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QUESTE DRABBLE PARTECIPANO AL COW-T9 INDETTO DA LANDE DI FANDOM
Missione Shannen Week6
Fandom: Persona 4
Coppia: Kanji/Naoto
Parole: 100 parole l'una
#31
Naoto non sapeva come fosse possibile, ma, ogni volta che si trovava in un vicolo cieco, Kanji era sempre pronto ad aiutarla.
Qualsiasi cosa il ragazzo le dicesse o facesse, mentre lei annaspava per trovare la risposta ad una qualsiasi domanda, diventava la chiave di lettura di tutto il problema che lei doveva risolvere.
Era come se le loro menti fossero collegate in qualche modo.
Come se lui sapesse esattamente ciò di cui lei aveva bisogno.
E, per questo, la detective non poteva fare a meno di pensare che quel ragazzo fosse una delle persone più importanti della sua vita.
Kanji aveva perso la sua felpa preferita.
Erano circa due ore che continuava a cercarla nella sua camera, cercando di capire dove poteva averla nascosta qualche giorno prima, quando aveva messo a posto il suo armadio.
Non era da nessuna parte.
L'unica spiegazione era che qualcuno gliel'avesse presa, la sera prima, quando il team si era riunito in camera sua.
Non poteva perdonare un gesto simile.
Ma, quando Naoto gli si parò davanti con la sua felpa addosso che la copriva fino alle ginocchia, scusandosi per averla presa senza permesso, Kanji decise che quel fatto non era poi così imperdonabile.
«Il "-kun" è troppo formale. Perché non mi chiami per nome?»
Quando Kanji le aveva detto quelle parole, i movimenti di Naoto si erano immediatamente congelati e la ragazza aveva sentito il suo volto andare in fiamme.
Nessuno le aveva mai detto una cosa del genere fino a quel momento.
E, sicuramente, la detective non si aspettava che fosse lui a proporglielo.
Vedendo la sua reazione, Kanji tentò immediatamente di rimediare, dicendole che stava solo scherzando.
Ma, quando lei aprì timidamente le labbra e sussurrò il suo nome senza alcun onorifico, un enorme sorriso si formò sul volto del ragazzo.
Naoto odiava i fulmini.
Non sapeva neanche lei perché le facessero quell'effetto, ma, anche se era a conoscenza del fatto che fosse una cosa del tutto irrazionale, la ragazza non riusciva a reprimere la paura che la invadeva.
Da quando stava con Kanji però, le cose erano cambiate.
Aveva infatti notato che il solo tocco del ragazzo aveva un enorme effetto calmante su di lei, riuscendo così a farle smettere di pensare alla sensazione di ansia che provava.
Per questo, ogni volta che c'era un temporale, Naoto non poteva desiderare altro che nascondersi tra le sue braccia e lasciarsi andare.
«Non muoverti.»
«Non muoverti.»
La voce ferma di Naoto gli arrivò immediatamente alle orecchie quando lui aprì gli occhi.
Solo in quel momento si rese conto di essere disteso a terra, la testa poggiata sulle gambe della ragazza.
Kanji ricordò quello che era successo prima, quando le aveva fatto da scudo, proteggendola da un attacco che per lei sarebbe stato fatale.
«Non farlo mai più.» aggiunse lei prima che lui potesse dirle qualsiasi cosa.
Il ragazzo aprì la bocca ma, non appena vide che gli occhi di Naoto erano pieni di lacrime, capì che quello non era assolutamente il tempo per ribattere.
#36
A Kanji non piaceva molto l'idea di spiare Chie e Yukiko mentre queste si facevano il bagno nelle terme.
Non riusciva davvero a capire cosa Yosuke e Teddie ci trovassero in quel gesto così irrispettoso verso le loro amiche.
Lui pensava che quella fosse una delle cose più meschine che si potesse fare.
Era un qualcosa a cui mai avrebbe aderito, nonostante le loro continue insistenze.
Ma, quando Kanji sentì la voce di Naoto venire dall'altra parte della porta e capì che anche lei doveva essere con le sue senpai, pensò che forse non sarebbe successo niente per un'innocente occhiata.
Naoto odiava le gonne.
Non capiva come tutte le sue conoscenti potessero portare quelle vere e proprie trappole mortali senza alcun tipo di problemi.
Per questo, in quel momento, stava odiando profondamente Rise che l'aveva costretta a indossarne una per il suo primo appuntamento con Kanji, senza lasciarle alcuna scelta.
E ora lei era lì, con quella gonna fin troppo corta per i suoi gusti, a sperare con tutta se stessa che niente andasse a rotoli a causa del suo abbigliamento.
Ma, quando vide l'espressione del ragazzo, Naoto pensò che forse la sua amica non aveva avuto un'idea così sbagliata.
«Non andare.»
Naoto non riusciva neanche a credere di aver pronunciato quelle parole.
Senza che lei se ne rendesse conto, il suo corpo si era mosso da solo e la sua mano aveva afferrato la giacca di Kanji, prima che lui potesse alzarsi da quella panchina su cui erano seduti oramai da un po'.
Il ragazzo non rispose.
Ovviamente anche lui non si aspettava quel gesto.
Anzi, l'avrebbe presa per pazza.
Dopotutto, per quale motivo avrebbero dovuto stare ancora lì, a sedere l'uno accanto all'altra, senza dirsi niente?
Ma, con sua grande sorpresa, Kanji si sedette nuovamente al suo fianco.
#39
#39
Kanji aveva da sempre odiato andare a scuola.
Anche se tentava di seguire in classe, la sua concentrazione veniva meno e spesso si ritrovava quindi a osservare il vuoto, senza niente da fare.
Ma non solo i suoi voti non erano certo dei migliori, la scuola non andava bene neanche sul piano sociale visto che Kanji non era realmente apprezzato da nessuno dei suoi compagni.
Insomma, era solo una gigantesca perdita di tempo.
Ma, da quando Naoto si era seduta nel posto accanto al suo, il ragazzo iniziò a pensare che, dopotutto, andare a scuola non fosse poi così male.
Naoto non sapeva davvero come aveva fatto a sopravvivere fino a quel momento, prima di baciare Kanji.
La ragazza non sapeva perché ma, da quando le loro labbra si erano unite per la prima volta, quel gesto era diventato una vera e propria droga.
Ogni volta che lo vedeva piegarsi in avanti per raggiungere il suo volto, Naoto provava una fortissima sensazione di felicità invaderla e sentiva il cuore batterle all'impazzata.
Per questo, nonostante gli altri membri del team avessero fatto notare che loro si baciavano fin troppo spesso, la detective sapeva che per lei non sarebbe stato mai abbastanza.