Mar. 10th, 2018

QUESTA STORIA PARTECIPA AL COW-T
Prompt: Immagini (2) 


Ogni volta che Saeran apriva i suoi occhi color menta, quando si svegliava la mattina, pensava che non era poi così sicuro di essere davvero felice di essersi svegliato.

Come poteva essere altrimenti?

Ogni volta che arrivava la mattina, lui si rendeva conto di essere ancora vivo e con questa consapevolezza, arrivava anche la certezza di essere completamente solo e abbandonato al mondo.

Quando apriva gli occhi, si trovava sempre al buio più completo.

La camera in cui passava la notte non aveva molte finestre (anzi, nessuna se non una piccola finestrella sulla parete accanto a lui) e la luce mattutina lo disturbava così tanto che aveva completamente sbarrato ogni apertura verso l’esterno.

Poi si alzava dal letto, da quel materasso scomodo e freddo dove ogni sera esausto si sdraiava, e si vestiva con quei suoi soliti vestiti.

E da lì la sua giornata cominciava.

Ogni giorno era sempre uguale all’altro: il mondo che tanto desiderava vedere e esplorare lo aveva rifiutato e lui si era ritrovato chiuso sempre nella stessa stanza, davanti a lettere e numeri che spiccavano nello sfondo verde del suo pc.

Inizialmente, quando Ray era ancora dentro di lui, si era ritrovato più volte a fantasticare, a osservare con desiderio l’unica finestra presente in quel cupo luogo, per poi venire fortemente sgridato dalla Salvatrice o dai suoi colleghi.

Oramai non si concedeva neanche questa piccola libertà.

Passava l’intera giornata di fronte al pc, a scrivere codici su codici, senza neanche fermarsi un minuto.

Si concedeva solo qualche snack o delle piccole dormite di circa 15 minuti, per poi ricominciare a scrivere, a codificare e a decodificare.

Poi, quando era ormai notte fonda, tornava verso la sua stanza e si sdraiava nuovamente su quello scomodo letto.

Dormiva si e no due ore, e poi il suo ciclo ricominciava.

Poi, qualcosa era cambiato.

Era tutto partito con quel nuovo incarico che la Salvatrice gli aveva affidato.

“Solo tu puoi farlo Saeran.” gli aveva detto “So che troverai la ragazza adatta.”

E fu così che mise gli occhi su quella stupenda, meravigliosa ragazza.

Inizialmente Saeran non sapeva perché avesse scelto proprio lei, ma gli era bastato vederla sorridere una volta per capire che lei era la ragazza giusta.

Non che si aspettasse che lei accettasse la sua offerta, poteva benissimo capire se questo non fosse successo.

E invece lei aveva accettato.

E così era iniziata la loro muta cooperazione e ogni mattina quando Saeran apriva gli occhi la prima cosa che pensava era a lei, se avesse dormito bene, se avesse fatto colazione.

Si era ritrovato più volte a osservarla dal suo pc.

Era inutile, per quanto volesse allontanarsi, lei era troppo bella, troppo pura per riuscire a dimenticarla completamente.

Le cose poi erano cambiate ancora, in un modo che Saeran non avrebbe mai creduto possibile.

Lei non solo aveva reso le sue giornate nuovamente piene di vita, ma lo aveva anche salvato completamente da quell’oscuro e triste mondo.

Gli aveva fatto scoprire la verità dietro le sue azioni, lo aveva aiutato a uscire dalla situazione di disagio in cui si trovava ogni volta che si trovava in mezzo ad altre persone.

Gli aveva spiegato cosa fosse l’amore, cosa volesse dire amare così tanto una persona da voler passare tutta la propria vita con lei.

Per questo, adesso, ogni volta che si sveglia, la prima cosa che Saeran fa è stringere fortemente a sé la ragazza che dorme al suo fianco.

Per poi darle un tenero e dolce bacio sulla fronte, ringraziando silenziosamente di essere ancora vivo.


 QUESTA STORIA PARTECIPA AL COW-T
PROMPT: RESTRIZIONI

«Ti sei già arreso Yew?»

Il ragazzino alzò lo sguardo, incontrando lo sguardo fisso di Janne.

«Sei troppo forte per me Janne!» esclamò, sospirando e alzandosi in piedi.

«Sei tu ad essere troppo debole! Come farai a difendere sua Santità un giorno?» lo sgridò l'altro, ruotando la spada che aveva nella mano destra.

Il tono che aveva usato non era piaciuto molto a Yew che, a testa bassa, aveva solo annuito leggermente.

Dopo qualche secondo di silenzio, sentì l'altro sospirare, per poi avvicinarsi a lui.

«Continuiamo ad allenarci? Magari un giorno diventerai così forte da riuscire a battermi.» disse, posandogli una mano sulla testa.

Yew aveva alzato lo sguardo, sorridendo debolmente.

«Non credo che quel giorno arriverà mai, ma accetto volentieri l'offerta.»

 

Yew si svegliò nel suo letto, sentendo il proprio cuore andare leggermente più veloce del solito.

