QUESTA STORIA PARTECIPA AL COW-T9 INDETTO DA LANDE DI FANDOM
Prompt: Dimenticarsi di qualcosa/qualcuno
Parole: 521
Fandom: Persona 4
Personaggi/Coppie: Kanji/Naoto
Note: raccolta di tre flashfic



Naoto non aveva mai dimenticato il pranzo.
Solitamente si svegliava molto presto, per poter preparare con tutta la calma di cui aveva bisogno il suo cestino che poi si sarebbe portata a scuola, così come faceva la maggior parte dei suoi compagni.
Quella mattina però, le cose non erano andate come previsto e, dopo che si era svegliata in ritardo, era dovuta correre alla stazione del bus, dimenticandosi completamente del fatto che, ad una certa ora, avrebbe pur dovuto mangiare qualcosa.
Si era resa conto di questo solo quando era oramai a scuola, seduta al suo banco, senza che potesse oramai fare più niente per rimediare.
Non che quello fosse un problema. Dopotutto, quel giorno sarebbero usciti prima del solito e quindi avrebbe potuto mettere qualcosa sotto i denti appena tornata a casa. Doveva solo resistere fino ad allora e sperare che il bus per tornare al suo appartamento non arrivasse troppo in ritardo.
Ma, quando Kanji la invitò a dividere il suo pranzo con lei, dandole così l’opportunità di rimanere da soli, Naoto pensò che forse non era poi una così brutta idea approfittare di quell’occasione e che, forse, poteva dimenticare più spesso di farsi il pranzo, se questo voleva dire poter passare la pausa pranzo in compagnia del ragazzo.
 
Kanji non pensava fosse possibile dimenticarsi una cosa del genere.
Seduto al suo banco, non poteva far altro che osservare la data che era stata scritta sulla lavagna, sentendosi un completo idiota.
Era il 14 marzo, il White Day, giorno in cui, a regola, sarebbe toccato a lui regalare qualcosa a Naoto dopo che lei gli aveva portato quella scatola di cioccolatini per San Valentino.
Ma lui se ne era dimenticato.
Non di fare il regalo, ovviamente.
A quello aveva pensato oramai da settimane.
Anzi, aveva anche rischiato che la sua ragazza lo trovasse in anticipo, visto quante volte avevano passato del tempo in camera sua in quell’ultimo mese.
E ora che era arrivato il giorno, era stato così cretino da lasciarlo a casa.
Ora sì che la detective non gliel’avrebbe fatta passare liscia...
Quando però Naoto gli chiese se potesse passare il pomeriggio da lui, il ragazzo capì di essere salvo.

Naoto non era poi così tanto disperata per aver dimenticato "accidentalmente" la propria tuta da ginnastica a casa, quella mattina.
Infatti, non aveva mai avuto particolarmente voglia di sostenere quell’attività e, quel giorno in particolare, si era svegliata con un umore per niente adatto per affrontare quelle tre ore di tortura che la aspettavano e che l’avrebbero mandata sicuramente al tappeto.
In realtà, non riusciva neanche a capire la vera utilità di quella materia.
L’unica cosa che facevano durante quelle ore era correre intorno al campo, competendo l’uno contro l’altro.
E come poteva lei, che aveva le gambe che erano nemmeno la metà di quelle della maggior parte dei suoi compagni, trovare quest’attività minimamente utile e divertente?
Ma, quando Kanji le propose di prestargli la sua maglia da usare come "tuta alternativa", sostenendo che lui sarebbe rimasto per tutta la lezione a torso nudo, Naoto pensò che forse quelle ore potevano essere meno pesanti di quel che sembravano.
QUESTA STORIA PARTECIPA AL COW-T9 INDETTO DA LANDE DI FANDOM
Promtp: Sabbia a perdita d’occhio, tra le ultime colline e il mare. (Alessandro Baricco, Oceano mare)
Numero parole: 500
Fandom: Persona 4
Personaggi/Coppie: Kanji/Naoto
Note: raccolta di 5 drabble
 
~

Kanji non aveva mai amato la spiaggia.

Non riusciva davvero a capire perché le persone adorassero quel luogo tanto caldo e affollato che lui aveva invece da sempre evitato, fin da quando era bambino.

Non riusciva neanche a comprendere tutta quella storia delle “ragazze in bikini” che invece interessava tanto a Yosuke e di cui il suo senpai gli aveva fin troppo parlato nei giorni precedenti a quella gita.

Ma, quando vide che anche Naoto ne stava indossando uno, Kanji pensò che, in fondo, la spiaggia non fosse poi un posto così terribile dove passare i propri giorni di vacanza.

 

Naoto non aveva mai cercato conchiglie prima di allora.

Non riusciva bene a comprendere cosa ci fosse di così entusiasmante nel cercare qualcosa nella sabbia fangosa in riva al mare, arrivando addirittura a bagnarsi e a sporcarsi per un gioco tanto stupido.

Alla fine che senso aveva? La spiaggia era solo una distesa di sabbia e, proprio per questo, cercare qualcosa al suo interno non poteva certo essere così interessante come molti insinuavano.

Però, quando Kanji le offrì di cercarle insieme a lui, sottolineando che sarebbero andati da soli, alla ragazza non passò neanche per l’anticamera del cervello di rifiutare.

 

Dopo tre ore passate sotto l’ombrellone in compagnia di Naoto, Kanji stava trovando i granelli di sabbia intorno a loro particolarmente interessanti.

Aveva già cercato di distogliere la sua attenzione dalla ragazza che era seduta al suo fianco e le cose su cui concentrarsi iniziavano a scarseggiare: per questo aveva spostato il suo sguardo sulla sabbia, eliminando dalla sua testa qualsiasi pensiero che la riguardasse.

Ma, quando Naoto posò la testa sulla sua spalla, Kanji non poter far altro che notare che i granelli di sabbia che tanto lo stavano interessando si trovavano anche sopra alla pelle nuda di lei.

 

I castelli di sabbia non erano il suo forte.

Naoto era arrivata a quella conclusione quando notò come quello che lei aveva avuto il coraggio di chiamare “castello” non era altro che una piccola torre di sabbia bagnata, storta per di più.

Non sapeva neanche cosa l’avesse spinta a provarci.

Non era decisamente da lei fare un gioco del genere e, forse, avrebbe dovuto smetterla subito e tornare a leggere sotto l’ombra dell’ombrellone. Sì, quella era sicuramente la scelta migliore.

Però, quando Kanji si sedette accanto a lei, iniziando ad aiutarla, la ragazza pensò che poteva restare un altro po'.

 

Kanji non era mai stato un tipo romantico e, per questo, quella situazione lo stava mandando completamente nel panico.

Lui e Naoto si trovavano seduti sulla spiaggia, in riva al mare, completamente da soli. 

All'inizio tutto era andato bene, si erano messi lì ad osservare il tramonto.

Era stato quando la ragazza aveva lasciato scivolare la testa sulla sua spalla, avvicinandosi a lui, che le cose erano degenerate e il ragazzo era andato nel pallone.

Cosa avrebbe dovuto fare? Abbracciarla? Provare a baciarla…?

Perciò, quando Kanji notò che lei si era semplicemente addormentata, non potè far altro che sentirsi sollevato.


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