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PROMPT: Tensione (M1)
Yosuke osservò le gocce d'acqua che scivolavano sul vetro della finestra, illuminate dalle luci soffuse dei lampioni.
PROMPT: Tensione (M1)
Yosuke osservò le gocce d'acqua che scivolavano sul vetro della finestra, illuminate dalle luci soffuse dei lampioni.
Era quasi mezzanotte, fuori stava piovendo.
Si passò una mano sul viso, maledicendo se stesso per quella stupida abitudine che continuava a non abbandonarlo.
Erano ormai cinque anni da quando il Midnight Channel era stato trasmesso per l'ultima volta.
Era ormai mezza decade che nessuno appariva sullo schermo della sua TV in quelle notti di pioggia.
Era orami altrettanto tempo che lui continuava ad aspettarsi di vedere qualcosa su quello schermo nero.
Si portò la lattina alle labbra, sentendo la birra scivolargli giù per la gola.
Chissà cosa stavano facendo gli altri in quel momento?
Per quanto odiasse pensarci, non poteva farne a meno.
Ogni volta che si trovava in quella situazione, ad osservare la sua stupida TV nella sua piccola stanza, non riusciva a non ripensare agli altri.
Che stessero anche loro osservando quello schermo nero?
Poco probabile, anzi, quasi impossibile.
Le cose erano cambiate da allora, il loro gruppo si era perso di vista e non riceveva notizie dagli altri da mesi.
Sempre se qualche telefonata sporadica di Chie poteva essere considerata un'interazione sufficiente.
Beh, ma alla fine era colpa sua se le cose erano andate a finire così, no?
Yosuke posò la lattina vuota sul tavolino, afferrandone un'altra dal mini-frigo lì accanto.
Era stato lui a chiudere i rapporti, a lasciare Inaba, a scappare da quella realtà.
Quella realtà che era diventata così vuota e fredda da quando lui si era allontanato, lasciandoli soli, lasciandolo solo.
«Sei ancora sveglio?»
Yosuke sussultò leggermente e rischiò di far cadere la lattina dalle sue mani.
Si voltò verso la porta, incontrando quegli occhi luminosi che conosceva bene e che mai lo avevano abbandonato in quegli anni, gli unici che avevano continuato a seguirlo lontano da Inaba e da tutto il resto.
Teddie era lì, appoggiato allo stipite della porta, lo sguardo leggermente assonnato.
«Anche tu sei ancora in piedi.» commentò Yosuke per poi bere un sorso dalla lattina.
L'altro si avvicinò a lui, alzando gli occhi al cielo.
«Quante ne hai bevute?»
«Questa è la terza.»
«Io credo sia la quarta.»
«Una più una meno.»
Teddie sbuffò.
«Forse dovresti iniziare a darti una controllata.»
«E tu dovresti andare a dormire.»
Anche se Yosuke non lo stava guardando, sapeva che l'altro si era seduto accanto a lui e lo stava osservando con il suo solito sguardo arrabbiato, così come faceva ogni volta che lo trovava in quella situazione.
Si era già preparato alla solita predica, quando Teddie parlò.
«Yosuke... forse dovresti smetterla.– il tono nella sua voce era preoccupato. –Questa cosa ti sta distruggendo.»
«E' solo birra Ted, non veleno.»
«Non mi riferivo a quello.»
I movimenti di Yosuke si bloccarono, mentre elaborava ciò che il suo amico cercava di dirgli.
Era quasi mezzanotte, fuori stava piovendo.
E lui era di nuovo lì, di fronte a quella TV.
«Non è come sembra.» farfugliò, mettendo via la lattina e passandosi una mano tra i capelli.
«E allora cosa stai facendo?»
Il ragazzo non rispose.
Sapeva di stare sbagliando, sapeva che quel suo comportamento non era minimamente corretto nei confronti del suo unico compagno rimasto. Ma non poteva farci niente.
Aveva provato a dormire, aveva tentato di non pensarci, aveva fatto di tutto per togliersi quel pensiero dalla testa; ma non ci era riuscito.
«Nessuno apparirà stanotte, e tu lo sai meglio di me.»
«Va a dormire Ted.»
«Solo se vai anche tu.»
Yosuke stava per rispondere, quando l'orologio alla parete scoccò la mezzanotte.
Si voltò nuovamente verso la TV, aspettando quel segno che oramai da anni lo perseguitava.
Per un attimo gli parve quasi di vederlo; quel canale che tanto lo aveva ossessionato gli sembrò così vicino da poterlo raggiungere...
Ma niente comparve sullo schermo.
Yosuke si lasciò andare sul divano, le forze che lo avevano completamente abbandonato.
«Yosuke...»
Teddie gli posò una mano sulla spalla, ma il ragazzo gli sorrise leggermente, cercando di nascondere tutta la stanchezza che provava in quel momento.
«Andiamo a dormire Ted. E' molto tardi.»
L'altro lo guardò per qualche secondo, incerto su come comportarsi.
Poi, con un solo gesto, annuì.
Si alzò dal divano e iniziò a raccogliere le varie lattine sparse per la stanza.
«Non c'è bisogno che ci pensi tu...»
«Non preoccuparti, voglio darti una mano.– disse, sorridendogli –Non sarei un brav-orso sennò.»
Yosuke si passò una mano sul volto, ridacchiando leggermente.
«Sai che odio queste battute.»
Teddie rise, avviandosi verso la porta.
«Buona notte allora.»
«'Notte.»
La porta si chiuse e Yosuke si ritrovò nuovamente solo.
Il falso sorriso di poco prima scomparve dal suo volto, mentre si alzava anche lui, avvicinandosi al letto poco distante e buttandosi sopra di esso con ancora i suoi vestiti addosso.
Non aveva alcuna voglia di cambiarsi.
Non aveva voglia di fare niente.
Afferrò le cuffie che aveva sul comodino, portandosele alle orecchie e facendo partire la musica che ascoltava ogni volta che si trovava in quelle terribili condizioni.
L'unica luce nella stanza era quella dei lampioni che filtrava dalla finestra alle sue spalle.
Poi qualcosa illuminò la parete che stava osservando.
Yosuke si voltò di scatto, togliendosi con un gesto veloce le cuffie sulla sua testa e subito quel famigliare rumore attirò la sua attenzione.
Non era possibile.
Non poteva essere vero.
Era ormai mezzanotte, fuori stava piovendo.
Il Midnight Channel era in funzione.
Ma la cosa più scioccante non era questa, ma la silhouette che era apparsa sulla TV.
La persona che lui non vedeva da chissà quanto tempo ma che sempre aveva occupato i suoi pensieri.
La persona che aveva dato un senso alla sua vita cinque anni prima, per poi eliminarlo non appena se ne era andata.
Non importava il fatto che fosse cresciuto, che i suoi capelli fossero leggermente più lunghi di prima, che le sue spalle fossero più larghe. Lo avrebbe riconosciuto ovunque.
«Y-Yu...»