Gli capitava sempre più spesso di sognare avvenimenti vissuti nella sua infanzia, eventi veloci e sfuggevoli che si ritrovava a rivivere in prima persona.

Non che questo fosse così strano.

Aveva letto un libro che parlava dell'argomento e sapeva quindi con certezza che sognare luoghi e ricordi del passato era una cosa più che comune.

Peccato che in tutti i sogni che faceva, c'era sempre pure Janne.

E questa non era una cosa che Yew poteva ritenere così tanto “normale”.

Non sapeva come fosse possibile, ma ogni volta che si ritrovava a chiudere gli occhi, iniziava a pensare alla figura di quel ragazzo che da sempre era stato al suo fianco e che lui aveva sempre osservato.

Ma la cosa più strana è che Janne non prendeva possesso dei suoi pensieri solo nei momenti in cui si trovava addormentato.

Erano ormai settimane, se non mesi che si ritrovava quel ragazzo in testa ogni momento in cui lasciava andare un po' la guardia.

Il suo sorriso terribilmente accattivante, il suo sguardo seducente, i lunghi capelli che parevano chiedere a Yew di affondarci dentro le sue piccole mani...

Peccato che mano mano che andasse avanti, quei sogni narravano argomenti più recenti.

Trasformandosi in veri e propri incubi.

 

Janne gli puntò la spada alla gola, sorridendo beffardamente.

«Ti sei già arreso Yew?»

Il tono con cui aveva pronunciato quelle parole, lo aveva completamente bloccato sul posto e Yew non sapeva più davvero cosa fare.

Quello che aveva davanti non era il ragazzo che era sempre stato suo amico.

Non era il Janne a cui lui teneva particolarmente.

Non era colui che gli tendeva la mano e lo aiutava ad alzarsi alla fine di ogni duello perso.

No.

Stavolta la faccenda era seria.

Fin troppo seria.

Poteva sentire la lama ghiacciata del fioretto sfiorargli la pelle, mentre il ragazzo di fronte a lui gli mostrava uno sguardo sprezzante che Yew mai aveva visto prima.

«Addio.»

Poi con un colpo secco, gli tagliò la gola.

 

Yew aprì gli occhi di scatto, ritrovandosi sudato fradicio nel suo letto.

Si portò una mano alla gola, nel punto in cui Janne doveva aver affondato la spada nel suo collo, mentre delle calde lacrime iniziavano a scivolargli sulle guance senza che neanche se ne rendesse conto.

Non poteva andare avanti così.

Non poteva davvero continuare a vivere in questo modo.

La situazione era diventa insostenibile.

Se prima i sogni che faceva, per quanto strani, gli portavano alla mente momenti a lui cari che lo rendevano felice, adesso Yew provava dentro di sé solo un gran senso di tristezza.

Janne lo aveva abbandonato.

Il suo migliore amico, la persona a cui lui aveva sempre chiesto aiuto nei momenti di difficoltà, colui che più voleva al suo fianco se ne era andato lasciandolo indietro.

E non solo lo aveva completamente abbandonato, ma aveva anche tentato di ucciderlo, proprio come aveva rivissuto pochi momenti prima in quell'orribile incubo.

Di questo però, Yew non ne era poi tanto sicuro.

Insomma, Janne alla fine non gli aveva tagliato la gola, nonostante fosse a pochissimo dal poterlo uccidere con un solo colpo.

Qualcosa lo aveva fermato, lo aveva fatto desistere completamente.

E di questo Yew era immensamente grato.

Nel momento in cui Janne aveva allentato la sua presa su di lui, il ragazzo aveva come sentito una nuova speranza prendere possesso del suo corpo.

Forse neanche lui vuole tutto questo.”

Quelle parole si erano scolpite nella sua mente e Yew era rimasto come completamente interdetto.

Possibile che quella fosse davvero la verità...?

Forse...

...c'era ancora un modo per salvarlo?

 

I sogni erano continuati e Yew non chiudeva ormai occhio da giorni.

Anzi, si era ritrovato sempre più spesso a pensare a Janne, a ideare strategie per riportarlo indietro, a trovare un modo per riavere quello che lui aveva da sempre considerato il suo migliore.

E dove aveva portato quel suo forte desidero?

Alla terribile scena che adesso aveva di fronte a lui.

Janne era tra le sue braccia, la spada dell'altro conficcata nel suo petto.

Le lacrime di Yew che scivolando dalle sue guance cadevano sul viso dell'altro.

«Non piangere Yew...»

Janne pronunciò debolmente quelle parole, passando una mano gentile sul viso del ragazzo.

«Ti ho sempre detto che non devi piangere dopo un duello, no? Qualsiasi esito ci sia di fronte a te.» sorrise debolmente.

Ma Yew non riusciva ad ascoltarlo.

Come poteva non piangere in quel momento?

Tutti i suoi sogni si erano infranti in quel momento, mentre i suoi incubi erano ormai diventati realtà.

Aveva ucciso Janne.

