.
 


#36

A Kanji non piaceva molto l'idea di spiare Chie e Yukiko mentre queste si facevano il bagno nelle terme.
Non riusciva davvero a capire cosa Yosuke e Teddie ci trovassero in quel gesto così irrispettoso verso le loro amiche.
Lui pensava che quella fosse una delle cose più meschine che si potesse fare.
Era un qualcosa a cui mai avrebbe aderito, nonostante le loro continue insistenze.
Ma, quando Kanji sentì la voce di Naoto venire dall'altra parte della porta e capì che anche lei doveva essere con le sue senpai, pensò che forse non sarebbe successo niente per un'innocente occhiata.



#37

Naoto odiava le gonne.
Non capiva come tutte le sue conoscenti potessero portare quelle vere e proprie trappole mortali senza alcun tipo di problemi.
Per questo, in quel momento, stava odiando profondamente Rise che l'aveva costretta a indossarne una per il suo primo appuntamento con Kanji, senza lasciarle alcuna scelta.
E ora lei era lì, con quella gonna fin troppo corta per i suoi gusti, a sperare con tutta se stessa che niente andasse a rotoli a causa del suo abbigliamento.
Ma, quando vide l'espressione del ragazzo, Naoto pensò che forse la sua amica non aveva avuto un'idea così sbagliata.



#38

«Non andare.»
Naoto non riusciva neanche a credere di aver pronunciato quelle parole.
Senza che lei se ne rendesse conto, il suo corpo si era mosso da solo e la sua mano aveva afferrato la giacca di Kanji, prima che lui potesse alzarsi da quella panchina su cui erano seduti oramai da un po'.
Il ragazzo non rispose.
Ovviamente anche lui non si aspettava quel gesto.
Anzi, l'avrebbe presa per pazza.
Dopotutto, per quale motivo avrebbero dovuto stare ancora lì, a sedere l'uno accanto all'altra, senza dirsi niente?
Ma, con sua grande sorpresa, Kanji si sedette nuovamente al suo fianco.



#39

Kanji aveva da sempre odiato andare a scuola.
Anche se tentava di seguire in classe, la sua concentrazione veniva meno e spesso si ritrovava quindi a osservare il vuoto, senza niente da fare.
Ma non solo i suoi voti non erano certo dei migliori, la scuola non andava bene neanche sul piano sociale visto che Kanji non era realmente apprezzato da nessuno dei suoi compagni.
Insomma, era solo una gigantesca perdita di tempo.
Ma, da quando Naoto si era seduta nel posto accanto al suo, il ragazzo iniziò a pensare che, dopotutto, andare a scuola non fosse poi così male.



#40

Naoto non sapeva davvero come aveva fatto a sopravvivere fino a quel momento, prima di baciare Kanji.
La ragazza non sapeva perché ma, da quando le loro labbra si erano unite per la prima volta, quel gesto era diventato una vera e propria droga.
Ogni volta che lo vedeva piegarsi in avanti per raggiungere il suo volto, Naoto provava una fortissima sensazione di felicità invaderla e sentiva il cuore batterle all'impazzata.
Per questo, nonostante gli altri membri del team avessero fatto notare che loro si baciavano fin troppo spesso, la detective sapeva che per lei non sarebbe stato mai abbastanza.
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Fandom: Persona 4
Coppia: Kanji/Naoto
Parole: 100 parole l'una


 

#61

«Dovreste uscire insieme, voi due.»
Quando Rise aveva pronunciato quelle parole, Kanji si era immobilizzato completamente, il panino che stava per addentare che era rimasto fermo a pochi millimetri dalle sue labbra.
Dopo aver lanciato un occhiata veloce a Naoto e aver notato che anche lei aveva avuto una reazione simile alla sua, il ragazzo si voltò verso la sua amica.
Doveva assolutamente inventarsi qualcosa.
Non voleva che la detective si sentisse in dovere di rifiutarlo e non voleva che questo accadesse di fronte alla idol.
Ma quando aprì la bocca per ribattere, Naoto parlò, bloccandolo nuovamente.
«Mi piacerebbe molto.»



#62

I regali non erano il suo forte.
Kanji era consapevole di ciò visto che, ogni volta che ne faceva uno, riceveva solo frasi di cortesia, senza una vera dimostrazione d'apprezzamento.
Fino a quel momento ciò non lo aveva disturbato, ma, adesso che stava con Naoto, quella era come diventata una questione di Stato.
Non voleva che i suoi regali non le piacessero.
Voleva darle tutto ciò che lei desiderava.
Ma, quando lei gli disse che stare con lui era già un regalo stupendo, Kanji decise che avrebbe passato le notti in bianco pur di farle i regali migliori del mondo.



#63
 

Naoto non aveva mai provato ad apparire carina fino ad allora, anzi, aveva passato la sua vita a nascondere qualsiasi accenno della sua femminilità dagli sguardi altrui.
Da quando stava con Kanji, però, non poteva far altro che guardare le altre studentesse, osservando come loro si agghindassero per far colpo sui ragazzi.
Aveva iniziato a pensare che, forse, i suoi vestiti mascolini non erano adatti ad una relazione, così come non lo erano i suoi modi.
Aveva iniziato a temere di dover cambiare.
Ma, quando Kanji le disse che lei era bellissima in qualsiasi caso, Naoto si sentì terribilmente felice.



#64

 
«Io e Kanji stiamo insieme.»
Naoto aveva preso la decisione di dirlo agli altri e, visto che Kanji non si era dichiarato contrario a ciò, adesso che si trovavano tutti insieme sul tetto per la pausa pranzo la detective aveva parlato.
Certo non si aspettava che le cose andassero così.
«E allora?» domandò Yu.
«Non era carino tenervelo nascosto.»
«Ah, era un segreto?»
Quando quelle parole ruppero il silenzio che si era creato, Naoto si risedette al suo posto, ricominciando a mangiare e ignorando le risate dei suoi compagni per il modo in cui le sue guance erano diventate rosse.



#65

 
Kanji non dormiva mai col telefono acceso.
Riceveva troppo spesso telefonate indesiderate la mattina presto o, peggio, SMS pubblicitari che arrivavano a orari improponibili e che finivano per svegliarlo ogni volta.
Ma da quando stava con Naoto, il ragazzo aveva perso quell'abitudine.
La detective, infatti, era solita mandare messaggi agli orari più assurdi, anche nel pieno della notte.
Così, anche se veniva svegliato da messaggi di gestori che offrivano servizi a lui sconosciuti, Kanji non poteva fare a meno di sorridere ogni volta che vedeva che a scrivergli anche solo un SMS per augurargli la buona notte era stata lei.

#66

 
«Cosa stai facendo?»
Quando Naoto gli pose quella domanda, le guance di Kanji si colorarono ancora più di rosso.
«B-beh, pensavo che non ti piacesse che qualcuno ti vedesse senza maglia.– rispose il ragazzo, continuando a tenere gli occhi chiusi –Tranquilla, posso curarti anche così.»
La ragazza era stata colpita da una Shadow, e qualcuno doveva pur occuparsi della ferita che aveva sul suo fianco.
Kanji la sentì accarezzargli la guancia.
«Tu sei l'unico da cui mi farei vedere così, Kanji.» gli sussurrò e, quando il ragazzo aprì gli occhi, vide che le sue labbra erano piegate in un sorriso.

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