Lo aveva colpito a morte, aveva spinto la sua spada nel corpo del suo più caro amico.

Era convinto che un duello avrebbe risolto ogni problema.

Un duello come quelli che facevano ai cari vecchi tempi.

Un duello che poteva mettere finalmente fine a tutte quelle inutili sofferenze che da mesi lo tormentavano e non lo facevano dormire.

E invece no, le cose non erano andate nel modo che lui aveva sperato.

Ora era lì, che stringeva tra le braccia quel corpo ormai destinato a morire.

«Alla fine avevo ragione io.»

A quelle parole Yew lo guardò interdetto, cercando di capire a cosa stesse alludendo.

«Sei riuscito a battermi, proprio come ti dissi tanti anni fa.»

Yew sentì nuovamente le lacrime farsi strada verso i suoi occhi.

«J-Janne!»

Urlò il suo nome, per un'ultima volta.

Poi gli occhi del ragazzo a cui lui aveva sempre voluto bene si chiusero completamente.

Janne non era più con lui.

Aveva perso la persona che lo capiva più di tutti.

Aveva perso la persona a cui più teneva.

Aveva perso la persona che amava.

E quella notte, così come tutte quelle che seguirono, Yew faticò a chiudere occhio.


 QUESTA STORIA PARTECIPA AL COW-T
PROMTP: DUELLO

Ann osservò l'enorme essere che aveva davanti, mentre sentiva le sue gambe tremare leggermente.

Doveva davvero combattere contro un Dio del genere?

«Io sono il vero Dio di questo mondo, e nessuno potrà sconfiggermi.»

Nonostante la ragazza volesse in tutti i modi credere di avere ancora una possibilità, in cuor suo era convinta che quell'impresa fosse impossibile.

Insomma, non che non avesse mai provato quella sensazione in passato.

Le era già capitato di trovarsi di fronte a enormi nemici che l'avevano fatta tremare dalla paura.

Ma quelle volte era diverso, completamente diverso.

Per quanto potessero essere forti, quei nemici che tanto le avevano fatto paura erano comunque singole manifestazioni dei sentimenti umani e quindi non erano poi così temibili.

Certo, c'erano stati momenti davvero difficili o duelli in cui aveva davvero creduto che forse non ce l'avrebbero fatta, che sarebbe morta lì, in un Palace o nel Mementos, in un luogo completamente nascosto agli altri.

Nessuno avrebbe ritrovato il suo corpo e sarebbe stata dimenticata per sempre...

Se all'epoca quei pensieri non la tormentavano però più di tanto, adesso invece la terrorizzavano completamente.

Dopotutto adesso avrebbe dovuto combattere non con una semplice Shadow, ma con la vera e propria incarnazione di tutte quei terribili, sbagliati e distorti desideri umani che fino ad ora erano stati i suoi più tremendi incubi.

Quello era un mostro.

Un Dio.

Cosa potevano loro contro un essere del genere?!

«Ann.»

Sentì una mano posarsi sulla sua spalla.

Sapeva benissimo l'aveva chiamata ancora prima di voltarsi verso il ragazzo in questione e incontrare i suoi bellissimi occhi gialli.

Dopotutto, come poteva non riconoscere il tocco di quella mano che, per quanto guantata, riusciva a dare quella sensazione di calore ogni volta che la sfiorava? Come poteva non riuscire a capire a chi appartenesse quella voce così profonda solo in quei momenti, in quegli istanti in cui lei aveva bisogno di aiuto e conforto?

«Ryuji...»

«Non preoccuparti, vinceremo di sicuro.»

Il ragazzo le sorrise, posandole una mano sulla testa e accarezzandola leggermente.

Ann rimase leggermente interdetta.

Per quanto lei sapesse che il ragazzo provasse qualcosa per lei, non aveva mai mostrato così tante attenzione nei suoi confronti.

Sotto il suo tocco, la ragazza sentì quella sicurezza che pensava di aver perduto per sempre, non appena aveva messo lo sguardo su quel terribile essere di fronte a lei.

«Vinceremo anche questo duello, te lo prometto.» aveva ripetuto vedendola stare meglio a quelle parole.

Ann sentì le lacrime uscire dai suoi occhi, ma se ne accorse troppo tardi per poter anche solo provare a fermarle.

Ringraziò mentalmente la maschera che aveva indosso e che le nascondeva il viso rigato dalle lacrime.

Fu in quel momento che sentì Ryuji tirarla a sé, facendole poggiare la testa sulla sua spalla.

«Tranquilla. Non permetterò che ti faccia del male.»

Quella dichiarazione fu sussurrata così piano che Ann non fu neanche sicura che lui l'avesse detto sul serio.

Ma non importava.

L'importante era che adesso si sentiva sicura.

«Pronta per il nostro ultimo duello?» le chiese lui, lasciandola andare.

«Prontissima.» rispose lei, facendo dondolare le sue code.

Non era sola.

Ryuji era al suo fianco.

E questo le dava il coraggio per affrontare ogni tipo di duello.

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